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PENDOLARI DEL MUGELLO E DEL VALDARNO. "I SINDACI? UN TRENO IN RITARDO"
I consiglieri provinciali di Rifondazione comunista parlano di "lacrime di coccodrillo"

"Abbiamo visto in questi giorni le ipocrisie e le lacrime di coccodrillo dei sindaci del Mugello e del Valdarno Fiorentino sulla situazione del pendolarismo ferroviario - dichiarano i consiglieri provinciali di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi - Hanno sistematicamente ignorato proteste, disagi e criticità di ogni sorta, coperto le inefficienze di Trenitalia e le responsabilità dell'Assessore Regionale ai trasporti: vittime o carnefici?". Di seguito una nota rilasciata dai consiglieri.

"Apprendiamo dalla cronaca locale che un drappello di sindaci riscopre la drammatica situazione in cui versa il pendolarismo ferroviario dopo che per anni sono stati sistematicamente ignorate le denunce, le proteste, le prese di posizione dei pendolari contro disagi, criticità, sovraffollamenti e mancanza di sicurezza confort e dignità nei convogli locali e regionali.
Anzi diventano intollerabili le ipocrisie e le lacrime di coccodrillo dei sindaci del Mugello e del Valdarno Fiorentino sui disastri del trasporto ferroviario.
Sui tagli, sulle carenze dei convogli, sui ritardi e le soppressioni delle corse, sui disagi quotidiani di pendolari costretti a viaggiare senza il minimo spazio vitale e con gli ombrelli aperti, sulla violazione del Contratto di Servizio prodotte da Trenitalia in modo indisturbato pesa il silenzio colpevole di quei primi cittadini che non si sono mai fatti carico della tutela dei diritti alla mobilità subendo passivamente le decisione della Regione Toscana e del soggetto gestore.
Sono state decine e decine le interpellanze fatte nei vari organi istituzionali (Rignano sull'Arno, Figline Valdarno, Borgo San Lorenzo, Provincia di Firenze) che hanno chiesto ai primi cittadini di intervenire e rimuovere le inefficienze e la malagestione nel trasporto su ferro fino ad arrivare a richiedere un loro intervento sui treni e convogli tagliati e sulle fasce orarie maggiormente penalizzate.
Non è stato il sindaco di Rignano sull'Arno ad affermare che c'è sempre stato un tavolo tra comuni, provincia di Firenze, Regione Toscana e Trenitalia?
Dunque si abbia per lo meno il pudore di ammettere la sottovalutazione del disastro consumato e si cerchi di rimediare con azioni e atti concreti a favore dei pendolari e del vituperato diritto alla mobilità.
Se palese è l'inerzia e la logica prettamente aziendalistica (risparmi e massivizzazione dei profitti) di Trenitalia è altrettanto evidente l'immobilismo istituzionale dunque ci attendiamo che i sindaci, anche quelli più silenti come il sindaco di Figline Valdarno e più colpevoli come quello di Borgo San Lorenzo, indossino la fascia e rappresentino i bisogni sociali del trasporto pendolare.
La fase non consente più camaleontismi, ambiguità o reticenze, il banco di prova è dato, oltre che dai tagli anche dalla ridefinizione degli orari e dalla conseguente riorganizzazione delle linee prevista per il prossimo dicembre.
Vorremmo chiedere ai sindaci le ragioni per le quali niente ad oggi è dato sapere sugli indirizzi che Regione e Trenitalia intenderanno adottare e quali siano le loro posizioni in merito; vorremmo sapere cosa pensano i sindaci delle sistematiche violazioni al Contratto di Servizio da parte di Trenitalia (sulla decenza del servizio, sul mancato coinvolgimento dei pendolari -sulle scelte fatte e su quelle da fare- e sui mancati rimborsi per gli abbonati Pegaso) e perché ad oggi non siano stati capaci di far sentire la loro voce per la rivendicazione del rispetto degli accordi.
Non possiamo accettare che chi è colpevole di latitanza e di passività si autoassolva e nel caos generale in cui versa il trasporto pendolare, a fronte di un inchiesta giornalistica che ne palesa mediaticamente la drammaticità, cerchi di dipingersi addosso l'immagine della vittima e del paladino di quei pendolari che, fino ad oggi, ha di fatto ignorato".

27/10/2011 13.01
Ufficio Stampa Consiglio provinciale di Firenze