LE CIVETTE, RIFONDAZIONE: "ALTRO CHE BENEFICI DALLA RIORGANIZZAZIONE"
Calò: "Qui si riproduce la logica del Governo Berlusconi. Dissentiamo profondamente dal Pd. Troppi forse. Non si risolvono i problemi della salute spalmando qua e là"
Rsa 'Le Civette': Rifondazione comunista contro "la dismissione delle strutture e l'attacco ai diritti dei lavoratori e degli utenti". Lo smantellamento e i tagli previsti, sostengono i consiglieri provinciali di Rifondazione comunista, "riproducono la logica del Governo Berlusconi". Articolata la nota predisposta dal gruppo provinciale di Rifondazione. In data 11 ottobre su richiesta della Cub Sanità si è tenuto l’incontro della Commissione Lavoro e Politiche Sociali della Provincia di Firenze sulla chiusura della Rsa e del Centro diurno Alzheimer 'Le Civette' decisa dalla Asl 10. L’incontro è stato preceduto dall’audizione del Direttore Generale dell’Asl di Firenze Ing. Marroni e della Dott.ssa Cuzzoni, Direttore della Società della Salute di Firenze.
Nel corso dell’audizione il gruppo Provinciale di Rifondazione Comunista ha ribadito la netta contrarietà alla chiusura della Rsa che ospita 60 anziani nella Rsa e 7 anziani nel Centro diurno Alzheimer e in cui lavorano 73 lavoratori.
Nell'incontro l'Asl "non ha saputo dimostrare e argomentare i presunti benefici derivanti dalla dismissione e quella in atto si prefigura a nostro avviso come un'operazione volta al risparmio economico e con motivazioni puramente aziendalistiche non compatibili con i bisogni socio-sanitari degli utenti coinvolti".
L'Asl e le forze sociali che hanno condiviso lo smantellamento "non hanno considerato le ricadute che i provvedimenti di sfratto/smantellamento avrebbero provocato sulla salute e sulla fragilità degli ospiti né tanto meno le conseguenze ricadute negative sui riferimenti ambientali e affettivi di cui necessitano". Appare "evidente che l'operazione tentata sta fallendo: il piano programmato e concordato tra dirigenza aziendale e parti sociali, si infrange contro la netta e legittima opposizione dei lavoratori -tenuti all'oscuro di tutta l'operazione predisposta sopra alle loro teste e sulle loro spalle- e delle famiglie degli utenti, uniti nel rivendicare il pieno rispetto dei loro diritti".
"Gravi" le responsabilità delle organizzazioni sindacali confederali che "in modo unilaterale e senza nessun percorso di coinvolgimento e di confronto con i lavoratori interessati, hanno concertato le loro sorti dando per scontato che essi avrebbero accettato la distribuzione degli utenti e la ricollocazione lavorativa, sulla base di un accordo neanche mostrato ai lavoratori stessi (proprio per questo in commissione abbiamo chiesto che la Asl lo fornisca)".
"Non ci stupisce la posizione della Coop", continuano Calò e Verdi. Quadrifoglio nella vicenda "si è mossa guardando soltanto alla tutela degli interessi contabili, usando la situazione dei lavoratori come strumento da utilizzare per battere cassa per la salvaguardia dell'appalto".
Non convince la tesi della non idoneità dei locali, "non convince l'ipotesi ventilata di realizzare negli stessi i Centri Operativi della Asl, non convince perché rimangono non chiariti e non giustificati i motivi per i quali siano stati realizzati negli anni passati ingenti investimenti per l'adeguamento della struttura e l'eventuale ipotesi del passaggio dell'immobile da uso sanitario a uso amministrativo apre per altro inquietanti scenari speculativi".
Se "contrastiamo i provvedimenti del Governo di attacco allo Stato Sociale, di cancellazione del Fondo per la Non Autosufficienza, di smantellamento del diritto al lavoro e del contratto nazionale non possiamo giustificare chi, in nome di questi tagli, ne produce altri disarmando l'intero sistema di protezione e di tutele sociali".
Su questo piano "non condividiamo la posizione espressa dal Partito Democratico che in modo subalterno accetta la logica dei tagli, di dismissione dei servizi, di attacco ai diritti quali il lavoro e la salute".
La modalità espressa dal Pd "non ci appartiene poiché i bisogni socio-sanitari non possono diventare una mera ragione di compatibilità economiche". La posizione espressa da Rifondazione Comunista "è in piena sintonia con chi si oppone ai tagli delle strutture di assistenza, ai licenziamenti e all'impoverimento del servizio sanitario fiorentino. Giusto è mantenere insieme le tre questioni che riguardano i diritti dei lavoratori, dei pazienti e delle loro famiglie".