SEAC DI CALENZANO, "SI' LA CIG, MA LO SCENARIO SI COMPLICA"
Rifondazione comunista: "Rischio di trovarsi davanti a una crisi strutturale"
Crisi Seac di Calenzano, sottoscritto l’accordo per la cassa integrazione straordinaria per i 70 lavoratori, "mentre lo scenario di questa crisi aziendale si complica al punto tale di trovarsi di fronte ad una crisi strutturale". Per i consiglieri provinciali di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi "non sono ancora scongiurati la chiusura del sito e i conseguenti licenziamenti". Si tratta di una vicenda "complessa che richiede la massima attenzione di tutte le Amministrazioni Locali a fronte di una proprietà che non brilla sul piano della capacità di fare impresa". L’obiettivo è quello di "salvaguardare l’occupazione e ridare sviluppo e futuro al sito produttivo". Rifondazione Comunista esprime solidarietà ai lavoratori e invita la Provincia di Firenze ad attivarsi unitamente alle altre Amministrazioni Locali per scongiurare chiusura e licenziamenti. Presentata una domanda d'attualità. Di seguito il testo.
"Apprendiamo che si è tenuto un nuovo tavolo procedurale sulla crisi della Seac srl di Calenzano per discutere gli strumenti di sostegno per i 70 lavoratori.
La Seac è una azienda metalmeccanica manifatturiera che progetta, produce e vende strumentazione biomedica per laboratorio ( sistemi per analizzare il sangue ) da anni la sua attività è fortemente integrata con le Università di Firenze e Prato, con istituti di ricerca internazionali ed anche con realtà produttive del territorio.
La crisi alla Seac è una vicenda molto complessa, che ha avuto vari risvolti, negli ultimi anni la società ha ridotto le vendite e il fatturato e, dopo la fallita vendita ad una multinazionale del settore, si trova in difficoltà.
La crisi di mercato si intreccia dunque con una gestione fortemente in perdita “…rendendo la crisi strutturale…” e dunque fortemente preoccupante.
La RSU e la stessa Fiom CGIL ha più volte incalzato la proprietà (non molto affidale sul piano del rispetto degli impegni sottoscritti) a rilanciare le attività produttive sostenendo che nella Seac ci sono delle buone professionalità ed il know how sia per proseguire le attività del settore che per affrontare riorganizzazioni produttive verso altri settori.
Si è trattato dunque di un incontro delicato avvenuto dopo quello del 17 gennaio quando l’azienda al tavolo di crisi illustrò “…il Piano Industriale per il triennio 2012 - 2014 mettendo in evidenza la volontà di continuare a svolgere la propria attività sul territorio provinciale; inoltre ha palesato di essere in fase di valutazione di tutti i possibili scenari che possano garantire il proprio rilancio con l’eventuale ingresso di nuove risorse economiche….”.
Con il tavolo di crisi attuale è stato concordato tra sindacati e proprietà, alla presenza della Provincia di Firenze e della Regione Toscana, il ricorso alla Cassa integrazione straordinaria che sarà attiva dal 14febbraio 2012 al 13 febbraio 2013, mentre la cassa integrazione ordinaria era già in corso dal novembre 2011. Grazie a tale accordo “… i lavoratori resteranno sospesi a zero ore o con riduzione di orario di lavoro con pagamento diretto da parte dell’Inps…”. Si è trattato dunque di garantire una tutela economica dei lavoratori, attraverso il prolungamento degli ammortizzatori sociali, mentre la crisi economica e finanziaria dell’azienda perdura.
Ora la lotta contro il tempo prosegue poiché l’attenzione si sposta sul futuro prossimo ovvero come salvaguardare l’occupazione e ridare sviluppo e futuro al sito produttivo sfidando la proprietà sulla capacità di fare impresa.
Gli scriventi Consiglieri Provinciali di Rifondazione Comunista
nell’esprimere piena solidarietà ai lavoratori della Seac in lotta per difendere il posto di lavoro e impedire la dismissione dello stabilimento,
nel dichiarare il pieno sostegno politico e istituzionale alla vertenza sindacale in atto,
nel prendere atto con soddisfazione del fatto che nonostante la crisi dell’azienda sia stato raggiunto un accordo sugli ammortizzatori sociali tale da garantire una prima tutela economica
chiedono al Presidente della Provincia di Firenze e all’Assessore competente di riferire dettagliatamente sui risvolti della vicenda delineando le possibili soluzioni per questa crisi.
Altresì chiediamo di sapere lo stato degli ammortizzatori sociali e quali altri strumenti di sostegno ai lavoratori è possibile attivare.
Chiediamo inoltre di essere informati sulle iniziative che la Provincia di Firenze intende adottare, unitamente al Comune di Calenzano e alla Regione Toscana per scongiurare la chiusura dell’azienda e i conseguenti licenziamenti".