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LAVORAZIONI GALVANICHE FIORENTINE, ATTESA A SIGNA
Ricostruiti in Consiglio provinciale di Firenze gli aspetti ambientali e occupazionali della vicenda

Lavorazioni Galvaniche Fiorentine. L'assessore provinciale all'Ambiente Renzo Crescioli, rispondendo a domande d'attualità dei consiglieri Andrea Calò e Lorenzo Verdi (Rifondazione comunista) e Salvatore Barillari (Pdl) ha fatto il punto della situazione ambientale e occupazionale, quindi anche per la parte seguita dall'assessorato al Lavoro guidato da Elisa Simoni. Lo stabilimento Lgf è presente a Signa dal 1991 e risulta autorizzato dalla Provincia alle emissioni in atmosfera con autorizzazione numero 133 del 17 gennaio 2006. L’autorizzazione in questione riguarda 5 emissioni di cui 3 relative ad attività di lavorazioni galvaniche, una la pulimentatura di materiali e una la cabina di verniciatura. Le autorizzazioni andranno in scadenza nel gennaio 2014. L’incendio ha interessato l’area destinata all’attività galvanotecnica, vasche a servizio delle linee produttive, comprese le strutture di copertura costituite prevalentemente di materiali in fibrocemento, eternit. Nello stesso corpo di fabbrica interessato dall’incendio, ma esterno ad esso, risultavano stoccati contenitori contenenti sali di cianuro utilizzati per le lavorazioni galvaniche stesse. Risulta, dalla comunicazione di Arpat che l’intervento dei Vigili del Fuoco è riuscito a evitare che l’incendio si estendesse nella zona del deposito dei sali di cianuro con potenziale rilascio ambientale di acido cianidrico altamente tossico. È stato però rilevato, a conclusione delle operazioni di spegnimento, che la vasca di decantazione esterna e le acque di risulta dei processi di lavorazione, dove è confluita anche l’acqua utilizzata per lo spegnimento, è tracimata con potenziale rischio di inquinamento ambientale dovuto anche alla vicinanza di un laghetto del Parco dei Renai. Per questo motivo è intervenuto sul posto anche personale specializzato della ditta Teseco, al fine di mitigare il pericolo di inquinamento.
Arpat in data 20 aprile ha effettuato alcuni campionamenti relativi ad analisi chimiche su campioni di acqua prelevati dal laghetto. I risultati analitici hanno evidenziato concentrazioni molto elevate di metalli pesanti, in particolare nichel, riconducibile alle lavorazioni effettuate dalla ditta. Alla luce di tutto questo l’immobile industriale risulta del tutto inagibile e dovranno essere tempestivamente rimossi i materiali in eternit e tutte le sostanze pericolose utilizzate nei processi produttivi ed in particolare i sali di cianuro, previa accurata verifica delle condizioni di integrità e sicurezza dei contenitori dove tali sostanze sono stoccate. Il responsabile della ditta ha inviato in data 16 aprile agli enti competenti la comunicazione relativa al potenziale inquinamento conseguente all’incendio. La direzione Ambiente e gestione rifiuti della Provincia di Firenze ha ricordato alla ditta Lgf le procedure previste dal decreto e in particolare, nel caso in cui la ditta abbia scelto di avvalersi a procedure semplificate e ne ricorrono le condizioni, la messa in sicurezza d’urgenza può essere effettuata nei 30 giorni successivi la data dell’avvenuto incidente. Nel caso in cui il procedimento non venga concluso nei tempi indicati, il proponente dovrà presentare apposito piano di caratterizzazione. In ogni caso l’attività produttiva potrà riprendere solo a seguito del rilascio di nuove autorizzazioni perché le altre, con la situazione attuale, sono decadute.
Per quanto riguarda i quesiti riguardanti i possibili risvolti occupazionali si è riunita il 23 aprile in Palazzo Medici Riccardi l’unità di crisi per esaminare la situazione dell’azienda, che occupa circa 70 addetti. Obiettivo primario di tutti i soggetti coinvolti è garantire il ripristino produttivo e occupazionale dopo l’incendio che ha interessato lo stabilimento. L’azienda si è detta pronta a riprendere la produzione prima possibile facendo tornare al lavoro tutti i dipendenti. Le organizzazioni sindacali hanno sottolineato le buone relazioni con l’azienda e l’impegno anche economico di quest’ultima nella sicurezza. Lgf ha ottenuto rassicurazioni dai propri committenti che le commesse non saranno allocate altrove ma il fattore tempo diventa decisivo. L’assessore provinciali al Lavoro Elisa Simoni e il Sindaco Cristianini si sono attivati, insieme ai relativi tecnici, immediatamente dopo il tavolo, per mettere in atto tutti gli strumenti per la tutela dei lavoratori. Hanno inoltre sottoscritto una lettera alle autorità competenti, Asl e Arpat, per conoscere i passaggi e l’iter tesi alla riapertura perché il fattore tempo in questo caso è ancora più determinante.
Il 17 maggio scorso il responsabile del tavolo procedurale della nostra Direzione Lavoro, avvocato Carmen Toscano, ha ricevuto risposta dall’Inps regionale in merito alla Cassa integrazione. Il periodo della richiesta di Cig verrebbe escluso dal conteggio del limite delle 52 settimane. La decisione definitiva rimane competenza della Commissione Provinciale per la Cassa integrazione.
"Due sono i piani - ha replicato per Rifondazione comunista Andrea Calò - Uno è quello ambientale, l'altro è di natura sociale ed occupazionale. Sotto quest'ultimo profilo, non si riesce a capire quali sono i reali strumenti di tutela per i lavoratori applicati dal Sindaco di Signa e dall’Assessore Provinciale al Lavoro. Quello che invece è chiaro è che la produzione nell’azienda riprenderà non appena saranno state esperite le valutazioni ambientali e rilasciate tutte le autorizzazioni del caso. Crediamo sia importante che la Provincia insieme ad Arpat e le altre Amministrazioni, si ritengano impegnate a monitorare la situazione di delicatezza sanitaria e ambientale tenendola in stretta correlazione a fare presto e bene perché comunque su quel destino di quell’azienda ci stanno ovviamente legati il destino di altri 70 lavoratori che attendono di riprendere la produzione".
Salvatore Barillari (Pdl) ha espresso "insoddisfazione" sia per quanto riguarda la parte ambientale che per quella occupazionale. "Credo - ha detto - che siano passati troppi giorni, troppo tempo, per non avere ancora un’autorizzazione. In una situazione del genere bisogna adottare una procedura d’urgenza. Ci sono dei lavoratori che da 40 giorni non sanno ancora qual è la loro destinazione e non è ancora stato attivata la procedura per il ritorno al lavoro né tanto meno per la cassa integrazione."
Tanto Rifondazione che il Pdl hanno annunciato che ripresenteranno domande d'attualità per sollecitare l'azione degli Enti coinvolti.

01/06/2012 11.36
Ufficio Stampa Consiglio provinciale di Firenze