GLI EFFETTI DELLA MANOVRA MONTI SULLE PROVINCE BARDUCCI: “UN VERO PASTICCIO, CI VOLEVA PIÙ CORAGGIO. ALLA FINE SI RISPARMIERÀ SOLO LO 0,62% DEL BILANCIO”
“Non sono toccati gli enti di secondo grado, le Prefetture e le sedi distaccate dei Ministeri”. Organismi istituzionali trattati allo stesso modo in cui si scioglie un consiglio comunale per infiltrazioni mafiose
"Ci voleva più coraggio, così si è fatto solo un bel pasticcio. Per quanto riguarda la Provincia di Firenze, si è messo in piedi tutto questo 'ambaradan' per risparmiare alla fine soltanto lo 0,62% del bilancio. Si poteva invece intervenire con più decisione sugli enti di secondo grado. E poi mi chiedo che senso ha, se si toccano le Province, mantenere in piedi tutto l'impianto delle Prefetture e dei Ministeri distaccati". Così il Presidente Andrea Barducci ha commentato il decreto varato dal governo Monti che produrrà effetti anche sull'ordinamento delle Province. "Non siamo qui a difendere il fortilizio e tantomeno la poltrona di qualcuno - ha spiegato Barducci - già in tempi non sospetti, primi a livello nazionale, avevamo avanzato una nostra proposta di riordino mettendo in gioco la stessa Provincia di Firenze, nell'ottica di costituire una provincia metropolitana insieme a Prato a Pistoia. Qualcuno allora si mise a ridere, ma se avessimo seguito quella strada sicuramente oggi ci troveremmo ad operare in un contesto migliore. Perché adesso si è tirato in ballo le Province in modo confuso, solo per offrire all'opinione pubblica un capro espiatorio che non farà risparmiare pressoché nulla. Prima si è sventolata la tesi dei 17 miliardi che si sarebbero risparmiati abolendo le Province. Oggi invece l'Università Bocconi ci dice che in Italia si potranno risparmiare al massimo 65 milioni di euro. Potevamo fare di più e meglio riorganizzando e accorpando senz'altro un buon numero di province, e più che altro abolendo tutta la selva degli enti di secondo grado che invece restano in piedi, anzi aumenteranno con l'istituzione dell'Unione dei Comuni prevista anche da questo governo."
"Ancora una volta, questa è la verità, si è preferito cavalcare il luogo comune che accompagna da un po' di tempo le province, senza andare a toccare i veri privilegi che sono in Parlamento, anche perché lì la manovra avrebbe corso il rischio di affondare per mano degli stessi intoccabili di sempre".
"Nel frattempo il decreto varato dal Governo Monti pone dei problemi immediati ed apre una fase davvero complicata - ha aggiunto Barducci - Per quanto riguarda la Provincia di Firenze la prima conseguenza riguarda il bilancio di previsione che era già stato approvato dalla Giunta e che sarebbe stato discusso dal Consiglio il 15 dicembre. Un bilancio che tra l'altro prevedeva tagli del 20% e il dimezzamento dell'indebitamento, in linea con lo spirito di risparmio espresso dal governo. Però, vista la situazione di incertezza che si è determinata, chiederò al Consiglio il rallentamento della fase di approvazione, perché manca chiarezza su alcuni tributi come ad esempio l'addizionale Enel. Inoltre non possiamo approvare le spese per le competenze che tra qualche mese saranno dirottate ad altri enti. A questo proposito chiediamo all'Upi Toscana di aprire un tavolo di confronto con la Regione in vista del trasferimento di competenze previsto dal decreto già dal prossimo 30 aprile".
Alla fine il Presidente Barducci ha criticato anche il metodo adottato per intervenire sulle Province: "Il Governo ha scelto la strada di un decreto che noi riteniamo di per sé negativo perché interviene su enti eletti direttamente dal corpo elettorale. A nostro parere c'è bisogno di una legge ordinaria dello stato che rimetta al Parlamento le decisioni finali. Ma al di là delle considerazioni di legittimità costituzionale, mi preme rivendicare il ruolo svolto in assoluta correttezza e dedizione da tanti consigliere e assessori che hanno dedicato alla politica una parte importante della loro vita. Non credo sia stato corretto trattare questi organismi istituzionali, che hanno lavorato con responsabilità per il bene comune, allo stesso modo in cui si scioglie un consiglio comunale per infiltrazioni mafiose".