MANOVRA, "ESSERI UMANI PRIMA DEI PROFITTI"
Mozione di Rifondazione per l'adesione della Provincia di Firenze alla marcia del 15 ottobre a Roma
Mozione di adesione alla Manifestazione Internazionale del 15 ottobre a Roma: “Gli esseri umani prima dei profitti, l'alternativa c'è ed è nelle nostre mani, democrazia reale ora”. L'ha presentata in Consiglio provinciale, per la discussione e l'approvazione, il gruppo di Rifondazione comunista. Ecco il testo del documento preparato dai consiglieri Andrea Calò e Lorenzo Verdi.
"Considerato che:
l’ultima manovra correttiva del governo rappresenta un nuovo duro attacco alle condizioni di vita e ai diritti della maggioranza della popolazione;
La crisi economica globale ha subito negli ultimi mesi una nuova violenta accelerazione, le cui conseguenze sono scaricate sulla vita degli uomini e delle donne;
Così come accaduto nella fase di esplosione della crisi, quando le misure volte al salvataggio delle banche furono scaricate sui bilanci pubblici, ora gli stessi attori finanziari transnazionali, con il pieno avallo del governo di centro-destra, puntano il dito contro il debito pubblico così generato, lanciano attacchi speculativi e chiedono nuove misure di austerity per ridurre il debito e rendere meno rischiosi gli investimenti;
Seguendo i dettami e le indicazioni di organismi ademocratici come Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale il governo ha fatto leva su “dogmi intoccabili” quali il pagamento del debito, il pareggio del bilancio pubblico, gli interessi dei mercati finanziari, le privatizzazioni, i tagli alla spesa, la precarizzazione del lavoro e della vita;
Le misure adottate distruggono il lavoro e i suoi diritti, i sindacati, il contratto nazionale, le pensioni, l’istruzione, la cultura, i beni comuni, il territorio, la società e le comunità, tutti i diritti garantiti dalla nostra Costituzione: opprimono il presente di una popolazione sempre più impoverita, negano il futuro ai giovani.
La crisi in atto impone a tutta l’Europa e quindi anche all’Italia, un ripensamento sugli indirizzi di politica economica, superando l’idea che alla sola finanza possa essere affidato lo scettro del governo dell’economia; che il benessere di un paese possa essere indicato dall’andamento del Pil; che il mercato si debba autoregolare costringendo lo Stato a compiere un passo indietro; che il welfare sia una zavorra e la privatizzazione sia l’unica ricetta; che la crescita sia un dovere da perseguire senza limitazioni.
Era possibile evitare di scaricare la manovra sui redditi da lavoro (in particolare del pubblico impiego), approfittando della crisi per sferzare un colpo violento ai diritti dei lavoratori, come accade con l’art. 8 e l’art. 9 della recente manovra. Era possibile evitare che a pagare fossero i cittadini e il welfare: tagliare agli enti locali vuol dire costringere comuni, province e regioni ad aumentare tasse e tariffe oppure ad azzerare i servizi. Trasporti, sanità e istruzione cadranno sotto il fuoco “amico” di una manovra antidemocratica, che colpisce due volte le donne penalizzandole nella previdenza ma anche nella gestione del rapporto lavoro-cura domestica, poiché viene meno il sistema sociale che dovrebbe aiutarle. Era possibile rispettare la volontà dei cittadini che nel referendum hanno espresso contrarietà alla privatizzazione dell’acqua e dei servizi essenziali, cioè gli stessi che la manovra consente siano venduti a privati in cambio di un incentivo economico;
Era possibile e doveroso rispettare le volontà, espresse con voto democratico dagli elettori: gli articoli 4 e 5 del Decreto Legge 138 contraddicono in pieno il pronunciamento di oltre ventisette milioni di italiani (la maggioranza assoluta degli aventi diritto al voto) che, con i referendum del 13 giugno scorso, avevano detto un secco «no» alla gestione privatistica del servizio idrico integrato, ma avevano anche segnato una netta inversione di tendenza nei confronti di tre decenni di cultura e pratica della privatizzazione selvaggia di tutto ciò che è patrimonio comune. Articoli che impongono, con la scadenza vincolante del prossimo 31 marzo 2012 e pochissime eccezioni, la forzata vendita (perciò la svendita) della gestione dei servizi pubblici essenziali;
Le mobilitazioni dell'ultimo anno hanno dimostrato la forza e il consenso di chi, esprimendo la propria contrarietà alle politiche del Governo Berlusconi, avanza proposte per un modello di società e per una politica alternativa: la vittoria referendaria di giugno, lo sciopero generale della CGIL e dei sindacati di base del 6 settembre, lo sciopero dei sindaci e dei presidenti delle province, contro i tagli nei trasferimenti, del 15 settembre e ora la preparazione della giornata europea internazionale con la manifestazione nazionale a Roma.
IL CONSIGLIO PROVINCIALE DI FIRENZE
Nell'esprimere la propria condivisione sui contenuti dell’appello del Comitato Promotore della Manifestazione internazionale del 15 ottobre “Democrazia reale ora” e nello specifico:
1. il rifiuto e l'opposizione alle scelte operate dal Governo nell'ultima manovra finanziaria;
2. la riappropriazione del potere di cittadinanza come fondamento di democrazia reale;
3. la necessità di uscire dalla crisi attraverso la costruzione di una vera alternativa che parta dai beni comuni, per la costruzione di un nuovo modello sociale, attraverso la gestione democratica del territorio, la riconversione ecologica della produzione, la democrazia energetica, la costruzione di un'altra scuola, di un'altra università, di un'altra ricerca, universalmente accessibili e in grado di contribuire alla svolta democratica, sociale ed ecologica, la giustizia sociale, la redistribuzione della ricchezza;
4. il recupero delle risorse dal taglio delle spese militari e da inutili e dannose Grandi opere.
Sottoscrive l'appello e aderisce alla Manifestazione di Roma del 15 ottobre p.v."