CERAMICHE BRUNELLESCHI, "CERCARE UNO SBOCCO DI MERCATO"
In Consiglio provinciale preoccupazioni e prospettive per lo stabilimento
Ceramiche Brunelleschi. Rispondendo in Consiglio provinciale a tre distinte domande d'attualità di Rifondazione, Lega e Pdl, l'assessore al Lavoro Elisa Simoni ha ricostruito alcune tappe della vicenda dello stabilimento. Ad ottobre dello scorso anno per l'azienda nata nel 1774 è arrivato il fallimento. A questo punto il marchio, il magazzino ed un altro paio di impianti potrebbero finire all'asta. Tutto è ancora collegato ai destini del gruppo Margheri, alle trattative con le banche, alla ristrutturazione del debito.
I 34 lavoratori sono in cassa integrazione da oltre due anni. Da qualche giorno sui cancelli sono ben visibili i sigilli apposti dal curatore fallimentare che si sta occupando degli aspetti previsti dalla legge. Il tavolo dell'Unità di crisi non è stato attivato. Vi è la disponibilità a farlo qualora si valuti da parte delle organizzazioni sindacali la necessità di aprirlo.
"Dunque per ora non ci sono novità per la vicenda Brunelleschi - ha commentato per Rifondazione il consigliere Andrea Calò - Abbiamo voluto portare all'attenzione del Consiglio la vicenda della Brunelleschi perché non se ne è più parlato dopo il pronunciamento del Tribunale. Crediamo vada riconvocato quanto prima un tavolo istituzionale, vista peraltro la disponbilità registata del sindaco di Pontassieve. Il gruppo Margheri non ha brillato per capacità di fare impresa. Bisogna dare ai lavoratori la certezza di continuare ad esistere. Per questo non siamo soddisfatti della risposta e non siamo d'accordo col fatto che la Provincia di Firenze si ritagli un ruolo puramente formale e testimoniale, su una vicenda che ha bisogno del massimo dell’attenzione e dei riflettori accesi".
Secondo Samuele Baldini (Pdl) "c'è un percorso al capolinea. Era un destino scritto per le note vicissitudini del gruppo Margheri. Il passaggio alla gestione del curatore apre uno scenario nel quale la politica può verificare la presenza di altri investitori. Bisogna attivare sotto questo profilo tutti i canali possibili".
"Credo si debba fare di tutto - ha sottolineato Stefano Prosperi (Pd) - per metrtere nelle condizioni il mercato nella provincia di salvare il marchio, le maestranze e gli impianti. Questa è la porta che da una speranza d'uscita a questa crisi che ha raggiunto un livello di non ritorno. Le istituzioni, a partire dal Comune di Pontassieve, sono impegnate. C'è un vincolo sull'area ribadito dal Comune. Sono state scongiurate paure su operazioni immobiliari. Siamo attenti e pronti a intervenire qualora ve ne siano le condizioni e in presenza della richiesta delle organizzazioni sindacali".