LAIKA, RIFONDAZIONE: "RISOLVERE SENZA SCEMPI AMBIENTALI"
I consiglieri provinciali Calò e Verdi presentano un maxiemendamento a mozione del Pd
Il gruppo provinciale di Rifondazione comunista ha presentato un maxi emendamento alla mozione presentata dal Pd sullo stabilimento Laika di San Casciano. "Il dispositivo da noi presentato in merito al nuovo stabilimento Laika di San Casciano - spiegano i consiglieri provinciali di Rifondazione Andrea Calò e Lorenzo Verdi - coniuga la salvaguardia dell’occupazione e del diritto al lavoro con la tutela ambientale, paesaggistica e dei beni Culturali del territorio. Lanciamo così un monito al Pd affinché non si contrapponga il diritto al lavoro con le tutele ambientali. Non si utilizzino situazioni di crisi occupazionali per imporre soluzioni urbanistiche poco chiare. La proprietà mostri un alto profilo di responsabilità sociale". Di seguito il testo predisposto da Calò e Verdi:
"Premesso che la società Laika, azienda tedesca leader nel settore della camperistica, è una realtà industriale solida ed importante nata oltre 47 anni fa e cresciuta all'interno del sistema economico e sociale della Val di Pesa;
evidenziato che nel 2002 il Cda dell’azienda deliberò l’acquisto del terreno di Ponterotto mettendo contestualmente in vendita il capannone appena finito di costruire alla Sambuca (Laika 3) senza che esso fosse mai entrato in produzione
rilevato che Laika, sotto la guida della proprietà Hymer AG, è oggi un'azienda dinamica a livello internazionale negli investimenti immobiliari e finanziari, in un settore che presenta forti difficoltà, prova ne sono i ridimensionamenti degli stabilimenti del gruppo in Germania e in Francia;
considerata come strategica la scelta di Laika di mantenere la produzione nel nostro territorio, per tutte le valenze di carattere sociale, economico ed anche politico che essa rappresenta;
preso atto che la proprietà Laika ha da tempo avanzato una richiesta di ampliamento delle infrastrutture nel sito di San Casciano Val di Pesa, giustificando tale richiesta come una nuova prospettiva di sviluppo al fine di conferire all’azienda una crescita produttiva e occupazionale per una superficie totale di 32.000 mq (più del doppio della superficie attualmente in produzione) con una parte correlata alla produzione e quindi attualmente destinata a rimanere vuota
rilevato che l’ampliamento richiesto potrebbe portare al consolidamento dell’attuale dotazione organica dello stabilimento (passata da 250 dipendenti del 2003 ai 205 attuali) e di tutto l’indotto.
Evidenziato che una soluzione positiva alle richieste di ristrutturazione aziendale sia opportuna e necessaria (anche perché poste come condizioni sine qua non al mantenimento del sito produttivo e dei posti di lavoro nel territorio) ma che allo stesso tempo tale soluzione non possa e non debba prescindere dalla tutela del paesaggio dell’ambiente e dei beni culturali;
considerato che
Sindaco e Giunta ed all'Amministrazione Comunale di San Casciano Val di Pesa dichiarano di voler coniugare la salvaguardia e valorizzazione del territorio con le esigenze dello sviluppo economico e la tutela dei lavoratori e delle loro famiglie;
impegna la Giunta Provinciale
a adottare nell'ambito delle proprie competenze, tutte le iniziative necessarie a giungere ad una soluzione positiva e veloce della vicenda e a vigilare affinché situazioni di crisi occupazionale non vengono utilizzate per imporre soluzioni urbanistiche che contraddicano gli indirizzi della L.R.1/2005 che recita testualmente: “.. nuovi impegni di suolo a fini insediativi e infrastrutturali sono consentiti esclusivamente qualora non sussistano alternative di riutilizzazione e riorganizzazione degli insediamenti e delle infrastrutture esistenti”.