OSPEDALE DI BORGO, RIFONDAZIONE: "SUONA L'ALLARME"
Calò e Verdi: "La carenza di personale compromette la qualità dei servizi e le condizioni di lavoro"
Ospedale di Borgo San Lorenzo: grido d'allarme, per Rifondazione comunista, delle organizzazioni sindacali e dei lavoratori. "La carenza di personale - dicono i consiglieri provinciali di Rifondazione Andrea Calò e Lorenzo Verdi - sta compromettendo la qualità del servizio e le condizioni di lavoro". La mancata sostituzione del personale andato in pensione o trasferito "sta di fatto generando una situazione insostenibile nei reparti di Pronto Soccorso, Dialisi, sala operatoria e nei reparti". A rischio sarebbe "la tenuta di un presidio ospedaliero fondamentale per un territorio molto esteso e con un bacino di utenza vastissimo".
Già negli anni scorsi e con forza tra il 2009 e il 2010, "la Cgil aveva denunciato la situazione di forte criticità che si stava profilando, la carenza di personale che stava comportando carichi di lavoro insostenibili per i dipendenti". In quell'occasione si chiedeva alla direzione dell'azienda un confronto che potesse servire a scongiurare una definitiva compromissione del quadro generale. Un confronto che alla luce dei fatti "non ha portato negli anni ai risultati auspicati dai sindacati e dai lavoratori né ad un cambio di atteggiamento da parte della dirigenza stessa, che proprio in questi giorni, sminuendo la questione, ha dichiarato che si sta muovendo 'cercando di tagliare quelli che consideriamo esuberi', aggiungendo che nonostante la diminuzione di organico “siamo a livelli assistenziali accettabili”. Un atteggiamento considerato da Calò e Verdi "fortemente discutibile e opinabile alla luce dei dati reali, che pone seri dubbi su ciò che realmente si intenda per 'livelli accettabili'. Da parte loro i sindacati e i lavoratori entrano nello specifico delle questioni: al Pronto Soccorso, la riduzione del personale del turno di notte, ha prodotto un drammatico aumento dei tempi di attesa e un forte incremento dei carichi di lavoro per i dipendenti". Nel reparto di Dialisi, "la mancanza di personale adeguato sta portando conseguenze negative sia per gli utenti che per gli operatori. In sala Operatoria la mancanza di personale sta determinando un allungamento delle liste di attesa e forte stress lavorativo per il personale. In Rianimazione manca un infermiere turnista, nei reparti di Chirurgia e Medicina la dotazione organica risulta insufficiente". Dunque un "quadro allarmante che, oltre a smentire le dichiarazioni della direzione, lascia trasparire in modo evidente il rischio effettivo di non effettuare le prestazioni sanitarie, ospedaliere e specialistiche non rispondendo così al bisogno di salute e ai diritti previsti dall'ordinamento".
L'altro aspetto "inquietante" riguarda le condizioni di lavoro e le "vistose carenze organiche che genera un clima di frustrazione e impotenza tra gli operatori costretti ad intervenire in una situazione caotica e quindi a sopperire alle lacune e criticità sopra evidenziate".
I tagli predisposti dalla direzione generale e dalle "scriteriate normative nazionali non è vero che tengono conto della tipologia delle attività e prestazioni effettuate, si tratta di un vero e proprio saccheggio di risorse in una logica tutta aziendalistica, tesa a considerare il lavoro come un costo sul quale risparmiare e fare cassa, senza preoccuparsi delle inevitabili, pesantissime, ricadute".
I consiglieri provinciali del Gruppo di Rifondazione Comunista, nell'esprimere la propria netta contrarietà riguardo ai tagli operati dalla Direzione generale dell'Asl 10 "ai danni dell'ospedale di Borgo San Lorenzo, nell'esprimere la loro piena solidarietà ai lavoratori colpiti dagli effetti delle scelte compiute, nel sostenere le richieste delle organizzazioni sindacali per il mantenimento integro delle attività, servizi e dotazioni organiche, nel garantire il proprio impegno a difesa dell'Ospedale, della sua funzione e vocazione nel complesso del sistema di protezione sociale e della sua capacità di dare risposta ai bisogni di salute, chiedono che tutti gli Enti locali interessati, dalla regione al comune fino alla provincia di Firenze, ad adoperarsi in ogni sede per far revocare i provvedimenti che stanno compromettendo e mettendo a rischio il mantenimento del fondamentale presidio ospedaliero di Borgo San Lorenzo".