VALDARNO, IMAGINE "A DURA PROVA"
I consiglieri provinciali di Rifondazione comunista: "I dipendenti pagano i contrasti interni al management. La politica chiarisca ruoli e responsabilità"
Continua la crisi aziendale di Immagine srl, lo storico calzaturificio, al confine tra Figline Valdarno e Incisa "messo a dura prova - sostengono i consiglieri provinciali di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi - da un conflitto tutto interno al management che ha finito per compromettere la produzione, le commesse e la tenuta dei livelli occupazionali. 23 lavoratori a rischio mentre viene prorogata la cassa integrazione che scadrà a maggio". E' urgente che tutte le Amministrazioni Locali e le forze politiche "contrastino con forza questa pericolosa spirale tutta giocata sulla pelle dei lavoratori obbligando la società a recuperare un profilo di grande responsabilità sociale. Una vicenda inquietante che chiama la politica a chiarire ruoli e responsabilità". Rifondazione Comunista, nel dichiarare solidarietà ai lavoratori, chiede "la messa in essere di tutte le forme di tutela e sostegno ai 23 lavoratori rilanciando il sito produttivo". Presentata in Provincia di Firenze una domanda d'attualità. Di seguito il testo.
"Nuova drammatica crisi aziendale nel Valdarno Fiorentino, 23 lavoratori dello stabilimento Immagine srl di Lagaccioni , lungo la regionale, al confine tra Figline e Incisa, sono da mesi in cassa integrazione. I motivi della crisi sono tutti riconducibili ad un conflitto nel management, che sta condizionando la gestione e lo stesso futuro industriale. La vicenda ha dell'incredibile perché l'azienda, che ha una lunga storia di radicamento sul territorio fino ad oggi aveva mantenuto una sua solidità, messa in crisi non dal mercato, dalla competizione globale ma solo da forti dissidi tra “quadri” che accecati da una logica di conflitto stanno conducendo l'impresa e i suoi lavoratori in un baratro. Quello che stupisce è lo scarso profilo sociale di un “gruppo” che per logiche interne sta cannibalizzando un intero settore produttivo in un contesto di crisi economica e recessiva che sta mettendo a dura prova l'occupazione, lavoro e salari.
Da quanto ci è dato sapere la “...cassa integrazione iniziata a gennaio e che doveva terminare ad aprile, è stata prorogata fino a fine maggio...” mentre le organizzazioni sindacali hanno iniziato il viatico istituzionale di rapporti prima con il Comune di Figline Valdarno e successivamente la Provincia di Firenze nella figura dell'assessore al lavoro al tavolo procedurale di crisi al fine di salvaguardare e tutelare i lavoratori, appesi ad un esile filo proprio sul versante occupazionale ed evitando una pericolosa desertificazione produttiva.
L'altro aspetto che sta emergendo da questa vicenda tutta da indagare, così come riporta l'articolo del quotidiano La Nazione, sono i motivi che stanno dietro alla “crisi” è il comportamento irresponsabile e avventuristico tenuto dal management a cui farebbe capo anche il Dott. Agostino Poggesi Amministratore Delegato di Immagine srl e Sindaco revisore del Comune di Figline Valdarno, un incarico quest'ultimo attribuito dalla politica e proprio in virtù del quale ci saremmo aspettati un profilo di responsabilità diverso.
E' urgente che tutte le Amministrazioni Locali e le forze politiche contrastino con forza questa pericolosa spirale tutta giocata sulla pelle dei lavoratori.
Rifondazione Comunista chiede intanto che sia resa pubblica l'intera dinamica di una storia che ha più ombre che luci e che sia messo in sicurezza il futuro dello stabilimento e il destino dei 23 lavoratori.
Contestualmente nell'esprimere solidarietà ai lavoratori di Immagine interessati da una pericolosa crisi aziendale e nel dichiarare il proprio sostegno politico e istituzionale alla vertenza a difesa del lavoro e occupazione, chiede al Presidente della Provincia di Firenze e all'Assessore competente di riferire dettagliatamente su quanto sta avvenendo allo stabilimento Immagine srl di Lagaccioni in materia di occupazione, lavoro e attività produttive. Altresì chiediamo di sapere lo stato della crisi aziendale e degli ammortizzatori sociali e se la proprietà sta cercando di trovare una via d'uscita all'attuale crisi evitando così un nuovo dramma occupazionale.
Chiediamo inoltre che tutte le istituzioni – Provincia di Firenze, Comune di Figline Valdarno – chiariscano in modo inequivocabile le dinamiche e le responsabilità di una crisi che va in ogni modo scongiurata facendo uscire dalle secche di un conflitto gestionale l'intero stabilimento.
Chiediamo infine di sapere quanto sta emergendo dal tavolo di crisi e cosa intendono fare la Provincia di Firenze e il Comune di Figline Valdarno per tutelare e sostenere i 23 lavoratori in cassa integrazione".