BARDUCCI: “PREOCCUPANTE CHE SIA SOLO LA BCE AD ACCORGERSI DELLA VALIDITÀ DELLA NOSTRA PROPOSTA SULLA RIDUZIONE DEL NUMERO DELLE PROVINCE”
L’idea dell’accorpamento era stata lanciata il 26 gennaio a Firenze dai dieci presidenti delle cosiddette province metropolitane
“Trovo preoccupante che ci voglia la Banca Centrale Europea per capire la validità del documento approvato a Firenze, il 26 gennaio scorso, dai dieci Presidenti delle cosiddette province metropolitane”. E’ quanto afferma Andrea Barducci Presidente della Provincia di Firenze, dopo le dichiarazioni di Mario Draghi sui tagli dei costi della politica. “La nostra proposta di riordino istituzionale – ricorda il Presidente Barducci - prevedeva lo snellimento dell’apparato pubblico e un risparmio di 5 miliardi di euro, con la riduzione - tramite accorpamento - del numero complessivo delle Province italiane, e l’istituzione delle Città metropolitane previste dalla legge sul federalismo. Inoltre chiedevamo l’eliminazione degli organi periferici dello Stato e l’eliminazione di tutti gli enti intermedi”.
“Trovo davvero singolare che il Governo abbia ignorato la nostra precedente proposta, finché le medesime indicazioni non sono arrivate da Francoforte – aggiunge il Presidente della Provincia di Firenze - Ancora una volta non si ascolta la voce di chi è eletto democraticamente dai cittadini italiani e si aspetta invece che arrivi il placet dai banchieri. Si tratta di un grave strabismo istituzionale a cui va posto rimedio”.
“A questo proposito resta del tutto integro il problema della rappresentanza istituzionale delle province accorpate. Deve essere chiaro al Governo e alla Bce che non siamo disponibili a sospendere la democrazia nemmeno per l'Euro. I banchieri europei facciano dunque il loro lavoro occupandosi delle moneta unica, che alle scelte politico-istituzionali dell’Italia ci pensano gli eletti dal popolo”.
“E davvero stupefacente – aggiunge infine Barducci - che il sottosegretario Polillo si accorga solo ora che ‘le Province in quanto tali sono previste dalla nostra Costituzione, ma esistono margini per ridisegnarle in modo da ottenere forti riduzioni di spesa con una legge ordinaria’. C’è da chiedersi dov’era il ministro quando il Governo ha varato il decreto Salva Italia che intervenendo in modo scomposto sulle Province ha mostrato pesanti dubbi di legittimità costituzionale”.