CARREFOUR DI CALENZANO, "INCROCIO DEI DIRITTI MANCATI?"
I consiglieri provinciali di Rifondazione comunista: "Riaffermare il valore del lavoro sugli egoismi della grande distribuzione"
Rsu, Cgil e Uil dichiarano lo sciopero al Carrefour lo stabilimento di Calenzano "contro le decisioni unilaterali dell’azienda - dichiarano i consiglieri provinciali di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi - che approfittando delle liberalizzazioni cancellano i diritti in nome del mercato e del profitto". Rifondazione comunista condivide la vertenza che "riafferma la centralità della persona, il valore del lavoro rispetto agli egoismi della grande distribuzione". Presentata una domanda d'attualità in Provincia. Di seguito il testo.
"I lavoratori di Carrefour di Calenzano schiacciati da provvedimenti unilaterali e favoriti dal decreto sulle liberalizzazioni del Governo Monti e dalla mancanza di chiarezza legislativa hanno proclamato lo stato di agitazione proclamata il 3 febbraio e scioperato con modalità a sorpresa, ieri domenica primo giorno di apertura domenicale selvaggia. Riteniamo grave e irresponsabile la forzatura dell'azienda che non ritiene che i nuovi orari avranno sulla vita personale e sociale dei lavoratori effetti devastanti.
La modalità con cui i padroni della grande distribuzione cercano di imporre la deregulation degli orari e dei turni, privando i lavoratori di tempi certi di non lavoro e usando la precarietà come ricatto, questo ha portato ad una immediata reazione e presa di posizione dei lavoratori e rsu, con un documento pubblicato dai sindacati di categoria: "condanniamo la decisione unilaterale dell'azienda di tenere aperto tutte le domeniche in questo momento di confusione legislativa. Ritengono grave la forzatura dell'azienda che non tiene conto delle ricadute che i nuovi orari a sulla vita personale e sociale degli addetti. Pertanto ritengono necessario mettere in campo tutte le iniziative volte alla loro tutela Condannano fortemente l'art. 31 del Decreto Salva Italia che libera selvaggiamente le aperture domenicali e festive".
Da questa settimana, il Carrefour secondo i datori di lavoro, dovrebbe stare aperto praticamente sempre senza più rispettare domeniche di chiusura. Scelta che a macchia d’olio sta dilagando nella grande distribuzione. I lavoratori non ci stanno vogliono regole e chiarezza sui tempi di lavoro e sulle retribuzioni.
Rifondazione Comunista sostiene la lotta dei lavoratori del commercio e chiede che sia messo un immediato fermo al dilagare della deregulation degli orari e dei turni, che uccide non solo la vita dei lavoratori e delle loro famiglie , ma pone seri problemi di sopravvivenza di tutte le piccole aziende di commercio, di tipo familiare , o con uno solo o due dipendenti, che per sopravvivere nella jungla imposta dai grandi padroni del commercio, saranno costretti a non avere più nemmeno il tempo di una pausa, a rischio di soccombere e moltiplicare gli effetti della crisi economica, aumentando il numero già altissimo dei disoccupati.
Sta di fatto che la progressiva desertificazione produttiva che interessa la provincia di Firenze, viene indotta anche dal vorace egoismo e la scarsa responsabilità sociale della grande distribuzione, aumentando la precarizzazione del lavoro e rendendo fortemente incerto il futuro.
Rifondazione Comunista nell’esprimere preoccupazione sulla politica di deregulation commerciale favorita all'art. 31 del Decreto Salva Italia e messa in essere dalla proprietà e sull’indebolimento delle certezze contrattuali sui tempi di lavoro, nell’evidenziare che questo processo azzera diritti, lavoro e salari chiede al Presidente della Provincia di Firenze e all’assessore competente di riferire sulla vertenza di Carrefour di Calenzano.
Altresì chiediamo di se l’Amministrazione Provinciale per quanto di sua competenza è stata interessata dalla vertenza e cosa intende fare la Giunta d’intesa alle altre Amministrazioni Locali ( Comune di Calenzano e Regione Toscana) per impedire che si proceda in maniera unilaterale, dimostrando nessuna responsabilità sociale nei confronti dei lavoratori e degli operatori commerciali di piccole dimensioni.
Se non ritengono le Istituzioni a partire dalla Provincia di Firenze, che debbano essere bloccati immediatamente quei tentativi di forzare orari di apertura e diritti dei lavoratori in mancanza di un accordo quadro di settore strategico, sulla provincia di Firenze.
Altresì chiediamo che si vada ad un’interpretazione chiara delle aperture domenicali, festive o continuate degli esercizi commerciali definendo un quadro giuridico di diritti e salari, sulle tipologie dei turni possibili salvaguardando il concetto che si lavora per vivere non si vive per lavorare".