EDISON-FELTRINELLI, "LA CULTURA ASSUMA LAVORO"
I consiglieri di Rifondazione comunista: "Provincia, Comune e Regione obblighino ad assumere i dipendenti che rischiano il posto"
Tornano a rischio i 38 posti di lavoro alla Libreria Edison. La Corte di Cassazione ha dato ragione al gruppo Feltrinelli che quindi rientrerà in possesso dell’immobile di piazza della Repubblica dove si trova la libreria. Il 31 settembre scadrà il contratto di affitto stipulato a suo tempo tra Bellentani e la proprietà e Feltrinelli. I lavoratori organizzano un presidio il 29 giugno sotto Palazzo Vecchio e tornano ad appellarsi alle istituzioni affinché ognuna onori gli impegni assunti per la salvaguardia dei posti di lavoro. "Da mesi - rilevano i consiglieri provinciali di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi - la Filcams Cgil e la Rsa attendono un confronto con Feltrinelli interessata solo al profitto e agli andamenti del mercato". Rifondazione Comunista esprime solidarietà ai lavoratori e chiede "un impegno alla Provincia di Firenze per contrastare precarietà e massacro sociale. La Provincia di Firenze unitamente al Comune di Firenze e alla Regione Toscana devono obbligare Feltrinelli ad assumere un adeguato profilo di responsabilità sociale aprendo fin da subito un tavolo autorevole di trattativa poiché sul lavoro, occupazione e salari non si scherza". Calò e Verdi hanno presentato a riguardo una domanda d'attualità. Di seguito il testo.
"Tempo contato per la libreria Edison di Firenze poiché il titolare Stefano Bellentani ha perso la causa contro Feltrinelli. La sentenza della Corte di Cassazione ha dato ragione al gruppo Feltrinelli che quindi rientrerà in possesso dell’immobile di piazza della Repubblica dove si trova la libreria. Si trattava dell’ultimo grado di giudizio. A questo punto la procedura di sfratto avviata da Feltrinelli nei confronti di Edison ha il via libera. Il tribunale, che già aveva dato ragione a Feltrinelli, aveva comunque concesso una proroga del contratto di affitto che era in scadenza a fine marzo, facendola slittare al 30 settembre. Ora da quella data Feltrinelli potrà entrare da padrone nella libreria di piazza della Repubblica. Da Effe.Com, la società dell’immobiliare Finaval del gruppo Feltrinelli che è proprietaria dello stabile, si fa sapere che ancora la decisone non è stata presa. Non è escluso che Feltrinelli preferisca di nuovo affittare piuttosto che trasferirsi e che il prossimo inquilino possa essere la Apple.
Dal gruppo Feltrinelli poco trapela se non che viene riconfermato il processo di ristrutturazione già iniziato con l’accordo da tempo stipulato con Grandi Stazioni che stanno ristrutturando Santa Maria Novella dove, finiti i lavori, sorgerà un grande spazio Feltrinelli che ingloberà anche gli ex dipendenti della Ricordi già chiusa e un piccolo, vista la crisi del settore, spazio per cd e video.
Tornano a rischio i 38 posti di lavoro alla libreria Edison alcuni dei sono già in fase di diminuzione poiché “… al 30 giugno saranno fuori dalla libreria tre dipendenti a tempo determinato cui non sarà rinnovato il contratto, o perlomeno cui sarebbe stato prolungato solo di poco…”.
I lavoratori hanno annunciato un presidio sotto Palazzo Vecchio per il 29 giugno (alle 9.30), in occasione di una riunione congiunta delle commissioni lavoro, urbanistica e cultura ( dove sarà presente il vicesindaco Dario Nardella), in programma da tempo proprio sulla questione Edison.
“…Non ci interessa chi sarà il nostro datore di lavoro - dice Simone Vertucci, delegato sindacale Filcams Cgil - ma il nostro posto lo vogliamo preservare. A questo punto aspettiamo di sapere le intenzioni di Feltrinelli visto che siamo gli unici a pagare…». La Filcams Cgil punta ancora a un incontro con Feltrinelli per cercare di chiarire una situazione per ora molto intricata, da qui il nuovo appello alle istituzioni a muoversi per la difesa dei posti di lavoro.
A novembre le librerie cittadine, sempre più decimate, lanciarono un sos alle istituzioni e al prefetto: «Aiutateci»». Ora i lavoratori si domandano che fine abbia fatto quell’appello.
Un monito che interessa anche la Provincia di Firenze che il 24 marzo 2012 incontrò i lavoratori dell’Edison sotto i portici di piazza della Repubblica grazie ad una seduta pubblica organizzata dalle Commissioni Cultura e Lavoro della Provincia alle quali partecipò il Presidente della Provincia di Firenze e le Commissioni Cultura e Lavoro del Comune di Firenze e gli amministratori di Palazzo Vecchio . In quella seduta il Presidente della Provincia di Firenze dichiarò che si sarebbe attivato “…per evitare l'eventuale chiusura di altre librerie storiche nella città, ma soprattutto intraprenderemo un tavolo di confronto tra le parti per garantire la salvaguardia dei posti di lavoro…".
Ieri come oggi la CGIL e la RSA di Edison ribadirono che nel caso in cui Feltrinelli avesse dovuto subentrare nel posto di Edison avrebbe dovuto mantenere invariato il saldo occupazionale e l'articolato sistema dei diritti, facendosi carico di tutti e 38 i lavoratori.
Gli scriventi Consiglieri Provinciali di Rifondazione Comunista nell’esprimere solidarietà ai lavoratori di Edison e Martelli e il pieno sostegno politico e istituzionale alla vertenza per la difesa dei posti di lavoro e dei diritti, dichiarando la propria partecipazione al presidio del 29 giugno organizzato sotto Palazzo Vecchio chiedono al Presidente della Provincia di Firenze e all’Assessore competente di riferire sulla vicenda della Libreria Edison a seguito della sentenza della Corte di Cassazione e sulla precarizzazione in atto. Altresì chiediamo cosa ha fatto il Presidente della Provincia di Firenze dopo gli impegni assunti nella seduta pubblica del 24 marzo 2012 per favorire un incontro tra le organizzazioni sindacali e Feltrinelli fino ad oggi indisponibile all’apertura di un serio e credibile negoziato. Chiediamo inoltre di sapere cosa intende fare la Giunta Provinciale, d’intesa con il Comune di Firenze e la Regione Toscana per salvaguardare i posti di lavoro e per obbligare Feltrinelli ad assumere un adeguato profilo di responsabilità sociale al fine di evitare un massacro sociale proprio sul fronte del lavoro, occupazione e salari".