RICHARD GINORI, IL PUNTO IN PROVINCIA
Simoni: "Possiamo farcela solo se tutti insieme". Calò (Rifondazione): "La proprietà non è credibile: ha pagato lo stipendio solo al 50 per cento"
La vertenza Richard Ginori è approdata anche in Consiglio provinciale. L'assessore al Lavoro Elisa Simoni ha fatto il punto rispondendo a una domanda d'attualità del gruppo di Rifondazione comunista.
Al tavolo ministeriale, la proprietà della Richard Ginori ha richiesto un interessamento sul fondo di salvataggio e una moratoria dei debiti verso lo Stato(Iva, Inps, Agenzia Entrate).
Il ministero ha dato la disponibilità, sulle due richieste dell'azienda, a un interessamento nel velocizzare i tempi per accedere al fondo e alla rateizzazione dei debiti verso lo Stato nel secondo caso.
La Provincia di Firenze, per parte sua, ha lavorato fin dall'inizio per sollecitare l'azienda al pagamento degli stipendi ai dipendenti. Sotto questo profilo il tavolo regionale ha sempre centrato l'obiettivo.
Non risulterebbero intanto problemi di speculazione edilizia.
Che prospettive ci sono ora per la Ginori? "Sono dispiaciuta del fatto che al tavolo interistituzionale non siano sedute tutte le reppresentanze - ha commentato Simoni - Per conseguire gli obiettivi ci vuole una convergenza: la Ginori si salva solo se tutti sono insieme. Le Istituzioni ci sono e sono in prima linea".
"Non concordo - ha replicato per Rifondazione comunista Andrea Calò - con quanto dichiarato dall'assessore: la proprietà a tutt'oggi non ha ancora presentato un piano industriale, di risanamento economico e una coerente e trasparente stabilizzazione degli assetti societari. Sono questi i presupposti che rendono credibile la permanenza, lo sviluppo e il rilancio dell'impresa. Non interferisca l'assessore sull'autonomia sindacale: i rappresentanti dei lavoratori decidono sulla base della libertà di espressione. La Provincia deve preoccuparsi, insieme alle altre Istituzioni, di un soggetto, la proprietà, che non è credibile né autorevole perché non dà garanzie attendibili neanche a chi fa credito. E' una proprietà che non si assume il rischio di impresa". Si è svolto intanto il primo sciopero indetto dalla Rsu Cobas per rivendicare il diritto "ad essere regolarmente retribuiti ed è inaccettabile che sia stato loro corrisposto solo il 50 per cento dello stipendio. Grave il fatto che l'amministratore delegato abbia dichiarato che non è in grado di dare il resto dello stipendio, finché non arriveranno le risorse dal ministero e dalla Regione. In questo modo chiunque può fare l'imprenditore, ma non fa l'impresa". Il tavolo interistituzionale "è utilissimo nella misura in cui proprietà e Confindustria fanno fino in fondo la loro parte senza giocare sulla pelle dei lavoratori".