ANCHE LA REGIONE ENTRA NEL “CENTRO PER LA MODA ITALIANA”
Il Consiglio d’Amministrazione passa da 9 ad 11 membri
(1° marzo 2004) – Il Consiglio a Regione Toscana entra nel “Centro per la moda italiana di Firenze”. Il Consiglio provinciale ha, infatti, approvato con 19 voti a favore, 2 astensioni e 7 voti contrari della Casa delle Libertà la modifica allo Statuto dell’associazione. Per Bevilacqua (FI) l’associazione si sta trasformando, sempre di più, in una società per azioni: “Questa modifica allo Statuto serve per far entrare la Regione con un capitale di 60 mila euro mentre la Provincia partecipa con una quota associativa di 17 mila euro. L’associazione, che si definisce senza fini di lucro, ha invece sempre più un’attività imprenditoriale. Incassa royalty – ha spiegato Bevilacqua – e detiene il 100% dell’azienda che gestisce la Stazione Leopolda, l’85% di Pitti Immagine ed il 50% dell’ente moda italiana. Riteniamo siano maturi i tempi per trasformare l’associazione in una Spa”. Corsinovi (Udc) ha denunciato il fatto che, dal 2000, non si conoscono i bilanci: “Le società del Centro Moda mirano al profitto – ha detto Corsinovi – fanno pubblicità e non attività caritatevoli. Ci viene chiesta una modifica allo Statuto e non ci vengono mostrati i bilanci. Inoltre, abbiamo scoperto solo ora che a rappresentare la Provincia nel Consiglio d’Amministrazione è Ferruccio Ferragamo: un esponente del mondo economico fiorentino che qualcuno, impropriamente, dava come assegnato al centrodestra”. Anche per chiarire la posizione di Ferragamo è intervenuto Matteoli (Ds): “Personalità di spicco all’interno del settore moda. L’ingresso della Regione – ha chiarito Matteoli – aiuta lo sviluppo economico, sul territorio, del Centro Moda che può diventare punto di contatto tra interessi collettivi privati e pubblici e pone l’associazione in un contesto nazionale”. Sulla richiesta di trasformazione in Spa è intervenuto anche il Presidente Gesualdi: “L’associazione è nata il 6 novembre 1954 – ha ricordato Gesualdi – se si vuole cambiare la ragione sociale, i consiglieri lo chiedano con un atto ufficiale. L’oggetto della delibera è l’aumento dei consiglieri d’amministrazione da 9 ad 11; quanto al rappresentante della Provincia nel Consiglio d’Amministrazione, scegliamo sempre persone competenti”.