MERCAFIR, RISCHIO LICENZIAMENTO PER 31 LAVORATORI DEL CENTRO CARNI?
Il gruppo provinciale di Rifondazione Comunista chiede se c’è un nesso con la futura Cittadella Viola
Trentuno lavoratori del Centro Carni di qualità, azienda situata all'interno della Mercafir -supermercati del gruppo Pam - "sono stati messi improvvisamente in mobilità e rischiano il licenziamento". I consiglieri provinciali di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi chiedono "se c’è un nesso tra la futura Cittadella Viola e il trasferimento di profitto dal lavoro vero alla rendita immobiliare e finanziaria". I consiglieri, inoltre, chiedono "un impegno non formale" alla Provincia di Firenze, congiuntamente con gli altri Enti locali, "in solidarietà con la vertenza sindacale dei lavoratori del Centro Carni per la difesa dei diritti, del salario e della piena occupazione". Presentata una domanda d'attualità. Di seguito il testo.
"Centro Carni di Qualità, azienda, situata all'interno della Mercafir, che si occupa di confezionare la carne che poi viene distribuita ai supermercati del gruppo Pam, ha aperto la procedura di mobilità per 31 dei 43 lavoratori in organico.
Un fulmine a ciel sereno per i lavoratori, ai quali, solo in dicembre, la Centro Carni aveva proposto la possibilità di trasferire l’attività lavorativa, prospettando l'acquisto di un nuovo capannone in previsione del progetto del Comune di ristrutturare l'area Mercafir nella quale dovrebbe sorgere la Cittadella Viola.
Si inserisce facilmente nel quadro l’elemento di trasformazione e trasferimento di profitto dal lavoro vero, alla rendita immobiliare e finanziaria, non difficilmente disgiunta dalla possibilità una bella speculazione, favorita anche dalle politiche della Giunta Renzi del Comune di Firenze, che a tutto pensano fuorché a difendere i posti di lavoro ,salari e diritti dei cittadini e lavoratori.
I 31 lavoratori rischiano il posto, senza avere nemmeno la garanzia di essere ricollocati nella cooperativa alla quale sarà affidata l'attività. La denuncia viene dalla segretaria della Filcams Cgil di Firenze. «Proprio il gruppo Pani si è fatto paladino della liberalizzazione delle aperture domenicali, dicendo che è quello che serve al commercio per superare la crisi e offrire nuove opportunità di lavoro. Invece, proprio un'azienda del gruppo dà come primo risultato della liberalizzazione il licenziamento di 31 dipendenti. E' una decisione inaccettabile. Siamo pronti a dare il via a una bella bagarre».
Il gruppo di rifondazione Comunista in Provincia di Firenze interviene ancora una volta su una vicenda, che da priorità all’ accumulazione di capitale attraverso i meccanismi della rendita speculativa e immobiliare cancellando le realtà produttive. Per molti versi risulta esemplare di quanto , al di là delle interpretazioni che possano essere accusate di fantasiose, l’elemento del cambiamento d’uso dell’area Mercafir da lavorativo produttivo a turistico, alberghiero, commerciale,con annesso il nuovo stadio di Firenze ci pare un elemento da non sottovalutare in questa vicenda.
Il nostro gruppo contesta la scarsa sensibilità del Comune di Firenze sul tema del lavoro e dell’occupazione a favore della rendita e della speculazione edilizia e ritiene che ci debba essere maggiore attenzione da parte delle Istituzioni alle trasformazioni del tessuto produttivo. La volontà espressa, una decina di giorni fa, dal Centro Carni di voler ulteriormente precarizzare le lavorazioni affidandole a cooperative conto terzi e un elemento aggiuntivo, che pensiamo sia stato predisposto per spianare il terreno alla richiesta di mobilità.
Gli scriventi Consiglieri provinciali di Rifondazione Comunista nell’esprimere la propria solidarietà ai 31 lavoratori del Centro Carni di Firenze ai quali la proprietà ha annunciato improvvisamente la procedura di mobilità e il pericolo imminente del licenziamento, chiedono al Presidente della Provincia di Firenze e all’Assessore competente di riferire su questa sconcertante vicenda. Se si ritiene che sia legittimo pensare che:
per favorire profitti dalla rendita immobiliare e dalla speculazione finanziaria si sacrificano la sana e onesta occupazione;
quali strumenti la Provincia con le proprie competenze e unitamente ai Comune di Firenze e alla Regione Toscana, può mettere in atto per contrastare questa tendenza suicida
Altresì chiediamo di sapere cosa l’Amministrazione Provinciale ha intenzione di fare per contrastare la perdita di posti di lavoro e se sono previsti sostegni al salario e ai redditi dei lavoratori del Centro Carni e le loro famiglie".