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LAVORO, "MONTI SIA PIU' EQUO. STOP PRELIEVO SU DIPENDENTI E PENSIONATI"
Il gruppo provinciale di Rifondazione comunista propone una mozione all'Assemblea di Palazzo Medici Riccardi

Abolire gli effetti prodotti sull'articolo 18 dell Rifoma Monti. Lo propone con una mozione il gruppo provinciale di Rifondazione comunista. I consiglieri proponenti Andrea Calò e Lorenzo Verdi chiedono in particolare che "i provvedimenti necessari al risanamento dei conti pubblici siano attuati con maggiore equità, introducendo a tal fine un’imposta patrimoniale che consenta la diminuzione del prelievo tributario su lavoratori dipendenti e pensionati e recuperi risorse per il finanziamento degli ammortizzatori sociali". Di seguito il testo integrale della mozione.

"Il Consiglio provinciale di Firenze

RILEVATO che le modifiche che il governo si appresta ad apportare all’articolo 18 della Legge n. 300 del 1970, hanno per conseguenza l’annullamento degli effetti deterrenti della norma in questione contro i licenziamenti discriminatori e/o arbitrari;

CONSIDERATO
che l’art. 18, al contrario di ciò che si afferma o si lascia intendere, non impedisce
affatto il licenziamento individuale, ma si limita a prevederne l’inefficacia (ossia
l’inidoneità a rompere il contratto di lavoro) ove detto licenziamento sia privo di
una giusta causa o di un giustificato motivo soggettivo (e cioè attinente alla
condotta del lavoratore) o oggettivo (e cioè attinente alla gestione dell’impresa
da parte dal datore di lavoro);

che conseguentemente l’art. 18 non costituisce affatto un impedimento alla
libertà dell’azienda, ove questa si svolga nel rispetto dell’articolo 41 della Costituzione: “L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata ecoordinata a fini sociali.”;

che la tutela dell’articolo 18 non si realizza solo al momento dell’eventuale
licenziamento, ma anche e soprattutto nel corso dell’intero rapporto di lavoro,
come precondizione del concreto esercizio, da parte dei lavoratori, di ogni altro
fondamentale diritto (sindacale, retributivo, alla professionalità, alla salute e
sicurezza sul lavoro ecc.), che sarebbe in concreto vanificato, ove il datore di
lavoro avesse la possibilità di licenziare accampando motivazioni non suscettibili
di controllo da parte dei giudici;

CONSIDERATO INOLTRE che il principio della “giusta causa” nel licenziamento è
previsto, non solo dalla normativa nazionale (legge n. 604/1966), ma anche dal diritto
internazionale (Convenzione OIL n. 158/82) e dell’Unione Europea art. 30 della Carta di
Nizza);

RILEVATO
che i provvedimenti sul mercato del lavoro, sommati alle precedenti scelte del governo in fatto di previdenza, costituiscono un evidente squilibrio a tutto danno di lavoratori e pensionati, addossando unicamente ad essi l’onere del risanamento dei conti pubblici;

che le modifiche introdotte negli ammortizzatori sociali, per i quali peraltro non è stata ancora individuata la copertura finanziaria, non sono sufficienti a garantire i giovani dalla precarietà, ma che al contrario si limitano a “trasferire” la precarietà sui lavoratori ultracinquantenni, che nei prossimi 2/3 anni rischieranno di trovarsi senza lavoro e senza pensione;

IL CONSIGLIO PROVINCIALE DI FIRENZE

ESPRIME la propria netta contrarietà all’abolizione sostanziale con l’annullamento degli effetti dell’articolo 18 della Legge n. 300/1970, che, unito agli altri provvedimenti del governo, in particolare quello sulla previdenza, rischia di creare una situazione sociale insostenibile per migliaia di lavoratori;
SOSTIENE la mobilitazione di quanti chiedono una profonda modifica al progetto di
riforma del governo, tale da riassorbire lo squilibrio che si verrebbe a creare fra le parti
sociali nel dare un evidente vantaggio alle imprese a scapito della vita e dei diritti dei
lavoratori;
CHIEDE che i provvedimenti necessari al risanamento dei conti pubblici siano attuati
con maggiore equità, introducendo a tal fine un’imposta patrimoniale che consenta la
diminuzione del prelievo tributario su lavoratori dipendenti e pensionati e recuperi risorse per il finanziamento degli ammortizzatori sociali".

11/04/2012 12.09
Ufficio Stampa Consiglio provinciale di Firenze