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AVVISO DI LICENZIAMENTO A SARTE ROM? "SALVARE LA KIMETA"
Rifondazione comunista chiede alla Provincia di Firenze "di attivarsi senza alcun indagio per contrastare la chiusura di questa importante esperienza"

Licenziate le donne della sartoria di Kimeta che da anni lavoravano sul versante dell’integrazione e del’inclusione sociale di donne rom. La Funzione Pubblica Cgil lancia un appello alle Amministrazioni Locali affinché intervengano tutte per salvaguardare questa esperienza, i progetti in corso e i posti di lavoro. Rifondazione Comunista, con i consiglieri provinciali Andrea Calò e Lorenzo Verdi, esprime solidarietà alle lavoratrici e chiede alla Provincia di Firenze "di attivarsi senza alcun indugio con le altre Amministrazioni Locali per contrastare la chiusura e salvaguardare il lavoro e le sorti delle persone che da anni usufruiscono di questa importante esperienza". Presentata una domanda d'attualità. Di seguito il testo.

"La Funzione Pubblica CGIL lancia un appello alle Amministrazioni Locali affinché intervengano senza alcun indugio affinché si “…continui l'esperienza dei laboratorio Kimeta che per 15 anni si è occupato di alfabetizzazione e inserimento nel mondo del lavoro di donne rom….”. Infatti le lavoratrici di Kimeta avrebbero ricevuto un avviso di licenziamento dalla cooperativa che gestisce il laboratorio, un esperienza unica, singolare e significativa sul piano dell’integrazione, dell’ accoglienza e dei diritti di cittadinanza.
Il laboratorio Kimeta nasce circa “…quindici anni fa a fronte di un progetto iniziale di " Donne per le Donne", che prevedeva l'alfabetizzazione e l'inserimento di donne Rom, gestito dalla Cooperativa Sociale Samarcanda…”
Dal progetto “…di alfabetizzazione e di integrazione era nato un laboratorio di Sartoria e Stiratura gestito, appunto, dalla Cooperativa Samarcanda da circa 7 anni, nel quale 5 donne erano state reinserite nel mondo dei lavoro e si erano create nell'arco degli anni un ambiente protetto dove lavorare in armonia anche con le persone del quartiere, che "vivevano" il laboratorio come
punto di riferimento e socializzazione, dove studenti anziani e famiglie del quartiere usufruivano di questo servizio, accompagnato da caffè turco….”.
L’azzeramento di questa esperienza rischia così di far regredire esperienze di vita umana che avevano trovato stabilità sotto tutti i punti di vista da quella sociale a quella economica, mentre si riaffaccia lo spettro della precarietà. Da qui l’appello a far continuare questo progetto e i tentativi di contrastare i licenziamenti e lo stesso smantellamento.
Gli scriventi Consiglieri provinciali di Rifondazione Comunista nell’esprimere la piena solidarietà alle lavoratrici del laboratorio Kimeta e nel dichiarare il proprio impegno politico e istituzionale a sostegno della vertenza che in modo inequivocabile chiede la prosecuzione del progetto e la salvaguardia dei posti di lavoro chiedono al Presidente della Provincia di Firenze e all’Assessore competente di riferire sullo smantellamento del laboratorio Kimeta e sui conseguenti licenziamenti.
Altresì chiediamo di sapere cosa intende fare l’Amministrazione Provinciale per salvaguardare le attività e i processi di integrazione avviati dal laboratorio stesso nonché i posti di lavoro. Infine chiediamo di sapere se è prevista una cabina di regia istituzionale tra le varie Amministrazioni Locali ( Regione Toscana, Comune di Firenze, Quartiere 4) e la stessa Provincia di Firenze per sostenere l’appello della CGIL FP e degli stessi lavoratori del laboratorio Kimeta".

22/12/2011 11.55
Ufficio Stampa Consiglio provinciale di Firenze