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IN BICLETTA GUARDANDO L’ARNO PER 86 KM
La Provincia di Firenze presenta il primo Piano di mobilità ciclabile. Il fiume d'argento su due ruote come il Danubio Blu

Da Marcignana a Incisa, passando per Firenze, su due ruote, costeggiando l’Arno d’argento sul modello del bel Danubio blu. Non un giro di valzer, ma in bici quando verrà adottato il Piano di mobilità ciclabile, il primo del genere, predisposto dalla Provincia di Firenze e presentato stamani in Palazzo Medici Riccardi in un convegno al quale hanno preso parte l’assessore provinciale alla Mobilità Mirna Migliorini e quello del Comune di Firenze Vincenzo Bugliani, il Sindaco di Sesto Fiorentino Andrea Barducci, l’assessore provinciale all’Ambiente Riccardo Gori e il Direttore del Circondario Empolese Valdelsa Alfiero Ciampolini. Nella Sala Rossa presenti il Presidente dell’Associazione italiana città ciclabili Augusto Castagna e il direttore regionale di Trenitalia Fiorenzo Martini, il direttore della Sita Velio Del Bolgia e il responsabile nazionale del reti ciclabili della Fiab Claudio Petroni, insieme ai rappresentanti delle associazioni ambientalisti e cicloamatoriali di Firenze. Nell’ambito del territorio provinciale fiorentino, dunque, la mobilità ciclabile, con valenza ambientale e turistica, si concentra soprattutto lungo la direttrice dell’Arno, caratterizzata però da una discontinuità dei percorsi ciclabili esistenti che non sono collegati tra di loro e sono privi di segnalazioni e punti di assistenza. Ebbene, le linee guida preparate dalla Provincia ed elaborate dall’ingegnere Alessandro Bergamini, disegnano un percorso ciclabile privo di punti di discontinuità sia in riva destra ( 83 Km) che in riva sinistra (86 km) dell’Arno sull’esempio dei grandi percorsi esteri come la pista del Danubio. La realizzazione di un percorso ciclabile sulle rive dell’Arno assume anche una importanza dal punto di vista del recupero di un ambiente, quello fluviale oggi in parte degradato, ma di vitale importanza per tutto il territorio regionale con risvolti notevoli anche per quanto riguarda la sicurezza degli argini, la loro manutenzione e pulizia.
Il ‘Piano della mobilità ciclabile’, fatte salve le competenze delle Amministrazioni Comunali sul proprio territorio, individua come prioritari questi tre interventi: l’individuazione dei tratti mancanti dei percorsi ciclabili e tali da a collegare tra di loro le reti ciclabili in modo da formare un reticolo ed intraprendere la loro realizzazione; il coordinamento dei progetti esistenti al fine di sviluppare una rete ciclabile basata sui seguenti requisiti; il miglioramento dell’interscambio tra la bicicletta e gli altri modi di trasporto. Perché esista un sistema ciclabile ci vogliono infrastrutture primarie (piste e percorsi ciclabili), infrastrutture ausiliarie (aree di sosta, parcheggi), supporti logistici ( custodia, noleggio e manutenzione) e supporti organizzativi (nodi di interscambio con gli altri mezzi di trasporto).
La prima azione da intraprendere per il raggiungimento dell’obiettivo del Piano è quella di procedere alla maggiore integrazione possibile tra bici e gli altri sistemi (Treno, Bus, Auto), prevedendo a creazione di nodi di interscambio in tutti gli strumenti di pianificazione urbanistica a disposizione delle Amministrazioni Locali e della Provincia stessa. Bisogna inoltre ristrutturare le strade provinciali in cui è prevista la presenza di nodi di interscambio (Stazioni FS, Fermate Bus) con la creazione di corsie ciclabili riservate, ricavabili anche dall’utilizzo delle banchine laterali.
Il raggio ottimale di azione della bicicletta è di circa 5 km. Per viaggi di lunghezza maggiore come possono essere quelli casa – scuola e casa – lavoro dei cittadini così detti “pendolari è opportuno prevedere dei nodi di interscambio tra i diversi sistemi di trasporto. Questi nodi sono, evidentemente le stazioni ferroviarie e le autostazioni od almeno i capolinea dei servizi di trasporto pubblico locale.
Allo stato attuale l’unica rete ciclabile urbana risulta essere quella della città di Firenze. “Dalle analisi svolte – spiegano i realizzatori del Piano – questa rete al momento non può offrire un’efficace alternativa alla mobilità veicolare motorizzata”. La rete ha infatti uno sviluppo preponderante in aree residenziali , sportive e di interesse ambientale (Parco delle Cascine, Arginvecchio e Parco dell’Anconella) ma offre scarse alternative per il raggiungimento dei poli di attrazione posti principalmente posti nel centro storico. Tuttavia, secondo le indicazioni del Piano Urbano del Traffico sono previsti interventi a breve e medio termine definiti di completamento. In particolare è previsto l’attraversamento del centro storico.
Si punta quindi alla creazione di una rete ciclabile metropolitana. Al momento vi è mancanza di infrastrutture ausiliarie presso le stazioni Fs di Sesto Fiorentino, Zambra, Signa e Pontassieve, come aree di parcheggio attrezzato per bici e punti di assistenza. Sono previsti però sviluppi positivi nell’area del Comune di Sesto Fiorentino dove sono state programmati tre percorsi ciclabili che collegano le stazioni ferroviarie di Sesto, Zambra e Firenze Cascine con il Polo scientifico della Università degli Studi di Firenze.

05/03/2004 12.09
Provincia di Firenze