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STUPRO. IL PDL: "SIA RISCRITTA LA SENTENZA DELLA CASSAZIONE"
I consiglieri provinciali del Pdl presentano una mozione per sostenere "un ripensamento senza se e senza ma"

Sentenza della Corte di Cassazione sullo stupro di gruppo. Con una mozione, il gruppo Pdl intende invitare il Presidente della Provincia di Firenze a farsi promotore di qualsiasi iniziativa "che ritenga utile a diffondere la cultura del rispetto paritario reciproco, finalizzata a ritenere lo stupratore un vile criminale che va punito senza attenuanti alcune, e, se malato, va curato, senza operare distinzioni di sorta tra stupro individuale o di gruppo, in quanto trattasi comunque di atti criminali efferati ed ingiustificabili".
La mozione, siglata dai consiglieri provinciali Salvatore Barillari, Samuele Baldini, Massimo Lensi, Piergiuseppe Massai, e da Manola Aiazzi, Carla Cavaciocchi, Filippo Ciampolini, Leonardo Comucci ed Erica Franchi
Con la recente sentenza della Cassazione è stato stabilito, con effetto estensivo di una pronuncia della Corte Costituzionale, che "le persone accusate di violenza sessuale di gruppo possano beneficiare, se sussistono i requisiti, anche di misure cautelari alternative rispetto alla detenzione in carcere". A seguito di questa sentenza, "caratterizzata dalla linea morbida tenuta nei confronti delle persone che commettono stupri, si sono scatenate polemiche e una ridda di critiche da parte del mondo politico e della società civile". La decisione della Corte di Cassazione di non rendere il carcere obbligatorio per coloro che si macchiano del crimine dello stupro di gruppo, ha provocato sdegno e contrarietà "in quanto si dimentica delle vittime di tale reato, che rimangono segnate per sempre nel corpo e nell'anima per aver subito lo scellerato crimine fisico e psichico".
La sentenza, al di là delle motivazioni giuridiche segnalate dalla stessa Corte, non solo fa passare un messaggio sbagliato, ma "rischia di spingere al silenzio chi subisce violenza, ritenendo vano sporgere denuncia per rivivere il dramma senza la certezza che i colpevoli vengano puniti". La Corte di Cassazione, per i consiglieri del Pdl, deve rivedere "la sentenza senza se e senza ma nei confronti degli stupratori, lanciando segnali chiari e forti a tutela e a difesa della parte più debole, secondo la logica che chi stupra è un vile criminale, va punito e, se malato, va curato, non certamente “premiato”, per cui non devono essere riconosciuti gli arresti domiciliari a chi commette il crimine dello stupro e dello stupro di gruppo".

08/02/2012 17.45
Ufficio Stampa Consiglio provinciale di Firenze