PTCP, IL CONSIGLIO PROVINCIALE DI FIRENZE APPROVA
Il dibattito nell'Assemblea di Palazzo Medici Riccardi
Con i voti favorevoli di Pd e Idv, contrari Pdl, Rifondazione comunista, Lega Nord, il Consiglio provinciale ha approvato il Piano territoriale di coordinamento. Consenso al Ptcp anche da Sel, il cui capogruppo non ha potuto partecipare al voto perché assente per motivi familiari.
Il Ptcp della Provincia di Firenze ripropone con forza il tema dell'area vasta. Per il Presidente della Provincia Andrea Barducci si tratta di un Piano che sceglie priorità specifiche, che modificano lo status quo, intaccando quella rendita che pone ostacoli all'infrastrutturazione del territorio e rompendo l'immobilismo del territorio. L'approvazione del Ptcp avviene mentre la Provincia sceglie la strada più difficile, che non è quella di difesa, ma di moltiplicazione dei rapporti con le Province di Prato e Pistoia, puntando a un sistema di relazioni istituzionali fra enti di pari grado con funzioni diverse, che consente a chi decide di operare sul territorio "un nitido quadro di obblighi verso la pubblica amministrazione in quanto comunità".
Per il gruppo Pd con l'adozione del Ptcp il Governo della Provincia di Firenze si qualifica rispetto ad uno strumento fondamentale della programmazione territoriale: parte da qui, "da una proposta di Ptcp seria, ben costruita dall'assessore Gamannossi e dagli Uffici, un percorso di partecipazione che, come Pd, favoriremo anche nel dialogo con i Comuni e con il territorio". Dunque piena soddisfazione per la sua adozione ad una settimana di distanza da quella del Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti. "Pregevole" il lavoro svolto dall'assessore Gamannossi "che ha introdotto significative novità, tra le quali la sottoscrizione di protocolli per aree omogenee con i comuni del territorio". Si tratta di aspetti, puntualizzati dal capogruppo Stefano Prosperi, sui quali sono intervenuti tra gli altri consiglieri Remo Bombardieri e Piero Giunti.
Il gruppo Pdl ha votato contro il Ptcp. Pur apprezzando "un ottimo lavoro tecnico, rileviamo – a seguito degli interventi legislativi (soprattutto regionali) - la scarsa portata potenziale del Piano che altro non può fare che riportare una fotografia che ci deriva direttamente dai piani strutturali (ormai al 'secondo giro di boa') dei Comuni". Son passati tredici anni dallo scorso piano ed "il mondo ed anche il territorio sono profondamente cambiati e ne sono cambiate le esigenze e le necessità". Condivisibile “dividere” il nostro territorio in 5 macro aree, ma il Piano "poteva essere più ambizioso e la politica poteva rischiare di più puntando a dare uniformità agli strumenti urbanistici almeno dei comuni limitrofi ed accelerare la semplificazione di autorizzazioni e prescrizioni". La confusione amministrativa che talvolta deriva dai livelli istituzionali "rappresenta tutt’oggi un costo troppo alto che pagano cittadini e aziende. Troppo spesso il piano cita la parola 'invarianza' quale principio guida per l’azione sul territorio". I consiglieri provinciali del Pdl non vorrebbero che "tale invarianza sommata ad un’impostazione a volumi zero del piano del Comune di Firenze portassero ad uno 'sviluppo zero'". Il consigliere Massimo Lensi ha parlato di "soddisfacente lavoro di analisi e prospettiva", tuttavia il Ptcp "guarda il passato senza considerare il presente che è quello di trovarsi davanti a una città diffusa. Ma l'altro punto è il futuro che per le Province è segnato. Di fatto approviamo un documento che non ha validità".
Piergiuseppe Massai attacca: "Nel nuovo ruolo che vogliamo dare alle Province ci vuole una visione più ampia e meno egoistica rispetto al territorio". Manola Aiazzi rileva che il territorio ha una storia di governo alle spalle in cui i danni sarebbero stati prodotti dagli stessi che oggi vorrebbero porvi rimedio.
Il piano rappresenta, secondo i consiglieri dell'Idv, "certamente un passo in avanti verso una qualità del territorio che non prescinde da necessarie salvaguardie che appunto nel piano sono contenute". Il Ptcp è non solo "una fotografia assolutamente esaustiva frutto di una notevole e capillare analisi di cui ringraziamo i tecnici che l'hanno predisposta, ma rappresenta necessariamente anche una visione del territorio fiorentino che contiene sia strumenti di salvaguardia ambientale e territoriale, sia elementi che accompagnano verso un sostenibile sviluppo economico". L'Italia dei Valori della Provincia di Firenze, "sempre sensibile alle tematiche ambientali, ha condiviso il percorso e la visione contenuta nel Ptcp e lo ha sostenuto nella discussione e nella votazione che ne è seguita".
Secondo Rifondazione comunista "alla faccia della coerenza e della ritrovata sensibilità sui temi dell’ambiente e della tutela della salute umana, Idv e Sel hanno votato compatti il Piano Territoriale di Coordinamento, che localizza inceneritori e discariche. Una scelta di sudditanza all’arroganza del Pd". Alla luce di quanto è accaduto durante l’adozione del piano interprovinciale dei rifiuti, "durante il quale un pezzo della maggioranza (Sel e Idv) avevano deciso di non partecipare al voto per provare a modificare l’impostazione gestionale impiantistica, ci saremmo aspettati un atto di coerenza e linearità con quanto espresso precedentemente. Invece non è andata così, poiché la maggioranza si è ricompattata proprio su uno strumento come il Piano Territoriale che da il via libera agli impianti". "Noi - ha sostenuto il consigliere Andrea Calò - abbiamo posto un modo sostenibile di gestire le strutture. Barducci ha difeso il governo ma non la coerenza.
Questo piano è interessante su molte questioni. Ci sono novità che cogliamo e che vi sfidiamo a sviluppare".
Per la Lega Nord il Ptcp dovrebbe essere "lo strumento fondamentale della programmazione del nostro territorio ovvero il telaio identitario con cui si tesse lo sviluppo". Ma "noi pur apprezzando il lodevole sforzo degli uffici preposti alla stesura, non riscontriamo appieno queste caratteristiche nel piano territoriale di coordinamento della Provincia di Firenze". Ragionando poi in un'ottica di area vasta "come abbiamo fatto per il Piano interprovinciale dei rifiuti - ha osservato Marco Cordone - invece che di Ptcp si dovrebbe puntare a un 'Ptcip' ovvero a un Piano territoriale di coordinamento non provinciale ma interprovinciale".