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STORNI A FUCECCHIO E MANCATI ABBATTIMENTI
Cantini risponde a Calò (Rifondazione) che continua a polemizzare

Proteste di Federcaccia e Arcicaccia sull'abbattimento degli storni a Fucecchio. Lo storno è una specie non cacciabile secondo la normativa comunitaria. Negli anni precedenti e anche quest’anno la Regione Toscana ha consentito la caccia in deroga in varie parti del territorio. La Regione, in particolare, ha autorizzato la Provincia a rilasciare le autorizzazioni in deroga solo nei Comuni dove erano stati presentati danni alle colture agricole. L'assessore provinciale alla Caccia Laura Cantini ha risposto in Consiglio alla domanda d'attualità presentata sul tema da Rifondazione comunista. Occorre far riferimento alla delibera della Giunta regionale numero 741 del 29 agosto 2011, con la quale si ritenne opportuno attuare i prelievi solo nei comuni dove si erano stati verificati dei danni superiori ad una certa cifra e dove erano presenti coltivazioni (in particolare vigneti, frutteti e oliveti) suscettibili di gravi danni da parte degli storni. A questo scopo fu predisposto dalla Regione un elenco ristretto di comuni di cui purtroppo non faceva parte Fucecchio, né altri comuni della zona e della provincia. La situazione che vivono i cacciatori di Fucecchio riguarda anche altre realtà del territorio provinciale, perché soltanto 10 comuni fiorentini sono stati autorizzati al prelievo in deroga. Così si sono create situazioni paradossali in cui alcuni cacciatori del comune vicino sono autorizzati mentre altri, a poche centinaia di metri di distanza non possono cacciare gli storni, che invece non si spostano, come ovvio, in base ai confini amministrativi.
"Trovo discutibile la modalità con la quale vengono scelti i criteri - ha commentato Calò - perché si sceglie di abbattere gli storni laddove questi hanno prodotto dei danni alle colture o comunque alcuni squilibri. La trovo incongruente perché se uno va a leggere i criteri generali della legge, l’abbattimento in senso di controllo delle popolazioni di animali delle diverse specie viene fatto anche come elemento preventivo. Anche la Provincia avrebbe dovuto accorgersi prima di questo errore. Più in generale l'assenza di controllo, vigilanza e monitoraggio crea una serie di problemi alle attività imprenditoriali agricole e alle attività imprenditoriali forestali, come rilevato da Coldiretti. Voi non siete mica degli illustri ospiti che non hanno diritto di parola prima che un atto venga emanato. La Provincia, pur essendo un ente subordinato, non svolge una funzione ancillare".

27/11/2011 19.09
Ufficio Stampa Consiglio provinciale di Firenze