STEFAN E DIPENDENTI, RIFONDAZIONE ACCUSA
La situazione nei negozi di Borgo San Lorenzo, Scarperia e Sesto Fiorentino
Ancora "soprusi, intimidazioni e violazioni" dei diritti alle lavoratrici di Stefan. L’azienda da oltre 4 mesi, avvertono i consiglieri di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi, non pagherebbe le mensilità per i dipendenti dei negozi aperti di Borgo San Lorenzo e di ben 7 mensilità per quelli dei negozi di Sesto Fiorentino e Scarperia che sono stati chiusi, "mentre sono in atto epurazioni e tentativi di sequestro dei badge. Continua la protesta e le mobilitazioni dei lavoratori contro l’insostenibile precarietà, le ingiustizie sociali, la repressione e le espulsioni".
Rifondazione comunista nell’esprimere la piena solidarietà ai dipendenti, chiede con una domanda d'attualità che tutte le Amministrazioni Locali – Provincia di Firenze e Comuni – contrastino "senza alcun indugio comportamenti illegittimi e irresponsabili da parte della proprietà. Stefan deve pagare gli stipendi e cessare ogni condotta repressiva nei confronti dei lavoratori. Non è più tollerabile la lunga sequela di ingiustizie e di illegalità". Di seguito il testo della domanda d'attualità presentata da Rifondazione in Provincia di Firenze.
"Continua la mobilitazione delle lavoratrici di Stefan, 315 in tutta la Toscana, la maggior parte donne, a difesa dei diritti e del lavoro. E’ stato scelto l’8 marzo per evidenziare come la situazione sia diventata insostenibile a causa di vere e proprie violazioni da parte dell’azienda: “… oltre ai mancati pagamenti di 4 mensilità per i dipendenti dei negozi aperti Borgo S. Lorenzo e di ben 7 mensilità per quelli dei negozi di Sesto F.no e Scarperia che sono stati chiusi, martedì scorso l' azienda ha tentato di attuare delle vere e proprie epurazioni….”.
Lungo è l’elenco dei soprusi presentato dalla Filcams Cgil e perpretato dalla Spa ai danni dei lavoratori “…A fronte della richiesta di alcuni dipendenti di usufruire della mobilità volontaria, come previsto dall'accordo sottoscritto il 30 ottobre 2012 presso il Ministero del Lavoro di Roma, il personale degli uffici amministrativi ha telefonato a 9 dipendenti, comunicando loro che erano stati licenziati e intimandogli di non presentarsi al lavoro il giorno seguente; inoltre è stato espressamente ordinato ai responsabili di turno di confiscare i loro badge….”, è notizia di queste ore che episodi di questo tipo hanno interessato il negozio Stefan di Borgo San Lorenzo dove una lavoratrice non è stata fatta neppure entrare perché “licenziata” anche se non è mai arrivata alcuna notizia ufficiale da parte dell’azienda, mentre anche inm quel negozio si è registrato il triste episodio della confisca dei badge.
Molte lavoratrici hanno subito il blocco la mobilità volontaria per 4 mesi, mentre Stefan ha rifiutato sia la conciliazione ( un incentivo di 100 euro in cambio della non opposizione al licenziamento) sia la programmazione di un calendario dei pagamenti per saldare mensilità arretrate e tfr, una vera e propria insolvenza salariale e contributiva inaccettabile.
Allo stato attuale l'azienda si trova in stato di pre-concordato, avendo presentato domanda di concordato preventivo il 20 novembre 2012 presso il Tribunale di Prato, dal 20 novembre l' azienda gode di 120 gg. di blocco dei pagamenti e delle ingiunzioni, con il solo obbligo della rendicontazione mensile: doveva sospendere tutti i pagamenti precedenti alla domanda di concordato, finanziando soltanto le procedure minime per la prosecuzione dell' attività. Inoltre la Spa versa in uno stato di grave deficit a causa del forte indebitamento verso vari soggetti e non solo verso i dipendenti, cresciuto negli anni anche a causa di multe e vertenze: i 120 gg. di blocco sono solo serviti ad aumentare i debiti, nonostante il risparmio fatto sulla pelle dei dipendenti.
Le lavoratrici di Borgo San Lorenzo sono indietro di circa quattro mensilità, mentre quelle del negozio di Scarperia, chiuso a luglio, non percepiscono niente da oltre sette mesi. Tutte lamentano il fatto di essere schiacciate dal senso di ingiustizia poiché prevalgono leggi che tutelano gli interessi economici rispetto alle necessità di tutela delle persone.
Durissimo è il giudizio della Filcams Cgil “…una gestione competente avrebbe potuto attenuare i danni a carico dei creditori, anche avvantaggiandosi degli ammortizzatori sociali accordati; invece l' amministratore unico Giuseppe Videtta ha deciso di smettere di pagare gli stipendi ai colleghi dei negozi chiusi (tra l'altro senza preavviso e al di fuori di un piano di gestione aziendale),proseguendo a singhiozzo i pagamenti delle mensilità arretrate ai dipendenti dei negozi aperti e dicendo di essere in questo autorizzato "dal Giudice"…”.
Gravi sono le responsabilità delle gestioni fallimentari da parte della proprietà che con discutibili piani imprenditoriali sta cercando di “sanare” perdite e sbilanci economici attraverso la chiusura delle filiali, licenziamenti e sottrazioni di diritti contrattuali. Di fronte ad una ecatombe sociale occorre contrastare a tutti i livelli questa modalità irresponsabile solo giocata sulla pelle dei lavoratori.
Gli scriventi Consiglieri provinciali di Rifondazione Comunista nell’esprimere solidarietà ai lavoratori e lavoratrici di Stefan per la chiusura delle molte attività e la conseguente precarizzazione occupazionale, nel ritenere grave quanto sta accadendo alle lavoratrici- mancanza di retribuzione, rispetto dei diritti, epurazioni, intimidazioni – e a fronte delle reiterate illegittimità compiute sulla loro pelle chiedono al Presidente della Provincia di Firenze e all’Assessore competente di riferire sulla vicenda, sulle inadempienze denunciate dal sindacato in materia di diritti (stipendi, arretrati, ferie, permessi e tfr) , contratto e occupazione e sui motivi per i quali l’azienda continua ad essere palesemente insolvente nonché scorretta anche sul piano delle procedure e obblighi normativi.
Altresì chiediamo di sapere se a fronte delle palesi illegittimità di Stefan Spa l’Amministrazione Provinciale è stata investita della controversia da parte delle organizzazioni sindacali e cosa intende fare unitamente ai Comuni per ripristinare un atteggiamento corretto e rispettoso verso i lavoratori, le loro prerogative e diritti".