SAN SALVI: "DOVE VERRANNO TRASFERITI I MALATI DELLE CIVETTE?"
Domanda d'attualità in Provincia di Firenze del consigliere Marco Cordone (Lega Nord)
“Improvvisamente chiude la Rsa “Le Civette” di San Salvi. 70 licenziamenti? 60 malati che non sanno dove verranno trasferiti? La Lega Nord interroga in merito la Provincia di Firenze”. E' il titolo della domanda d'attualità presentata sul tema da Marco Cordone, consigliere provinciale della Lega Nord. Di seguito il testo.
"Considerato che: da notizie di stampa locale abbiamo appreso che la storica Rsa di San Salvi “Le Civette”, la quale ha sede negli spazi del vecchio manicomio cittadino, chiuderà(in questi giorni la cooperativa che aveva in gestione la Rsa ha inviato le lettere di licenziamento);
la suddetta chiusura potrebbe sfociare , nonostante le rassicurazioni non molto convincenti e frettolose dell' Asl in tal senso, nella perdita di 70 posti di lavoro(53 secondo la Asl), e in una situazione di grande disagio per 60 malati che non sanno dove saranno trasferiti, (nella struttura sanitaria vi è anche un centro diurno per l'Alzheimer);
a detta della direzione della Rsa “Le Civette”, la struttura funziona bene e da una buona assistenza, rispettando tutti gli standard e non si capisce perchè la stessa debba chiudere senza sapere che fine faranno i lavoratori e i pazienti;
un gruppo di parenti dei pazienti ha scritto una lettera alla Asl per sottolineare come i loro cari si trovino bene a “ Le Civette” e per chiedere come mai una struttura considerata “fiore all'occhiello” viene dismessa così in fretta e alla chetichella nonostante gli assistiti paghino circa 3200 euro al mese(la metà a carico dell'Asl, ma di fatto soldi pubblici), ed anche per sapere dove sarebbero trasferiti i loro cari;
lo Scrivente Consigliere Provinciale interroga il Presidente della Provincia e l'Assessore Competente per sapere: quali iniziative intendano mettere in atto in coordinamento con la Regione Toscana, il Comune di Firenze e con la Asl per salvaguardare i 70 lavoratori (53 secondo la Asl) che rischierebbero il posto di lavoro e per evitare drammi e comunque pesanti ricadute sulle famiglie, legate ad una nuova e difficile sistemazione per i malati".