LIBRI. ESCE 'LA PERLA DI LOLEK' DI BRANCALE
19 testi per cogliere in modo originale la vicenda di Karol Wojtyla, "il nomade bianco": "Ha cucito e gettato una rete immersa nel mare della storia personale e corale"
'La perla di Lolek', edito da Giuliano Ladolfi Editore, è il nuovo libro di Michele Brancale. In chiave personale l'autore si è avvicinato poeticamente a Wojtyla - il 22 ottobre ricorre la prima memoria liturgica (beatificato il primo maggio, verrà festeggiato annualmente nel giorno del suo insediamento in San Pietro, il 22 ottobre) - per cogliere, in 19 testi, quello che si è sedimentato lungo gli anni, nel suo ascolto. "Il papato di Wojtyla ha parlato in profondità e ampiezza al villaggio globale - si legge nella postfazione - E’ stato osservato come Giovanni Paolo II abbia di fatto dato del tu a miliardi di uomini e sembrava che li conoscesse tutti per nome".
Dall’elezione al viaggio a Cuba, da Romero allo spirito di Assisi, dalla festa degli incontri alla consapevolezza predicata dei nuovi martiri, la critica all’economia selvaggia e alle guerre chiamate per nome e non genericamente, ‘La perla di Lolek’ (Il nomade bianco) esplora in modo originale la vicenda di un grande testimone a cavallo di due millenni, un “nomade bianco” che continua a parlare, a provocare con tatto, in un certo senso a bussare - piaccia o non piaccia - senza lasciare indifferenti.
La vicenda di Wojtyla è germinata tra le macerie del nazismo e del comunismo dell'Est.
Il suo pontificato è stato avviato in piena guerra fredda, è passato, suscitando il cambiamento, attraverso la primavera del 1989, che vide cadere il muro di Berlino e quello che rappresentava, e ha traghettato nel nuovo millennio la speranza cristiana che non si è lasciata intimidire dalle esplosioni dell'11 settembre e dalla deriva che ne è seguita.
La cifra del rapporto personale ha definito la costruzione paziente di una rete che si è immersa nel mare della storia personale e corale. “E Lolek trovò nel campo una perla/che tutto illuminava dal di dentro,/ come se a toccarla si accendessero/le luci delle cose d’ogni giorno,/l’anima delle persone incontrate./L’afferrò e si mise a camminare./Percorsa la strada si fermò un poco/e si voltò abbracciando la distanza:/sulla strada c’erano le sue impronte”.
Michele Brancale e' nato nel 1966. Vive e lavora a Firenze.