LA SIRTI NEL "MODERATO OTTIMISMO"
Attesa per gli esiti dell'incontro ad Assolombarda. Il punto in Consiglio provinciale di Firenze
La Sirti "torna" in Consiglio provinciale di Firenze, dove l'assessore al Lavoro Elisa Simoni, rispondendo a una domanda d'attualità dei consiglieri di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi, ha fatto il punto della situazione. La Sirti, dunque, è un’azienda di servizi a livello nazionale, fondata a Milano nel 1921. Sirti risulta impegnata nei settori Telecomunicazione, trasporti, energia e impianti tecnologici. Occupa 4.008 addetti - 110 in Toscana nelle sedi di Pisa, San Vincenzo (Livorno) e Sesto Fiorentino. L’azienda nel corso dell’incontro svoltosi il 12 aprile scorso al Ministero del Lavoro, ha presentato la richiesta di trasformare la Cassa integrazione straordinaria in corso da Cassa per riorganizzazione a Cassa per crisi aziendale. Le organizzazioni sindacali, invece, hanno proposto di ricorrere al Contratto di Solidarietà. Le parti non hanno raggiunto l’accordo e in data 16 aprile l’azienda ha inviato comunicazione a buona parte dei lavoratori interessati dal provvedimento di Cassa integrazione straordinaria per crisi (1.000). Sembra che per la sede di Sesto Fiorentino, dove operano 60 lavoratori, la Cassa riguardi 20 addetti. Non viene prevista rotazione. I sindacati sottolineano come, al di là della crisi del settore, Sirti stia pagando la mancata capacità di gestione del management e la difficoltà a realizzare investimenti (normativamente previsti dalla Cassa integrazione straordinaria per riorganizzazione). L’obiettivo dei sindacati è quello di ricondurre l’azienda ad una trattativa al fine di giungere ad un accordo ma i margini vengono definiti dagli stessi sindacati, particolarmente stretti.
L'adesione dei lavoratori alle due ore di sciopero con presidio del 18 maggio scorso è stata massiccia.
Il 24 maggio scorso circa 1500 operai e impiegati della compagnia, provenienti da tutta Italia, si sono riuniti a Milano per protestare contro la decisione unilaterale dell’azienda di chiudere il tavolo delle trattative con i sindacati e mandare in Cassa integrazione straordinaria più di 1000 lavoratori.
L’azienda, a seguito della manifestazione, ha deciso di accogliere le delegazioni sindacali per cercare di giungere ad un accordo. I nodi da sciogliere sono tanti: il numero degli esuberi (ad oggi più di mille su una forza lavoro di 4mila dipendenti), le integrazioni salariali, i tempi della cassa integrazione, e poi la controversa questione dei subappalti.
Dopo le trattative, le organizzazioni sindacali si dichiarano moderatamente ottimiste.
L'azienda si è dichiarata disponibile ad una cassa integrazione a rotazione con una forma d’integrazione salariale. C'è attesa sugli esiti di un incontro previsto in Assolombarda. L’Unità di crisi della Provincia di Firenze non è stata coinvolta nella vertenza.
"Noi speriamo che il moderato ottimismo trovi conferme nell'incontro presso Assolombarda - ha commentato per Rifondazione il consigliere Andrea Calò - Di fronte alle pretese della proprietà, ingiustificate, si deve pretendere il rispetto di accordi e rigettare modi unilaterali. Le attività economiche hanno una responsabilità sociale contro la quale si gioca alla cieca".