ATAF E OBBLIGHI DI SERVIZIO, "IL PRESIDENTE BARDUCCI ARGOMENTI"
Rifondazione comunista chiede alla Provincia di pretendere il rispetto delle clausole sociali
La privatizzazione di Ataf. "Inizia la gara con 270 posti di lavoro in esubero da subito a tavolino”, ironizza Rifondazione comunista che, con i consiglieri provinciali Andrea Calò e Lorenzo Verdi, chiede che "vengano argomentati i motivi che hanno portato il Presidente a minacciare, attraverso la stampa , di non firmare più gli obblighi di servizio". La Provincia di Firenze, dicono Calò e Verdi, "pretenda il rispetto della LR42/98 nelle sue clausole sociali. Chiediamo al Presidente della Provincia e della Regione Toscana qual è la sostenibilità politica dall’attuale linea di condotta sulla privatizzazione". Presentata in Provincia una domanda d'attualità. Di seguito il testo.
"Apprendiamo dai giornali locali che la gara di vendita di Ataf è sempre più una gara a chi le spara più grosse, forse, per figurare sulle prime pagine degli stessi senza che ci sia un minimo di chiarezza sul piano industriale, sulla regolarità della gara di privatizzazione, sulla reale necessità di privatizzare il servizio di trasporto e non ultimo sul rispetto dei lavoratori e dei diritti.
Si parla adesso di 270 esuberi senza che il minimo di responsabilità sociale venga anche solo enunciato, come se 270 lavoratori non fossero un valore di professionalità e competenza. In attesa della gara regionale interviene il Presidente della Provincia che firma l'«obbligo di servizio», cioè la proroga di un contratto con l'Ataf ormai scaduto:
«Se c'è un problema di soldi e di rapporti col governo si dica, certo i Comuni le risorse non ce le hanno , ma non intendiamo star qui a prenderci i ricorsi delle varie aziende di trasporto che, a fronte dell'obbligo di servizio, chiedono continuamente più soldi e di aggiornare i costi pattuiti per un contratto ormai scaduto».
La cosa che riteniamo più grave e su cui Rifondazione Comunista ha più volte insistito intervenendo nel dibattito contro la privatizzazione di Ataf e sulla gestione della gara, è resa evidente anche dal Segretari della Camera del Lavoro Cgil di Firenze «Avevamo chiesto la clausola sociale ma non si è voluto inserirla nel capitolato della gara di vendita. E adesso gli esuberi confermano il nostro giudizio negativo sulla privatizzazione».
Rifondazione Comunista chiede pubblicamente, chi è che vuole questa sciagurata privatizzazione?
Sarà il governatore della Regione Toscana a chiedere con forza la privatizzazione, ma come può accettare di condividere un’operazione che si prefigura già dannosa per le sorti del servizio di trasporto pubblico, con sicuri aumenti delle tariffe, minor rete di servizi e in cui si prevede già a tavolino 270 posti di lavoro in meno?
Su questi interrogativi ci associamo alle dichiarazioni del Presidente della Provincia in cui pubblicamente chiede dunque tempi certi e «più collaborazione» di tutti gli attori preposti, ma l’approssimazione che lui stesso denuncia rimane e su questo vorremmo delle comunicazioni chiare almeno in Consiglio Provinciale e non comunicazioni rivolte ai diversi livelli istituzionali del PD che sta gestendo questa partita come un affare interno.
Gli scriventi Consiglieri Provinciali di Rifondazione Comunista dichiarano la propria contrarietà alla privatizzazione del servizio di trasporto locale ed esprimono il proprio sostegno politico e istituzionale alla vertenza Ataf,così come annunciata dalla Camera del Lavoro Cgil, dalle rappresentanze sindacali di Ataf e dalle Organizzazioni Sindacali di categoria.
Altresì ci riteniamo preoccupati che allo stato attuale non è stata inserita nel capitolato della gara di vendita nessuna clausola sociale di rispetto dei diritti previste dalla Legge Regionale 42/98 .
Preso atto di ciò chiediamo al Presidente della Provincia e all’Assessore competente di riferire dettagliatamente sulla vicenda della gara e dei motivi che hanno portato il Presidente della Provincia di Firenze a minacciare, attraverso la stampa , di non firmare più gli obblighi di servizio.
Altresì chiediamo di sapere quale è l’orientamento e la posizione della Provincia su questa vicenda e se la giunta non ritenga necessario attivare procedure che garantiscono l’inserimento delle clausole sociali nella gara così come richiesto dai lavoratori".