AZIENDE AGRICOLE. ROSELLI: "PRODOTTI VERI E AUTENTICAMENTE MADE IN ITALY"
Va avanti il progetto della Banca della Terra. Rispondendo a un'interrogazione di Rifondazione, l'assessore all'Agricoltura mette l'accento sui rischi di prodotti parzialmente fatti nel Paese: "Si aprirebbe la strada a una crisi del settore"
Aziende agricole. Con un'interrogazione, i consiglieri provinciali di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi avevano notato che essendo calate quasi di un terzo le aziende agricole nella provincia di Firenze, bisognava rilanciare una politica di sviluppo e tutela delle aree agricole, rilanciando investimenti e occupazione. In particolare si metteva in guardia La Provincia di Firenze e gli enti locali sui possibili effetti del "federalismo demaniale" nella svendita dei terreni agricoli.
"Non riscontriamo problemi di federalismo demaniale in provincia di Firenze", ha risposto in Consiglio provinciale l'assessore all'Agricoltura Pietro Roselli. La Provincia sta lavorando per costituire la Banca della Terre. Si punta ad assegnare a nove cooperative di giovani terreni per potere esercitare l'attività agricola. "Sarebbe nostro intendimento porre al centro il settore primario e il settore agricolo - ha continuato Roselli - C'è affanno nel nostro Paese. La Cina ci surclassa". Tuttavia il settore agroalimentare ha un fatturato che pesa. Ci vuole una politica corretta in ordine al Made in Italy. L'export italiano deve essere cioè autentico, che non banalizzi la fiducia che ha l'immaginario del mercato internazionale sui prodotti agroalimentari italiani. Se il Made in Italy è solo marchio, mentre i prodotto sono solo parzialmente italiani, si rischia la stessa crisi che ha colpito il manifatturiero.
"Dalla risposta dell'assessore traggo spunto per due considerazioni - ha replicato per Rifondazione Lorenzo Verdi - Da una parte lavorare i prodotti piuttosto che produrli. Dall'altra il nuovo Piano di sviluppo rurale deve essere luogo di definizione di politiche corrette per la crescita del settore".