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INCIDENTE SUL LAVORO A PONTASSIEVE: "NON SI PUO' CONTINUARE A MORIRE COSI'"
Calò e Verdi (Rifondazione comunista): "Non derubrichiamo tutto a semplice fatalità"

Muore Marco Bargellini, lavoratore esperto e qualificato alla fattoria agricola di Grignano di Pontassieve. "Nel Bel Paese - attaccano i consiglieri provinciali di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi - si muore di lavoro sepolti vivi sotto una palazzina a Barletta o in un'azienda agricola di Pontassieve". La vicenda delle morti sul lavoro, degli infortuni e delle malattie professionali "non può essere derubricata a semplice fatalità. Sugli omicidi sul lavoro permane un silenzio abissale e una totale indifferenza. Nella realtà si consuma ancora la vergogna di una strage continua di lavoratori". Presentata una domanda d'attualità. Di seguito il testo.

"Si muore ancora troppo di lavoro; per 4 euro l’ora al nero sotto le macerie di una palazzina; o come Marco Bargellini, 42 anni, operaio agricolo, delegato alla sicurezza nell´azienda agricola a Pontassieve.
Purtroppo, Marco Bargellini, operaio esperto da venticinque anni in azienda e morto sul lavoro e per lavoro presso la fattoria agricola di Grignano di Pontassieve. Apprendiamo dalla stampa la dinamica dell’incidente: “…era sul silos del vino, intento alla rimescolatura. Il collega era a terra, lui sopra la passerella, a controllare il tubo che dal basso rigettava il succo nel tino. È stato un attimo, il collega guarda in alto e lo vede riverso, con la testa dentro il boccaporto. Spegne tutto, sale le scale e lo tira fuori. Tenta di rianimarlo, ma non c´è più niente da fare. I vigili del fuoco hanno trovato il cellulare a circa 80 centimetri dal mosto, su quel cappello semisolido che si forma all´interno dei silos. Potrebbe aver tentato di recuperarlo mentre gli cadeva, entrando con la testa dentro il tino, oppure il telefono potrebbe essergli caduto dopo che si era già piegato…”.
Da quasi 25 anni, Marco Bargellini, lavorava, era un operaio esperto, stimato, delegato alla sicurezza per i lavoratori e conscio dei rischi che provengono dalle lavorazioni e dalla fermentazione del mosto. La certezza sulle capacità e qualità di Marco non hanno impedito l’ennesima tragedia. La vicenda delle morti sul lavoro non può essere derubricata, a semplice fatalità.
Rifondazione Comunista crede che si debba e si possa fare qualcosa di più. Non basta esortare le imprese affinché si rispettino i protocolli d’intesa o il Testo unico per la sicurezza del lavoro, (Dlgs 81/2008). Mancano investimenti per la formazione specifica e i controlli sono largamente insufficienti. In un paese civile non può succedere che esistono lavoratrici al nero che percepiscono 4 euro l’ora e vengono sepolte vive. Si scopre poi , sempre dopo, quando le tragedie sono avvenute, che la fabbrica non esiste ai fini fiscali e previdenziali, possibile tutto ciò?
In un silenzio abissale e nella più totale indifferenza si consuma ancora la vergogna di una strage continua di lavoratori.
Prosegue inarrestabile il quotidiano stillicidio di morti e infortuni sul lavoro, spesso dovuti alla elusione della sicurezza e ad inesistenti controlli da parte degli organi preposti, che diciamolo pure hanno organici e mezzi assolutamente insufficienti.
Una cultura della prevenzione che viene solo praticata nelle intenzioni di pochi mentre governo e Confindustria cercano di smantellare la giurisprudenza del lavoro e della sicurezza garantendo l’impunità a chi di macchia di omicidi gravissimi in nome del mercato e del profitto.
Gli scriventi Consiglieri Provinciali di Rifondazione Comunista nell’esprimere la propria vicinanza alla famiglia di Marco Bargellini che a 42 anni lascia la moglie e una figlia piccola di 5 anni e nel ribadire la nostra preoccupazione sul il continuo ripetersi di episodi infortunistici nei luoghi di lavoro, sui quali riteniamo opportuno non tacere e indignarsi, convinti come siamo che una “ paese che non si indigna di fronte alle stragi sul lavoro, non è un paese civile”, nel riaffermare l’invito alla massima attenzione e mobilitazione delle Istituzioni chiedono al Presidente della Provincia di Firenze e all’Assessore competente di riferire sul nuovo infortunio sul lavoro nella cantina Gragnano di Pontassieve , se la dinamica di questo nuovo evento infortunistico è data dalla riduzione e/o inosservanza delle misure di prevenzione o dall’omissione di quelle di protezione e sicurezza. Altresì chiediamo di sapere gli esiti delle indagini da parte dell’Ispettorato del lavoro e degli altri organi intervenuti, quale è il lavoro sino ad oggi fatto dall’Amministrazione Provinciale sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro e gli interventi attivati con le altre Amministrazioni Locali, ASL, Ispettorati del Lavoro e Magistratura per contrastare gli eventi infortunistici e mortali nei luoghi di lavoro ancora dovuti all’inosservanza della sicurezza".

05/10/2011 13.01
Ufficio Stampa Consiglio provinciale di Firenze