ECCO IL “PIANO URBANISTICO” DELLA PROVINCIA
Gamannossi: “Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) è uno strumento che guarda al futuro della pianificazione e che vuole tutelare il territorio in maniera dinamica”
Nel corso dell’ultima seduta del Consiglio provinciale di Firenze è stato adottato il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (Ptcp in sigla). Si tratta dello strumento che definisce l’assetto del territorio e che indica le quattro “invarianti strutturali” di riferimento per i Comuni della provincia su materie importanti quali pianificazione urbanistica, tutela del territorio, rischio idrogeologico e non solo. Una proiezione sul futuro dell’area fiorentina, che sia tutelata e infrastrutturata al tempo stesso, dove tutela e modernità vadano di pari passo.
“Il Piano non è ispirato né dallo ‘sviluppismo’ sfrenato, che crede di risolvere i temi dello sviluppo masticando il suolo, né da un'idea conservatrice che identifica il nostro territorio come un’Arcadia autosufficiente, dove ancora si viaggia col carretto e dove ancora l'aratro è trainato da buoi – afferma Marco Gamannossi, Assessore provinciale all'Urbanistica e alla Pianificazione –. Con questo atto valorizziamo concretamente il nostro sistema delle qualità, dal paesaggio alla competitività del territorio. E vogliamo promuovere una pianificazione urbanistica intercomunale e di area vasta”.
“Questo Piano non vuol essere burocratico – aggiunge l'Assessore –. Anzi, la burocrazia contribuisce a snellirla, con norme d'attuazione scritte con chiarezza e vincoli che non si sovrappongono. Il Ptcp, con altrettanta chiarezza, è suddiviso in sei aree omogenee: l'Area Fiorentina, il Chianti, il Circondario Empolese-Valdelsa, il Mugello e la Romagna Toscana, il Valdarno e la Valdisieve. Mi auguro che, prendendo spunto dal nostro lavoro, si possano formare in futuro cinque-sei piani strutturali al posto degli odierni 44, a partire dal piano strutturale dell'Area Fiorentina. Pianificare soltanto entro i confini comunali oramai è un’ottica da superare”.
Il Piano contiene direttive, criteri di localizzazione per le grandi funzioni metropolitane, indirizzi per i sistemi produttivi e le infrastrutture e parametri che i Comuni recepiscono nei propri strumenti urbanistici. E contiene anche le invarianti strutturali, cioè gli strumenti precisi di difesa e tutela del territorio. “Le invarianti – puntualizza Gamannossi – non hanno lo scopo di ingessare la nostra Provincia, ma di governarne le trasformazioni senza stravolgere i valori del territorio. Un paesaggio tutelato è un paesaggio vissuto dalle comunità, in cui ci sono sviluppo e opportunità”.
Nel dettaglio le invarianti sono: le aree di protezione storica ambientale; le aree fragili; le aree sensibili di fondovalle e gli ambiti per il reperimento di aree protette. “Tutto ciò è frutto di una lavoro di revisione del Ptc condiviso con tutti i Comuni”, spiega l’Assessore Gamannossi.
Le aree di protezione storico ambientale sono le parti del territorio provinciale che conservano le caratteristiche della struttura insediativa originaria. In queste aree, si legge nel Ptcp, vige il divieto di nuove costruzioni stabili o provvisorie di qualsiasi tipo, il divieto di utilizzare i terreni a scopo di deposito se non connesso a operazione di carattere transitorio. Nelle aree di protezione è possibile realizzare impianti tecnologici di pubblica utilità e manufatti agricoli solo nel caso in cui ne sia dimostrata la necessità. E’ inoltre possibile ampliare gli edifici solo in misura non superiore al 10% della volumetria esistente. “Si tratta di uno strumento indirizzato alle aree di eccezionale valore, come ad esempio i crinali, i borghi e i monumenti di cui vogliamo tutelare l'integrità”.
Le aree fragili: si tratta di 15 aree di grandi dimensioni di valore storico, ambientale, naturale la cui scomparsa e depauperizzazione costituirebbe la perdita di un rilevante bene della collettività: per fare qualche esempio la valle della Greve, il versante Nord-Est della Pesa, le pendici Sud del Monte Giovi. Nelle norme di attuazione del Ptcp si sottolinea la necessità di valorizzarle con politiche e azioni coordinate, nell’ottica della gestione sostenibile del territorio in agricoltura. “Abbiamo dato a questa invariante anche un’attenzione di difesa dei versanti collinari ai fini idrogeologici”, spiega Gamannossi.
Le aree sensibili di fondovalle: sono aree di estensione e rilevanza sovracomunale localizzate lungo corsi d’acqua e ambiti fluviali. Si tratta di zone per le quali il Ptcp prevede una tutela particolare, anche nell’ottica di arginare il rischio idrogeologo.
Ambiti per il reperimento di aree protette: sono aree di alto valore naturalistico, che sono potenzialmente idonee per diventare aree protette, parchi o riserve naturali. Tra le aree di questa tipologia, nella zona fiorentina, la zona del Parco dell’Arno e del Parco della Piana.
Il piano è strutturato in “aree omogenee” intercomunali: Mugello e Romagna Toscana, Valdarno, Chianti, Area Fiorentina, Valdisieve, Circondario Empolese Valdelsa. Vediamo area per area cosa prevede il Ptcp.
Area fiorentina: realizzazione di impianti di smaltimento rifiuti; sostegno dell’area produttiva di Padule a Scandicci come deputata ad per un percorso APEA (Aree Produttive caratterizzate da una gestione unitaria integrata con infrastrutture e servizi, idonee a garantire il rispetto dell’ambiente in un’ottica di sviluppo sostenibile, con la finalità di conseguire, unicamente alla competitività del sistema produttivo, il rispetto dell’ambiente, della salute e della sicurezza); sostegno dell’area produttiva di Chiosina a Calenzano come deputata ad per un percorso APEA; promozione della rete della viabilità lenta e previsione della pista ciclabile lungo il corso dell’Arno; valorizzazione della funzione di connessione ecologica delle aree fluviali; parcheggi scambiatori; intermodalità del servizio pubblico; utilizzo del treno come metropolitana di superficie e realizzazione delle fermate metropolitane del trasporto ferroviario; terza corsia dell'A11; parco della Piana e riqualificazione dell'aeroporto; parco fluviale dell’Arno; previsione di prolungamento delle linee tramviarie (verso Bagno a Ripoli e Osmannoro-Campi).
Chianti: individuazione degli invasi per fronteggiare l’emergenza idrica; ottimizzazione e qualificazione delle attività produttive di rilievo sovra comunale; misure di conservazione del Sito d’importanza regionale (SIR) “monti del Chianti”; coperura tramite connettività banda larga nelle zone scoperte, per utenze residenziali, commerciali e utenze pubbliche; recupero aree degradate soggette ad escavazione e ottimizzazione del sistema delle attività estrattive legate al cotto; realizzazione di impianti di smaltimento rifiuti; sostegno dell’area produttiva di Sambuca come deputata ad per un percorso APEA.
Valdarno: Interventi di miglioramento della viabilità sovra comunale; misure di conservazione del SIR nella montagna del Pratomagno; ottimizzazione e qualificazione delle aree commerciali di rilievo; ripristino di percorsi di collegamento con la valle dell’Arno anche attraverso il recupero della ferrovia a cremagliera S.Ellero-Saltino; promozione della rete della viabilità lenta e previsione della pista ciclabile lungo il corso dell’Arno; riuso di grandi aree dismesse come la ex miniera Enel; valorizzazione della funzione di connessione ecologica delle aree fluviali.
Valdisieve: Integrazione strategica tra i settori agricolo, turistico e industriale; ammodernamento della SS 67; riorganizzazione infrastrutturale del nodo di Pontassieve (anche come punto di scambio intermodale; potenziamento della linea ferroviaria Faentina; potenziamento ferroviario metropolitano (fermate di Veroni e S. Francesco sud); ciclopista dell'Arno; Parco delle Foreste Casentinesi come occasione di sviluppo sostenibile per il territorio.
Mugello e Romagna Toscana: Realizzazione di impianti di smaltimento rifiuti; Interventi di miglioramento della viabilità sovracomunale; istituzione di una nuova riserva naturale (Giogo Colla Casaglia); sostegno dell’area produttiva di Pianvallico come deputata ad per un percorso APEA; Promozione della rete della viabilità lenta e previsione della pista ciclabile lungo il corso della Sieve; coperura tramite connettività banda larga nelle zone scoperte, per utenze residenziali, commerciali e utenze pubbliche; valorizzazione della funzione di connessione ecologica delle aree fluviali della Sieve e dei suoi affluenti; realizzazione di impianti di smaltimento rifiuti.
Circondario Empolese-Valdelsa: Impedire la saldatura tra i nuclei urbani, estendere il sistema delle piste ciclabili, realizzazione del parco fluviale dell'Arno e della ciclopista dell'Arno, la terza corsia della FI-PI-LI, potenziamenti ferroviari diffusi (ad esempio il quadruplicamento della ferrovia fra Montelupo Fiorentino ed Empoli) e viari (ad esempio la SR 429 e la SR 436).
“Con il Ptcp – afferma l’assessore Gamannossi - puntiamo con decisione al policentrismo degli insediamenti, dove ci sia quindi una forte riconoscibilità tra territorio aperto e territorio urbano. Dove si privilegia, di conseguenza, la riqualificazione dell'esistente rispetto al consumo di nuovo suolo. Non vogliamo abbandonarci alla rendita”.
A seguito dell'adozione il piano sarà pubblicato nel Burt regionale e da quel momento tutti, soggetti pubblici, privati, organizzazioni e singoli cittadini, potranno presentare le loro osservazioni in vista dell’approvazione definitiva.