LO SCIOPERO DEI PORTIERI DELL'ATENEO DI FIRENZE
I passaggi della vicenda ricostruiti in Consiglio provinciale
Sciopero dei portieri dell’Università di Firenze. 65 portieri della ditta appaltatrice dell’Operosa, operanti nelle portinerie del centro storico e di Scienze Sociali dell’Università di Firenze, erano in stato di agitazione per il mancato pagamento della mensilità di dicembre e della tredicesima da parte della precedente ditta esecutrice dell’appalto. La vicenda, portata in Consiglio provinciale da una domanda d'attualità dei consiglieri provinciali di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi, è stata affrontata dall'assessore al Lavoro Elisa Simoni. A dicembre 2011, dunque, l’Ateneo non aveva potuto pagare il servizio alla precedente ditta esecutrice dell’appalto perché questa risultava non in regola con il certificato che attesta la regolarità di un operatore economico con Inps e Inal. In questi casi la stazione appaltante, ovvero l’Ateneo, deve per legge pagare i contributi della ditta insolvente, mentre non è obbligata a corrispondere gli stipendi. L’Ateneo si è quindi mosso verso l’Inps per chiedere chiarimenti. Questo spiega il ritardo nell’erogazione delle spettanze sopraindicate ai lavoratori. Nel frattempo i lavoratori hanno sospeso lo sciopero che avrebbe dovuto iniziare già la scorsa settimana, dichiarando però, tramite le organizzazioni sindacali e l’Rsa, che se l’Ateneo non salderà il debito entro il 15 di febbraio prossimo incroceranno nuovamente le braccia e questa volta a oltranza.
L’Università ha fatto anche sapere che dalla prossima settimana verrà pagato lo stipendio di dicembre e che resterà in sospeso la tredicesima in attesa degli ultimi chiarimenti da parte dell’Inps. La nuova ditta, l’Operosa, ha dato la sua disponibilità ad anticipare già nel mese di gennaio lo stipendio di febbraio. Quindi con un meccanismo che riguarda e che coinvolge direttamente la nuova ditta, probabilmente si troverà la soluzione alla vicenda
"Ringrazio i lavoratori - commenta il consigliere Andrea Calò - perché lavorare senza percepire il salario è una modalità insostenibile. I lavoratori hanno stabilito una modalità di solidarietà che ha portato ad un risultato straordinario. Purtroppo, spesso i lavoratori in appalto sono costretti ad una situazione di forte disparità economica e contrattuale. La Provincia potrebbe fare pressione presso l’Inps affinché l’accertamento si possa concludere nel più breve tempo possibile".