TRENI FAENTINA, "SMANTELLATO SCAMBIO DI FONTEBUONA"
Calò e Verdi (Rifondazione comunista): "Gli accordi con Rfi rimangono lettera morta. Ne fanno le spese i pendolari"
"Nuovo duro attacco" alla linea ferroviaria Faentina e ai diritti dei pendolari: smontato lo scambio di Fontebuona e ulteriormente ridotte le capacità di incrocio tra treni provenienti da direzioni opposte. Secondo i consiglieri provinciali di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi, mentre gli investimenti previsti, promessi e sottoscritti "rimangono lettera morta, Rfi e Trenitalia proseguono nella loro inaccettabile opera di smantellamento e dequalificazione della tratta". "Grave" il silenzio degli Enti Locali, "ancora una volta passivi nel subire decisioni e iniziative che colpiscono il diritto alla mobilità e la dignità dell’intero territorio del Mugello". Rifondazione comunista, con una domanda d'attualità, chiede alla Provincia di Firenze di "intervenire subito presso la Regione Toscana per chiarire la vicenda e per esigere il rispetto degli accordi sottoscritti". Di seguito il testo della domanda d'attualità.
"Con un comunicato stampa uscito nei giorni scorsi il Comitato pendolari Mugello “Attaccati al treno” ha denunciato a viva voce la scomposizione in corso dello scambio ferroviario di Fontebuona sottolineando che tale operazione si configura come un ulteriore smantellamento della linea Faentina.
Più volte il Gruppo consiliare di Rifondazione Comunista è intervenuto in Provincia per evidenziare le problematiche legate a quella tratta ferroviaria: continui ritardi sulle corse, soppressioni non annunciate, mancanza di sicurezza, guasti ai mezzi e disservizi di varia natura.
Nel corso degli anni i pendolari hanno portato avanti le loro rivendicazioni riguardo alla necessità di investimenti per il rinnovo del parco mezzi e per una riqualificazione della linea ricordando che già nel 1997 erano stati sottoscritti accordi che prevedevano lo stanziamento di 30 milioni di euro per la Faentina.
Se inizialmente tali stanziamenti erano destinati all’elettrificazione della linea, nel tempo gli Enti Locali interessati avevano chiesto, attraverso una delibera del 2006 della Comunità Montana, un dirottamento delle risorse verso l’incremento e il rinnovo del materiale rotabile e verso il potenziamento dell’infrastruttura attraverso la realizzazione di tratti aggiuntivi di interscambio a doppio binario.
Alla luce dell’ultimo intervento realizzato da RFI è evidente che, rimasti sulla carta gli accordi, i fatti concreti vengono realizzati andando esattamente nella direzione opposta rispetto a quanto previsto.
Una situazione inaccettabile di fronte alla quale emerge ancora una volta in modo palese tutta la passività degli Enti locali interessati, i quali, oltre a non essere stati in grado o non aver voluto esigere il rispetto degli accordi sottoscritti, continuano a contraddistinguersi per il silenzio con il quale hanno subito l’ennesimo sopruso consumato a danno del diritto alla mobilità, dei diritti dei pendolari, e del prestigio di un intero territorio disponibile e prono a sacrificare il proprio patrimonio ambientale sull’altare delle grandi opere ma incapace, per colpa dei propri amministratori, di ottenere ciò che sarebbe dovuto.
Come sottolineato dal Comitato dei pendolari l’eliminazione dello scambio di Fontebuona, in generale l’eliminazione di uno scambio su una tratta a binario unico, ridurrà notevolmente le capacità di transito sulla linea, le possibilità di incrocio tra treni provenienti da direzione opposta , la possibilità di gestire gli eventuali, e frequenti, ritardi accumulati dai treni. Tale eliminazione in sintesi depotenzierà una linea che paradossalmente da anni attende di essere potenziata.
Alla rabbia e all’indignazione dei pendolari si affianca una domanda: chi ha deciso quell’intervento?
Se, come ricordato dai pendolari, era noto che già da un anno RFI aveva proposto il passaggio da “stazione” a “fermata” oltre che per Fontebuona anche per Campomigliaio e Montorsoli, pareva ormai appurato che la Regione si fosse opposta bloccando tali declassamenti. Evidentemente qualcosa è cambiato ma per l’ennesima volta una decisione così rilevante è stata assunta senza che i Comuni del territorio si pronunciassero e senza alcun tipo di coinvolgimento dei fruitori del servizio, ovvero i pendolari, costretti a subire l’ennesimo sopruso.
Ciò premesso, gli scriventi consiglieri del Gruppo di Rifondazione Comunista, nell’esprimere piena solidarietà al Comitato dei pendolari Mugello “Attaccati al treno”, nel ribadire la loro vicinanza alle proteste e alle rivendicazioni portate avanti dallo stesso, nel denunciare la gravità dell’ultimo intervento compiuto su di una linea che ancora aspetta gli interventi dovuti, chiedono al Presidente della Giunta Provinciale e all’Assessore competente di riferire:
-di richiedere formalmente alla Regione Toscana quale sia stato il procedimento che ha portato alla scelta di eliminare lo scambio ferroviario di Fontebuona e le motivazioni poste alla base della decisione;
-se la Regione continui a considerare la linea Faentina come linea strategica nella rete ferroviaria locale e quali siano gli interventi previsti sulla stessa nel prossimo futuro;
-di esprimere netta contrarietà rispetto alla decisione presa rivendicando con forza il rispetto degli accordi sottoscritti da questo Ente e la realizzazione degli interventi di potenziamento della tratta, evidenziando al contempo come l’ultimo intervento compiuto rappresenti una palese violazione degli stessi;
-di richiedere alla Regione Toscana quali siano gli indirizzi previsti, riguardo alla linea Faentina, relativamente al nuovo orario che entrerà in vigore dal 9 dicembre p.v. (alla luce del fatto che in un documento di Trenitalia del 12 novembre scorso si faceva riferimento a un “previsto nuovo cadenzamento lungo la tratta Firenze-Faenza”)".