ORARI NEGOZI, IL PRESIDENTE BARDUCCI CONTRO LA LIBERALIZZAZIONE SELVAGGIA
“Il ricorso che sarà presentato alla Corte Costituzionale dal Presidente della Toscana va nella direzione giusta”
“Non si risolve il problema del calo dei consumi con la totale ‘deregulation’ degli orari dei negozi o dei centri commerciali. La capacità di spesa manca perché manca il lavoro. Ed è su quello che dobbiamo concentrare i nostri sforzi”. Andrea Barducci, Presidente della Provincia di Firenze, commenta così le decisioni assunte dalla Giunta regionale per disciplinare le attività commerciali. “Il ricorso che sarà presentato alla Corte Costituzionale dal Presidente della Toscana va nella direzione giusta – afferma Barducci – non solo per riaffermare la competenza della Regione in materia di Commercio. Questo passaggio serve anche a dare maggiore forza a quelle regole, del resto molto ragionevoli, che la Regione Toscana ha indicato ai Comuni”.
“Con la liberalizzazione selvaggia non si va da nessuna parte – aggiunge il Presidente della Provincia di Firenze – Al di là delle considerazioni etiche e di tutela dei lavoratori e delle qualità della vita delle loro famiglie, occorre fare anche una valutazione prettamente economica: con la ‘deregulation’ selvaggia si mette a rischio la sopravvivenza di un vasto tessuto economico formato da piccoli esercizi commerciali: è chiaro che il piccolo commerciante può competere con la grande distribuzione sulla qualità dei prodotti e anche sul servizio offerto ai clienti. Ma di sicuro, se la competizione si sposta sull’apertura infinita degli esercizi commerciali, il piccolo negoziante sarà tagliato fuori. La gestione familiare di una piccola attività commerciale non può organizzarsi in turni lavorativi come può fare la grande distribuzione”.
“Altri Paesi – conclude Barducci – hanno sperimentato la totale liberalizzazione, ma stanno ora riscoprendo il valore, non solo economico, del negozio di vicinato. Fa bene quindi il Presidente Rossi a riaffermare quei valori che erano stati brutalmente cancellati nel decreto legge emanato a fine anno dal Governo”.