RICHARD GINORI, RIFONDAZIONE: "NESSUN RISPETTO PER IL TAVOLO INTERISTITUZIONALE"
"Un giornale anticipa la vendita con la previsione del licenziamento di due terzi dei dipendenti"
"Notizia choc sulla vicenda della Richard Ginori - dicono i consiglieri provinciali di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi - Il Presidente del collegio dei liquidatori, Marco Milanesio, sul Sole 24 ore anticipa prima del tavolo interistituzionale di lunedì 16 luglio 2012 che '… la trattativa per la vendita di Richard Ginori sia ormai indirizzata verso i piemontesi della Sambonet, con un piano industriale che prevederebbe il mantenimento di solo un terzo dei lavoratori rispetto ai 330 oggi occupati e garanzie delle produzioni a Sesto Fiorentino solo fino al 2016…' ". I lavoratori rispondono con uno sciopero ribadendo contrarietà a qualsiasi piano industriale che preveda licenziamenti o esternalizzazioni e la necessità di un progetto industriale che dia certezze per un futuro solido e duraturo per la Richard Ginori. Sulla vicenda Calò e Verdi hanno presentato una domanda d'attualità in Provincia di Firenze. Di seguito il testo.
"Notizia choc sulla vicenda della Richard Ginori, con una modalità tutt’altro che corretta e con in ponte un delicatissimo tavolo interistituzionale per Lunedì 16 luglio 2012 – tra Regione Toscana, Provincia di Firenze, Comune di Sesto Fiorentino, Organizzazioni sindacali e RSU, - il presidente del collegio dei liquidatori, Marco Milanesio, sul Sole 24 ore anticipa che “… la trattativa per la vendita di Richard Ginori sia ormai indirizzata verso i piemontesi della Sambonet, con un piano industriale che prevederebbe il mantenimento di solo un terzo dei lavoratori rispetto ai 330 oggi occupati e garanzie delle produzioni a Sesto Fiorentino solo fino al 2016….”.
Nell'offerta di Sambonet, che i liquidatori porteranno nella riunione di lunedì al tavolo con Regione, Provincia, Comune e sindacati, tira una brutta aria per i lavoratori poiché l’ingresso del gruppo piemontese leader nella produzione di articoli di alta qualità per la tavola e la cucina, lascierebbe a casa più di 200 lavoratori, un vero e proprio massacro sociale.
Appresa la notizia a mezzo stampa i Cobas Ginori hanno proclamato subito uno sciopero del turno pomeridiano perché quanto viene prospettato rappresenta la peggiore delle soluzioni. In queste ore i Cobas Ginori ( il sindacato più rappresentativo dello stabilimento di Sesto Fiorentino) ha ribadito ciò lavoratori hanno espresso nell’ultima assemblea: contrarietà a qualsiasi piano industriale che preveda licenziamenti o esternalizzazioni, e la necessità di un progetto industriale che dia certezze per un futuro solido e duraturo per la Richard Ginori.
Intanto, infine, pare certo che lunedì 16 luglio 2012 i liquidatori chiederanno la cassa integrazione per tutti i dipendenti, dal primo di agosto, mese in cui la produzione sarà sospesa e i forni rimarranno alla minima temperatura.
Gli scriventi Consiglieri Provinciali di Rifondazione Comunista
nel ribadire la solidarietà ai lavoratori della Richard Ginori e nel ritenere inaccettabile che la vendita dello stabilimento di Sesto Fiorentino alla Sambonet (o a qualunque altra società/impresa o proprietà) preveda il licenziamento di 200 lavoratori o la svendita dei diritti,
nel riaffermare che qualsiasi processo di cessione deve avvenire su un piano industriale che rilanci il sito salvaguardando tutta l’occupazione,
chiedono al Presidente della Provincia di Firenze e all’Assessore competente di riferire dettagliatamente sull’esito del tavolo interistituzionale del 16 luglio con il Presidente del collegio dei liquidatori in merito alla vendita della Richard Ginori, alla presentazione del piano industriale e alle nuove prospettive del sito sestese a partire dal tema del lavoro, occupazione e salari.
Altresì chiediamo di sapere quali sono gli strumenti di sostegno e di tutela che verranno concordati tra le parti per tutti i lavoratori.
Infine chiediamo di sapere cosa intende fare la Provincia di Firenze per sostenere la vertenza dei lavoratori e la piattaforma scaturita dall’Assemblea e che mette al primo punto la difesa dello stabilmento dalla speculazione e dalle esternalizzazioni, la difesa occupazionale e dei diritti, il rilancio su basi stabili e durature per la storica fabbrica di porcellane".