EASY, CONFRONTO SERRATO PER L'EX ELECTROLUX
L'assessore provinciale al Lavoro Elisa Simoni risponde a una domanda d'attualità di Rifondazione
“Easy” ma con un peso notevole sullo sviluppo dell'economia fiorentina. Riparte il tavolo regionale sulla ex Electrolux, poi Isi ed ora Easy di Scandicci. Confronto serrato in corso tra sindacato e proprietà, in vista della scadenza dell’11 ottobre, entro la quale dovrà essere presentata l’offerta per rilevare la parte di azienda dichiarata fallita: vendita mediante procedura competitiva prevista dalla legge fallimentare e che ha lo scopo di massimizzare
la tutela degli interessi dei creditori, di salvaguardare la reindustrializzazione dell’area e di incentivare la ripresa dell’operatività produttiva. L'assessore provinciale al Lavoro Elisa Simoni presenta alcuni dati rispondendo a una domanda d'attualità, sulla vicenda, dei consiglieri provinciali di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi. Calò, in particolare, aveva chiesto delucidazioni alla giunta sulla ripartenza del tavolo delle trattative, partendo dall’incontro che si è tenuto il 12 settembre, appuntamento più volte richiesto da parte del sindacato e dalla Rappresentanza sindacale unitaria, in cui si è discusso del piano industriale ancora molto lacunoso, e del riassorbimento di tutti i 370 lavoratori dell’azienda. Elemento centrale: la posizione dell’attuale proprietà Easy Green riguardo al piano di reindustrializzazione. Ebbene il piano industriale presentato a giugno 2011 da parte dell’attuale proprietà dello stabilimento parlava di un riassorbimento di 260 lavoratori a fronte dei 370 a cui spetterebbe di essere reintegrati. Si ricorda che la crisi economica e sociale in atto si aggrava tanto quanto la situazione dei lavoratori del ex Isi di Scandicci, la cui precarietà occupazionale e salariale è oggetto di una dura vertenza sindacale. Risale al 6 agosto 2011 l’ultimo appuntamento che si è svolto nella sede della Regione Toscana, dove si prese atto che Easy Green stava lavorando all’allargamento ad altri soggetti industriali per avviare una più vasta gamma di produzione e riassorbire lavoratori. Le istituzioni, nel frattempo, hanno chiesto all'Inps di verificare le possibilità di sgravi fiscali.