POGGIO SERENO, MA TANTE INQUIETUDINI
Il punto in Consiglio provinciale con l'assessore al Lavoro Elisa Simoni
Poggio Sereno. Grazie all'accordo firmato in Provincia ad aprile, si sono disciplinate minuziosamente tutte le modalità di pagamento degli istituti propri della risoluzione del rapporto di lavoro in modo che il verbale sottoscritto valga anche come titolo esecutivo in caso di mancato pagamento da parte dell'azienda. La questione della casa di cura di Fiesole è stata affrontata in Consiglio provinciale dall'assessore al lavoro Elisa Simoni, in risposta a tre domande d'attualità dulla vicenda, la prima delle quali del consigliere provinciale della Lega Nord Marco Cordone, quindi di Rifondazione comunista e del Pdl. La Provincia ha seguito fin dall'inizio e passo passo tutta la vertenza.
Cordone ha osservato come la vicenda rivesta due aspetti: l'uno strettamente legato ai dipendenti, l'altro non meno decisivo che è sui posti letto per i malati. "Sono problemi - ha detto - che vanno compresi e risolti anche in un'ottica di area vasta. Per questo Poggio Sereno rappresenta un banco di prova determinante".
Per Andrea Calò (Rifondazione), "l'Asl azzera una parte rilevante del sistema sanitario fiorentino. Devo dire anche che ho trovato molto dubbio il comportamento tenuto dalla Regione e dal Comune di Fiesole che non hanno assolto i loro doveri. Sono in gioco 60 posti letto che richiedono prestazioni specialistiche qualificate da non smantellare, quei 32 posti di lavoro per i quali si avvia l'iter regionale a conti già fatti".
"Ho la sensazione - osserva Baldini - che a monte possa esserci un problema di programmazione da parte della Regione. Poggio Sereno avrebbe potuto garantire servizi di lungodegenza".
Al tavolo procedurale della Provincia, dopo una lunga discussione, pur continuando a persistere una pesante crisi dell'azienda con enormi problemi economici, i rappresentanti aziendali di Poggio Sereno hanno accettato di non collocare in mobilità nessun lavoratore entro il 30 settembre 2011, termine ultimo di chiusura della procedura. L'azienda aprirà in tempi brevi una nuova procedura di mobilità qualora non verranno individuate soluzioni da parte dell'Asl.