RICHARD GINORI, QUATTRO PROSPETTIVE E SCADENZE PIU' DEFINITE
Le offerte arrivate. L'assessore al Lavoro Elisa Simoni illustra la situazione al Consiglio provinciale di Firenze. I commenti delle forze politiche
Quattro sono le proposte emerse al tavolo sulla Richard Ginori: il collegio dei liquidatori - ha spiegato l'assessore al Lavoro Elisa Simoni in una comunicazione al Consiglio provinciale di Firenze - ha reso noto che sono a uno stato di avanzamento diverso. "Il marchio deve restare nel luogo di origine - ha detto Simoni - e il piano industriale dovrà tenere insieme occupazione, marcio e territorio". Tra le proposte, quelle di Lenox e Sambonet sono avanti, vi è già la due diligence. Venerdì scorso è stata formalizzata una terza proposta da parte di un gruppo industriale tedesco, mentre ve n'è una quarta, da parte italiana, che è in via di formalizzazione.
L'assessore Simoni si è soffermata sul museo di Doccia: "Non è mai stata fatta un'operazione del genere in Italia da parte del Ministero e sono stati stimati 18 mila pezzi. Questa operazione permetterà di alleggerire il debito dell'azienda se ci sarà un interlocutore con cui parlare e
confrontarsi". C'è bisogno della copertura finanziaria sulla base della legge Guttuso.
Intanto è convocato per il 30 agosto il tavolo toscano sulla Richard Ginori: "Non escludiamo che prima o dopo questa data sia convocato anche il tavolo ministeriale per valutare le proposte in campo".
Circa i dipendenti, nel Tavolo di accordo per la cassa integrazione, si è dovuto studiare un percorso per 2 dei 325 dipendenti che non sono della provincia di Firenze.
"Le proposte che sono giunte - ha osservato Simoni - presuppongono che l'azienda ha molto da dire. Vi sono importanti mercati da aggredire e lo si può fare solo con la qualità. Il Consiglio provinciale sarà informato. Non sta alla politica scegliere gli imprenditori. Sta a noi vigilare che il marchio resti qui".
"Sulla Ginori - ha commentato Piergiuseppe Massai (Pdl) - si piangono lacrime di coccodrillo, per quello che non è stato fatto dal 2004, quando fu lanciato allarme. Mi auguro che si riescano a risollevare le sorti. Ci vuole un'apertura mentale, politica, tale da comprendere che questa situazione può essere risanata solo con interventi straordinari".
Per Andrea Calò (Rifondazione comunista) si "sentono campane che prima non suonavano. Si è difesa a lungo la gestione incapace di un management fallimentare. Guardiamo con cautela e circospezione alle novità annunciate. Il presidente del Collegio dei liquidatori Marco Milanesio faccia qualche passo di chiarezza in più, soprattutto per dare prospettiva ai dipendenti".
"Abbiamo sempre seguito con attenzione la vertenza sulla Richard Ginori - spiega Marco Cordone (Lega Nord) - E' un patrimonio della nazione toscana. Filippo Mazzei ne era ambasciatore presso l'Impero ottomano. Onore al merito sulla partecipazione dei Cobas, che rischiavano di essere esclusi, al tavolo. Ora si tratta di tenere tutto l'apparato produttivo in piedi".
"Ci sono indubbiamente dati positivi - sottolinea per il Gruppo Misto Samuele Baldini - Anche le scadenze temporali date aiutano a rasserenare il clima. Si intravede un futuro. Un po' rifuggo da ricette semplicistiche come anche dall'alzare sempre l'asticella nei confronti di chi ci guarda. Gli imprenditori non ci vengono a fare un favore".
"Bisogna stare attenti a non fare chiacchiere - rimarca per il Pd Caterina Conti - La crisi della Ginori va riletta nel quadro generale della crisi del Paese. Dobbiamo avere cautela e prudenza e un atteggiamento che deve essere trasparente. La situazione è complessa, ma è una nota positiva la presenza di gruppi industriali e non di fondi investimenti che non si sa dove hanno la testa. Da notare che non ce n'è nemmeno uno toscano. Il ministero sta intanto operando per comprare il Museo. Si parla di milioni di euro che andranno a compensare i debiti. Sono i soldi di tutti. Bisogna evitare polemiche sterili e strumentali che oltre ad essere inutili rischiano di danneggiare anche il percorso. Il Pd sostiene l'azione delle istituzioni. Il Comune di Sesto aveva proposto anche una variante ad hoc in ordine alle esigenze prospettate. Questi mi paiono atteggiamenti seri".
Da Riccardo Lazzerini (Sel) l'osservazione che "finalmente riparte un percorso. Non ho dubbi sulla trasparenza. Finora le reti commerciali non hanno dato implementazione al marchio Richard Ginori: vi è stato un deficit da parte del management in ordine a questo. Concordo con Caterina Conti. Ci vuole atteggiamento responsabile".