EX ISI, "SPEZZARE LA SITUAZIONE SOSPESA"
Per i consiglieri provinciali di Rifondazione comunista ci vuole un nuovo incontro tra le parti
E’ sempre più drammatica la situazione degli ex lavoratori di Isi, la fabbrica di pannelli solari che doveva nascere nello stabilimento ex Electrolux di Scandicci e "che invece è miseramente fallita tre anni fa". I consiglieri provinciali di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi rilevano che "i lavoratori, in cassa integrazione, lanciano un nuovo appello alle Istituzioni affinché siano onorati tutti gli impegni assunti in materia di lavoro, occupazione, sostegno ai salari e redditi".
A fronte una di una "vera e propria catastrofe sociale, di un calvario vissuto dai lavoratori tra delusioni, prese in giro e errate valutazioni politiche e istituzionali", Rifondazione Comunista chiede alla Provincia di Firenze, alla Regione Toscana e al Comune di Scandicci "di non lasciare soli i lavoratori e di rispondere con coerenza a tutti gli aspetti della vertenza da tempo sostenuta in modo da scongiurare l’irreparabile. A quando il nuovo incontro tra le parti?". Presentata in Provincia di Firenze una domanda d'attualità. Di seguito il testo.
"E’ sempre più drammatica la situazione degli ex lavoratori di Isi, la fabbrica di pannelli solari che doveva nascere nello stabilimento ex Electrolux di Scandicci e che invece è miseramente fallita tre anni fa . Su 370 soltanto 30 hanno trovato un lavoro sicuro. Gli altri sono in cassa integrazione (che scade a marzo 2013 ). Qualche speranza si era accesa dopo la prima asta, vinta nell’ottobre 2011 dalla Easy Green. Ma poi la società non versò in tempo i 12,5 milioni con cui si era aggiudicata la fabbrica, e l’assegnazione fu revocata. E la seconda asta, nell’estate 2012, andò deserta. Così come non si è visto ombra di pretendenti alla terza asta sulla ex ISI. Ma insieme ai pretendenti sono sparite anche le istituzioni
La sensazione di molti lavoratori e anche dei rappresentanti sindacali è che dopo l’ennesima asta andata deserta, si attenda che arrivi la mobilità per buona parte dei lavoratori, anche se per 150 di loro, ciò non sarà possibile ovvero non avranno il sussidio di mobilità perché sono rimasti a gestire il lavoro di fine Electrolux e quindi non hanno fatto a tempo a maturare sei mesi in Isi: 150 lavoratori fregati due volte. Sembra così che il fallimento alla fine riguardi solo il capannone e la linea di produzione che è rimasta dentro.
Comunque si tratta di una vera e propria catastrofe sociale, un calvario vissuto tra delusioni, prese in giro e errate valutazioni politiche e istituzionali – la Fiom Cgil parla di superficialità“…hanno tutti abbandonato la nave, tutti i progetti di reindustrializzazione che sono finiti nel nulla. Quelli che c'erano hanno lasciato dopo aver spremuto fino all'ultimo contributo per la reindustrializzazione. L'azienda fallita, il capannone con le utenze tagliate, e niente più….”.
La cassa integrazione “….ha dichiarato Alessandro Beccastrini, sindacalista della Fim-Cisl - è ormai l'unico sostegno per questo lavoratori. E per il resto non abbiamo più notizie né dalla Regione, né dagli imprenditori della cordata, Sebastiano Gattorno in primis, che si erano detti disponibili a proseguire nella reindustrializzazione. Una vicenda pazzesca, i lavoratori hanno ormai perso ogni speranza, c'è sempre più stanca, dopo tanti anni di nulla, di promesse mancate, di bugie…”.
Sono i lavoratori che chiedono ancora una volta di non essere dimenticati, reclamando visibilità serietà coerenza da parte di tutti i loro interlocutori svaniti come neve al sole. Anche se c’è forte preoccupazione a fronte dell’insostenibile precarietà gli operai vogliono uscire dall’isolamento e dal silenzio che è calato sulla vicenda, anzi molti temono che la strategia sia quella di far addormentare la vertenza, perché si dimentichi. Un obiettivo che in tanti non vogliono sia raggiunto, ecco perché lanciano un nuovo appello alle istituzioni e soprattutto al tavolo regionale affinché si possa scongiurare l’irreparabile.
Gli scriventi Consiglieri Provinciali di Rifondazione Comunista
a fronte di quanto sta accadendo ai lavoratori della ex ISI di Scandicci dimenticati da istituzioni e imprenditori e in cassa integrazione da tre anni,
in relazione all’ennesimo appello lanciato dalle organizzazioni sindacali al tavolo istituzionale regionale affinchè siano onorati tutti gli impegni assunti in materia di lavoro, occupazione, sostegno ai salari e redditi
chiedono al Presidente della Provincia di Firenze e all’Assessore competente di riferire sulla vicenda che riguarda la mancata reindustrializzazione della ex ISI, della situazione relativa agli ammortizzatori sociali, e di tutti i progetti di ripresa delle attività industriali che erano stati annunciati.
Altresì chiediamo di sapere tutti gli sviluppi inerenti la vertenza e soprattutto il lavoro svolto in questi ultimi tempi dal tavoli istituzionale regionale, del quale fa parte anche la Provincia di Firenze.
Infine chiediamo di sapere quali altre iniziative, a seguito del fallimento della terza asta, intendono adottare la Regione Toscana, la Provincia di Firenze, il Comune di Scandicci a sostegno dei lavoratori ex ISI e se è in previsione un nuovo incontro tra le parti".