"PROVINCIA GARANTISCA APPOGGIO AGLI ENTI LOCALI CONTRO MANOVRA"
Una mozione di Rifondazione comunista verrà portata in Consiglio provinciale per l'approvazione
Garantire l'appoggio della Provincia di Firenze alle iniziative di lotta delle autonomie locali contro gli effetti della manovra del Governo. A questo punta la mozione che i consiglieri provinciali di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi presenteranno all'Assemblea di Palazzo Medici Riccardi. Di seguito il testo della mozione, con tutti i dettagli.
"Il Consiglio provinciale di Firenze premesso
-che i tagli dei trasferimenti agli EELL, previsti dalla manovra bis DL 138/2011 (imposta per decreto e approvata attraverso il voto di fiducia), per un ammontare di 6 miliardi per il 2012 e di 2,5 per il 2013, che si aggiungono ai circa 6,4 miliardi di euro della manovra già approvata a luglio e che seguono tagli già operati nell’ultimo triennio dal governo Tremonti-Berlusconi per oltre 20 miliardi, DELINEANO CON CHIAREZZA la SCELTA GRAVISSIMA di scaricare sui cittadini più deboli i costi della crisi mettendo in discussione la possibilità dei Comuni e degli altri Enti Locali di garantire DIRITTI COSTITUZIONALI FONDAMENTALI come il diritto all’inclusione sociale, alla casa alla scuola, alla mobilità, alla salute;
-che a essi si aggiungono ulteriori tagli sulla sanità di 2,5 miliardi per il 2013 e di 5 miliardi nel 2014 i cui effetti saranno gli ingiusti e odiosi ticket, che rischiano di essere aggravati anche in quelle Regioni dove già esistono e che molto spesso sono una forte limitazione del diritto alla salute soprattutto dei ceti più deboli;
-che questi numeri cambiano radicalmente il quadro dei rapporti finanziari fra Stato ed Enti Locali e sono destinati, soprattutto nella fase di predisposizione dei bilanci preventivi per il 2012 a fine anno, quando si sommeranno agli effetti delle varie manovre pregresse, A COMPROMETTERE la capacità degli ENTI LOCALI di GARANTIRE SERVIZI AI CITTADINI E Di PROMUOVERE POLITICHE DI SOSTEGNO ALLO SVILUPPO;
PREMESSO ALTRESI’
-che oltre ai tagli, nella manovra è previsto un attacco all’ ordinamento costituzionale e all’ autonomia dei Comuni, motivato falsamente come riduzione dei costi della politica, che mette in discussione il ruolo dei piccoli comuni sotto i 1000 abitanti, con norme confuse che impongono in maniera burocratica la gestione associata dei servizi e delle funzioni e la riduzione ulteriore del numero dei consiglieri comunali privandoli anche del gettone di presenza e riducendo ulteriormente il numero dei consiglieri dei comuni fino a 10000 abitanti ;
-che, mentre si profila la presentazione di un aleatorio disegno di legge costituzionale per l’abolizione delle Province, senza nessuna discussione seria sul coordinamento degli organi costituzionali dello Stato che avrebbe dovuto essere definita nell’ ambito dell’approvazione della Carta delle autonomie, nelle more si procede da subito a dimezzare i consiglieri provinciali, dimostrando, anche in questo caso, che il vero obiettivo è l’attacco alle rappresentanze democratiche dei cittadini;
TENUTO CONTO
-che questa manovra rappresenta un pericoloso e forse definitivo attacco all’autonomia dei comuni, delle Province e degli altri enti locali ma anche un attacco diretto alle condizioni di vita dei cittadini più deboli che pagheranno i costi di questa sciagurata politica con tagli ai servizi sociali o con aumento di tasse e tariffe comunali.
-che le misure economico-finanziarie contenute nelle manovre per il 2012-2014 non solo non sostengono processi veri di sviluppo e di crescita economica e non tutelano il reddito reale dei ceti più deboli, ma sono perfino in contrasto col processo di attuazione del cosiddetto federalismo fiscale e municipale che, in questo modo, diventerà solo la copertura di una scelta centralistica di tagli lineari e indistinti;
-che tali tagli costringeranno i comuni e gli altri enti territoriali a sottostare a una scelta perdente fra notevole ridimensionamento e/o privatizzazione dei servizi, aumento delle tariffe e vendita del patrimonio;
CONSIDERATO
-che un’ ambigua norma (art. 4 ), nell’ ambito del capitolo liberalizzazioni dei servizi e delle attività economiche, incentiva con apposite premialità e semplificazioni la privatizzazione dei servizi pubblici locali, in netta contrapposizione con quanto emerso nei recenti referendum e cioè la valorizzazione del ruolo pubblico nella gestione dei servizi anche di rilevanza economica, togliendo così ogni sostanziale libertà di scelta ai comuni in materia di servizi pubblici locali;
-che i tagli, colpendo o azzerando la spesa per lo sviluppo, gli investimenti e la spesa per il sociale, incideranno gravemente su questo delicatissimo comparto degli Enti Locali e delle Regioni, che già risulta ampiamente sottodotato rispetto ai bisogni reali e che la stessa regionalizzazione del PATTO DI STABILITA’ è assolutamente insufficiente e limitata per contenere gli effetti negativi della manovra;
PRESO ATTO
-che, in queste condizioni, è concreto il rischio che si reintroduca l’IRPEF sulla prima casa attraverso un meccanismo, previsto dalla manovra di luglio, di taglio di una serie di agevolazioni, detrazioni e deduzioni fiscali anche per i redditi bassi;
-che la prevista anticipazione della possibilità dei Comuni di aumentare ulteriormente le addizionali IRPEF, insieme alla facolta’ prevista dai decreti attuativi sul federalismo di aumentare altri tributi, è destinata ad accentuare una pressione fiscale locale che comprometterà la condizione sociale , oltreché favorire una spinta recessiva;
-che la strategia del Governo sulla presunta riduzione dei “costi della politica” appare tutta incentrata su misure volte a colpire i comuni di piccole e medio-piccole dimensioni e le Province, oggetto di una campagna denigratoria tale da farle apparire come enti inutili e fonte di spreco di risorse pubbliche;
EVIDENZIATO
-che, a fronte delle demagogiche enunciazioni del Governo, il peso ed il ruolo delle Province italiane è esplicitato da dati oggettivi quali:
1) esse rappresentano l'1,5% della spesa pubblica complessiva del paese, per un importo complessivo di 12 miliardi di euro;
2) la spesa complessiva di tali enti ha garantito la gestione di fondamentali voci quali Mobilità, Viabilità e Trasporti, Servizi e infrastrutture per la tutela ambientale, Edilizia Scolastica e Formazione professionale, Sviluppo economico, Promozione della cultura, promozione del turismo e dello sport, Servizi sociali,
3) la spesa complessiva del personale ammonta a 2,3 miliardi di euro per un totale di 61 mila unità;
4) a fronte della spesa complessiva, il personale politico delle Province rappresenta il 5,5% (113 milioni di euro) della spesa totale per gli organi istituzionali;
-che, alla luce di quanto sopra riportato, considerando che con l'eventuale soppressione delle Province le spese ai punti 1 e 3 non verrebbero eliminate ma semplicemente spostate in carico ad altri enti;
DELIBERA
1-di garantire il proprio appoggio – anche dopo l’approvazione definitiva della manovra – alle iniziative di lotta delle AUTONOMIE LOCALI contro gli effetti della manovra bis;
2 – di esprimere la propria contrarietà al previsto disegno di legge costituzionale di soppressione delle Province, e di sostenere invece una riforma organica dell’assetto istituzionale del Paese, che interessi tutti i livelli di governo, a partire dal Parlamento, che non si limiti a modificare numeri e dimensioni delle diverse istituzioni democratiche, ma ne ridefinisca con coerenza le funzioni, le competenze ed i ruoli”.
3- di sollecitare l’impegno di tutte le figure istituzionali (non solo i sindaci ed i Presidenti, ma tutti i consiglieri comunali, provinciali e regionali) nell’opera d’informazione e coinvolgimento dei cittadini, che sono le vere vittime degli effetti della manovra del Governo.
4– di sostenere a livello territoriale iniziative di mobilitazione capaci di coinvolgere gli utenti dei servizi che rischiano l’aumento delle tariffe, il peggioramento o la chiusura (es. asili nido, servizi sociali, ecc.) evidenziando con “scioperi alla rovescia o con altre iniziative anche simboliche le vere vittime di queste politiche governative.
5-di sostenere il ricorso alla Corte Costituzionale contro la illegittimità costituzionale di molti articoli della manovra bis che violano l’articolo 119 della Costituzione e la stessa legge delega n.42 , in considerazione del fatto che la riduzione delle risorse attraverso i tagli lineari, coniugata ai vincoli del federalismo, lede il principio di autonomia di entrata e di corrispondenza fra finanziamento integrale e funzioni pubbliche esercitate, il principio dell’ universalità e dell’ appropriatezza dei servizi. riconosciuti per legge come essenziali, nonché il rispetto delle indicazioni emerse dai referendum"