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SESTO, "PIU' LUCE SULLA CONDIZIONE DEI LAVORATORI CINESI"
Il gruppo consiliare di Rifondazione comunista chiede informazioni alla Provincia di Firenze

Con un'ordinanza del Sindaco di Sesto Fiorentino "sono sospese le attività di 149 aziende di proprietà di cittadini cinesi. Trovati durante l’ispezione all'interno dei capannoni - rilevano i consiglieri provinciali di Rifondfazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi - sostanze infiammabili, un elevato affollamento, l'uso promiscuo dei fabbricati, la carenza di estintori e di vie di fuga, oltre a una cattiva gestione degli impianti". Trovati molti lavoratori "in questi capannoni, non sappiamo quanti e come e quanto vengono pagati. Lavoratori costretti in regime di semischiavitù, anche grazie alle Leggi sull’immigrazione del Governo Berlusconi".
Rifondazione Comunista chiede alla Provincia di sapere "quanti operai lavoravano illegalmente per i suddetti capannoni e per quali produzioni venivano utilizzati. E qual é il ruolo e il contributo della Regione Toscana, della Provincia di Firenze e degli Enti locali nella lotta e all’emersione del lavoro nero e clandestino". Presentata una domanda di attualità. Di seguito il testo.

"Una vasta operazione di controllo effettuata il 9 novembre scorso da Vigili del Fuoco, Guardia di Finanza, Carabinieri, Polizia, Asl e Inail insieme alla Polizia municipale di Sesto Fiorentino si è svolta e ha prodotto un’ordinanza "contingibile e urgente" del Sindaco di Sesto Fiorentino che intima specificamente agli affittuari e alle suddette 149 ditte la sospensione immediata dell’attività.
Le ragioni che hanno indotto l’Amministrazione di Sesto ad intimare immediatamente la chiusura sono da attenersi principalmente alla sfera della sicurezza degli ambienti di lavoro e pubblica, infatti le carenze e le inadeguatezze erano emerse nei giorni scorsi, in seguito al sopralluogo del 9 novembre aveva evidenziato la presenza, all'interno dei capannoni, di sostanze infiammabili, di un elevato affollamento, dell'uso promiscuo dei fabbricati, della carenza di estintori e di vie di fuga, oltre a una cattiva gestione dell'impianto elettrico. Durante i controlli, le forze dell'ordine avevano trovato anche un ragazzino di 12 anni intento a cucire borse e portafogli. I militari del nucleo Antisofisticazione dell'Arma, invece, nelle ispezioni hanno apposto i sigilli alle cucine, sequestrando e distruggendo più di 200 chili di cibo avariato, già pronto per essere servito agli operai cinesi.
Lo smantellamento delle ditte gestite da “caporali” di nazionalità cinese si inserisce in una pratica di dumping sociale, che invece di esternalizzare le produzioni all’estero appalta il lavoro a chi utilizza lavoratori ricattabili sottopagati.
Sono questi gli operai cinesi che mangiavano e continueranno, magari in altri capannoni, a mangiare cibo avariato per una manciata di centesimi di euro, in questi capannoni non sappiamo quanti lavoratori ci sono e come e quanto vengono pagati. Lavoratori questi costretti in regime di semischiavitù, grazie alle Leggi del Governo Berlusconi sull’immigrazione e dalla voracità di aziende che sbandierano il Made in Italy e l’alta moda (anche per conto di importanti griffe), eludendo leggi e diritti dei lavoratori.
Rifondazione Comunista apprezzando il lavoro svolto dai vari organismi sul contrasto e smantellamento dell’abusivismo contrattuale, retributivo e fiscale chiede alle Amministrazioni Locali – Comuni, Provincia di Firenze e Regione Toscana - di non limitarsi alla chiusura di alcuni capannoni ma di allargare le azioni di controllo e monitoraggio al fine di impedire che cittadini e lavoratori, di qualsiasi nazionalità essi siano, non vengano usati per massimizzare il profitto con l’illegalità e gli illeciti..
L'operazione portata a termine all'Osmannoro ha reso evidente un giro milionario di affari in nero. Fino a ora gli imprenditori cinesi denunciati sono una ventina, «ma il numero è destinato a crescere», dichiarano dal comando provinciale della guardia di finanza che in questi giorni lavora per capire quanta merce contraffatta usciva dalle 149 ditte sotto sequestro e dove era diretta.
Gli scriventi Consiglieri Provinciali nell’esprimere la proprio apprezzamento per l’operazione compiuta dai Vigili del Fuoco, Guardia di Finanza, Carabinieri, Polizia, Asl e Inail insieme alla Polizia municipale di Sesto Fiorentino sul contrasto al lavoro nero, clandestino e sulle violazioni contrattuali, contributive e fiscali di imprese, chiedono al Presidente della Provincia di Firenze e all’Assessore competente di riferire sulla vicenda della chiusura di 149 aziende, tutte di proprietà di cittadini di etnia cinese, che avevano ottenuto in subaffitto i locali di via Ponte a Giogoli 67, 69, 71. 73 e 75.
Quanti operai lavoravano illegalmente per i suddetti capannoni, per quali produzioni venivano utilizzati. Se è vero che l'operazione portata a termine all'Osmannoro ha smantellato un giro milionario di affari in nero chiediamo di conoscere quale il ruolo e il contributo della Regione Toscana della Provincia di Firenze e degli Enti locali nella lotta e all’emersione del lavoro nero e clandestino".

22/11/2011 13.37
Ufficio Stampa Consiglio provinciale di Firenze