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CALVIN KLEIN, RIFONDAZIONE: "MASSACRO SOCIALE"
"Convocare immediatamente Confindustria e proprietà"

La multinazionale Calvin Klein dell’Osmannoro dismette le attività dello stabilimento, avvia la delocalizzazione e presenta un piano di licenziamento dei 150 lavoratori. "Si tratta di un annuncio drammatico e di una gravità inaudita dal punto di vista sociale - osservano i consiglieri provinciali di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi - Sta di fatto che solo per motivi di mercato e di massimizzazione dei profitti la multinazionale sceglie di giocare il proprio interesse di marketing solo sulla pelle dei lavoratori". Immediata la risposta dei lavoratori e del sindacato che proclamano un primo sciopero con presidio. Rifondazione Comunista, nell’esprimere la piena solidarietà ai lavoratori e il pieno sostegno alla vertenza, "chiama le Amministrazioni Locali – Regione Toscana, Provincia di Firenze, Comune di Sesto Fiorentino – ad attivarsi immediatamente convocando Confindustria e proprietà per contrastare il massacro sociale e mettendo a disposizione dei lavoratori la massima attenzione e sostegno". Presentata in Provincia di Firenze una domanda d'attualità. Di seguito il testo.

"La Calvin Klein dell’Osmannoro Comune di Sesto Fiorentino annuncia la dismissione dello stabilimento e l’avvio della delocalizzazione delle attività a Londra. Si tratta di un annuncio drammatico e di una gravità inaudita dal punto di vista sociale poiché sono circa 150 i lavoratori che rischiano il licenziamento.
Il piano di smobilitazione prevede che “…tra ottobre 2012 e la seconda metà del 2013… tutti dovranno cercarsi un altro posto di lavoro…”.
Come vediamo i licenziamenti sarebbero spalmati in un anno e mezzo. La trattativa e la possibilità di reintegro in altre realtà del marchio sono ancora top secret. Un nuovo incontro con la proprietà è previsto per la prossima settimana.
Dunque pur essendo in corso le trattative sindacali con la proprietà per capire quale futuro si prospetta proprio sul versante occupazionale e l’insieme del tessuto produttivo, non sono ancora del tutto chiare le cause che hanno indotto la proprietà ad abbandonare il sito sestese.
Da una parte si parla di ristrutturazione globale della corporation Warnaco che sarebbe intenzionata a creare “…un team integrato nei quartieri generali di New York, per gestire l’affaire per l'Europa e l'Asia…” dall’altra si vocifera “….che la Warnaco abbia perso "per cattiva performance" (senza scordare la crisi che imperversa) la licenza per il marchio Ck Europa, che dal 2013 tornerà in mano alla PVH, società che detiene i marchi Ck e Ck Jeans….”.
Sta di fatto che solo per motivi di mercato e di massimizzazione dei profitti la multinazionale sceglie di giocare il proprio interesse di marketing solo sulla pelle dei lavoratori. Con molta disinvoltura e con un profilo di totale irresponsabilità viene azzerata una realtà produttiva che ha avuto il massimo delle attenzioni ( agevolazione e sgravi) da parte delle Amministrazioni Locali.
Immediata è stata la reazione dei sindacati e dei lavoratori su questo attacco all’occupazione già duramente contrastato nei mesi precedenti “…quando la Filctem CGIL aveva avviato una dura vertenza già nello scorso giugno, quando era stato presentato da Warnaco a Confindustria il piano di licenziamento per 40 dipendenti, 5 dirigenti e 10 contratti a termine che non furono rinnovati. La trattativa si era chiusa con un accordo per 42 lavoratori in mobilità e con un'incentivazione all'esodo di 15 mila euro. Il passaggio effettivo è stato poi da 229 dipendenti a 150….” E ora i licenziamenti di massa contro i quali è stato deciso di attivare un primo sciopero con presidio davanti alla storica sede dell’Osmannoro.
Gli scriventi Consiglieri provinciali di Rifondazione Comunista nell’esprimere la piena solidarietà ai lavoratori e il proprio sostegno alla vertenza, chiedono al Presidente della Provincia di Firenze e all’Assessore competente di riferire quanto sta avvenendo nello stabilimento della Calvin Klein dell’Osmannoro sul piano occupazionale e sulla annunciata dismissione e delocalizzazione. Poiché si tratta di una corsa contro il tempo chiediamo altresì di sapere quali iniziative intende adottare la Provincia di Firenze unitamente alla Regione Toscana e Comune di Sesto Fiorentino per contrastare il piano dei licenziamenti e se è in essere la convocazione della Confindustria e della proprietà poiché sarebbe inammissibile che entrambi tenessero un profilo defilato e di scarsa responsabilità sociale".

08/03/2012 12.47
Ufficio Stampa Consiglio provinciale di Firenze