STEFAN, IL PUNTO DELLA SITUAZIONE
Sintesi e prospettive in Consiglio provinciale di Firenze
Punto della situazione sulla Stefan in Consiglio provinciale. L'assessore al Lavoro ha risposta a una domanda d'attualità sul tema. L'accordo per la Cassa Integrazione Straordinaria per le lavoratrici di Stefan è stato sottoscritto il 30 ottobre scorso. Trattandosi di vertenza di un'azienda che ha sede in più regioni, l'accordo è stato siglato al Ministero del Lavoro, dopo che l'assessorato aveva personalmente ricevuto i rappresentanti sindacali e un gruppo di lavoratrici in Provincia a seguito di un Presidio davanti a Palazzo Medici Riccardi, sede anche della Prefettura.
Il documento firmato è un accordo di cassa integrazione straordinaria per crisi aziendale, per 12 mesi a partire dal 31 ottobre 2012 per 198 lavoratori, con l’apertura della mobilità volontaria.
Nel corso dell'incontro ministeriale, è stata inoltre prevista l’apertura della cassa integrazione in deroga per gli apprendisti (presenti in diversi punti vendita), se considerati tra gli esuberi.
Per tale accordo, sarà necessario ritornare a Roma al Ministero, dato che alcuni negozi Stefan sono situati anche fuori dalla Toscana.
Il punto vendita di Lucca, in Via del Tiglio, è stato venduto alla catena low cost "Maury's", con il passaggio di 12 dipendenti al nuovo proprietario, con la previsione dell'assunzione e il mantenimento dello stesso livello retributivo.
La Provincia resta dunque in attesa di essere riconvocata dal Ministero per l’accordo sulla cassa in deroga.
E' ormai di qualche settimana fa la notizia della chiusura del punto vendita di Sesto Fiorentino i cui locali vengono ancora richiesti indietro dalla Coop con la quale Stefan avrebbe accumulato debiti.
La situazione si sarebbe aggravata perché l’azienda avrebbe intenzione di non pagare né le mensilità arretrate né la maternità. L’azienda ha depositato presso il Tribunale di Prato un concordato preventivo e sulla base di questo l’azienda tramite i suoi avvocati riterrebbe di avere il diritto di non pagare le mensilità arretrate e di non pagare la maternità.
L'azienda non vuole pagare le spettanze alle lavoratrici dei punti vendita già chiusi. La Cgil ha denunciato il tutto all'ispettorato del lavoro e ha chiesto il pagamento diretto della cassa da parte dell'Inps.