'CERAMICHE BRUNELLESCHI', "NON SI INGESSI IL FUTURO DEI DIPENDENTI"
Rifondazione invita ad aprire gli occhi sul rischio di speculazioni immobiliari
Il Tribunale di Firenze ha dichiarato il fallimento dello storico stabilimento 'Ceramiche Brunelleschi' delle Sieci di proprietà del gruppo Margheri. 34 lavoratori, da anni in cassa integrazione, rischiano la disoccupazione. Lanciato un appello della Cgil alle Istituzioni affinché si intervenga con rapidità a tutela del lavoro e dell'occupazione. Rifondazione Comunista "nell'esprimere la piena solidarietà ai lavoratori invita la Provincia di Firenze a farsi parte attiva nella tutela dei diritti e nel contrasto delle speculazioni immobiliari". I consiglieri provinciali di Rifondazione Andrea Calò e Lorenzo Verdi hanno presentato a riguardo una domanda d'attualità.
"Il Tribunale di Firenze dichiara il fallimento dello storico stabilimento Ceramiche Brunelleschi delle Sieci di proprietà del gruppo Margheri,
Finisce in modo drammatico la vicenda di una fabbrica nella quale insisteva da anni una durissima vertenza sindacale durante la quale i lavoratori, a fronte di una gestione fallimentare e di basso profilo imprenditoriale, hanno pagato un prezzo salato in termini di lavoro, salario e redditi. Negli oltre due anni di cassa integrazione i lavoratori, il sindacato, l'ampio schieramento istituzionale coinvolto nella difficile interlocuzione con una proprietà debole e incoerente sui temi del rilancio delle attività produttive e nella salvaguardia dei livelli occupazionali le hanno tentate di tutte per evitare la chiusura e/o la dismissione.
Nessuno però si aspettava che la chiusura sarebbe avvenuta per “... per un debito irrisorio....” a fronte di bollette non pagate con Toscana Energia Clienti la quale ha più volte vantato nei confronti dell'azienda un credito di 200.000 euro. Nonostante che Toscana Energia avesse “...chiesto un rinvio dell'istanza, per concedere ai proprietari, il gruppo Margheri, la possibilità di consolidare il debito...” il Tribunale ne ha decretato il fallimento. La Brunelleschi aveva debiti per milioni di euro, ma finora si era salvata dai tentativi di messa in mora grazie al possibile intervento di una cordata di banche, capeggiate da Bnl. Le stesse banche che un anno fa avevano imposto la messa in liquidazione dell'azienda, malgrado fossero stati investiti 12 milioni di euro
per il nuovo impianto di Pelago, mai entrato Ceramica in funzione.
Il 27 aprile 2011 i lavoratori della Brunelleschi avevano organizzato un Presidio di fronte alla Prefettura con il quale erano riusciti ad ottenere l'interessamento dello stesso Prefetto ad incontrare il pool di banche che controllava il gruppo Margheri proprietario dell'azienda. Il 20 maggio organizzata dalla Commissione Lavoro della Provincia si era tenuta una audizione del Sindaco di Pontassieve e della stessa Filtcem CGIL nella quale si era richiesto alla cordata delle banche e alla stessa proprietà il massimo della responsabilità sociale sia per consolidare il debito sia per rilanciare le attività di uno stabilimento che sul mercato continua a rappresentare a tutt'oggi un prodotto di qualità.
Dunque al curatore fallimentare resta in mano solo il
marchio mentre le strutture di Sieci e Pelago appartengono al
gruppo Margheri e non alla Brunelleschi. Da qui l'appello della CGIL ad attivare un tavolo istituzionale “... per far sì che il marchio sia venduto a un imprenditore della zona e dare una possibilità di impiego ai 34 lavoratori, che ora sono in cassa integrazione. Ma, con il fallimento, i margini di trattativa sono molto ridotti..”. Contestualmente vanno evitati ogni tentativi di speculazione di natura immobiliare poiché nell'area della vecchia fornace esiste un appetito della proprietà a realizzare un cospicuo complesso abitativo fino ad ora bloccato da un vincolo sull'area posto dall'Amministrazione Comunale di Pontassieve.
Il gruppo provinciale di Rifondazione Comunista nell'esprimere la piena solidarietà ai lavoratori della Brunelleschi e nel ribadire il proprio sostegno politico e istituzionale alla complessa vertenza chiede al Presidente della Provincia di Firenze e all'Assessore competente di riferire dettagliatamente su quanto sta avvenendo allo stabilimento Ceramiche Brunelleschi a seguito del suo fallimento. Altresì chiediamo di sapere cosa intende fare l'Amministrazione Provinciale unitamente al Comune di Pontassieve e alla Regione Toscana per tutelare e salvaguardare l'occupazione, sostenere i salari e i redditi dei 34 lavoratori già duramente provati da anni di cassa integrazione e quali sono i tempi per la convocazione del tavolo interistituzionale richiesto dalla CGIL. Infine chiediamo di sapere quali azioni verranno messe in essere anche dalla Giunta sul versante del rilancio delle attività produttive,per contrastare la desertificazione del territorio e contribuire a cedere un marchio prestigioso ad una impresa che rilancia il lavoro e l'occupazione".