SEVES, "IN CECHIA SULLE SPALLE DEI LAVORATORI"
Rifondazione comunista: "Scelte irresponsabili e ciniche da parte della proprietà"
Vertenza Seves, dopo aver fatto spostare 14 pianali di stampi e tutta l'attrezzatura nella Repubblica Ceca, senza avvertire le organizzazioni sindacali, "la direzione annuncia di voler delocalizzare la produzione fiorentina di mattoni in vetro di altissima qualità. Una scelta sbagliata, irresponsabile e socialmente cinica", secondo i consiglieri provinciali di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi. I 107 lavoratori sono in cassa integrazione fino a giugno e tra disagi e criticità rilanciano la loro lotta. A termine di una assemblea i sindacati rendono pubblica una nuova lettera aperta con la quale manifestano la volontà di contrastare la delocalizzazione e "il conseguente massacro sociale". Rifondazione Comunista nell’esprimere solidarietà ai lavoratori della Seves da anni in lotta per difendere lavoro, occupazione e diritti, chiede alla Provincia di Firenze di sapere cosa intende fare insieme a Regione Toscana e e Comune di Firenze per contrastare la chiusura e il conseguente licenziamento di massa, e se è previsto un nuovo incontro con le parti. Presentata in Provincia una domanda d'attualità. Di seguito il testo.
"Torna a complicarsi la vertenza Seves a seguito dei reiterati comportamenti irresponsabili della proprietà che il 10 aprile alla chetichella aveva fatto spostare ben 14 pianali di stampi e tutta l'attrezzatura in Repubblica Ceca, senza avvertire le organizzazioni sindacali. Una modalità gestionale scorretta, duramente contestata dai sindacati e lavoratori che da mesi richiedono un pronunciamento chiaro all’azienda in materia di rilancio del sito produttivo, salvaguardia dei prodotti di qualità e tenuta occupazionale.
I 107 lavoratori sono in cassa integrazione e grazie alla recente proroga saranno coperti dagli ammortizzatori sociali fino a giugno.
Una situazione di forte disagio e precarietà accentuata dall’annuncio che la direzione ha fatto pochi giorni fa di voler spostare la produzione fiorentina di mattoni in vetro di altissima qualità nello stabilimento della Repubblica Ceca. Per le Rsu, “…Fabio Bernardini (Ugl), Matteo Cecafosso (Cgil) e Bernardo Marasco (segretario Filctem Cgil) hanno definito l'ultima operazione della direzione contro ogni logica produttiva….”.
L’ultima dichiarazione della proprietà conferma la totale inaffidabilità della multinazionale che in una fase così delicata “..esacerba ulteriormente gli animi già provati dalla lunga crisi, sicuramente mal gestita e amplificata dalla direzione…”. Lo spegnimento del forno nello stabilimento di Firenze, ha mostrato i limiti della politica aziendale e la loro miopia e conferma le posizioni iniziali dei lavoratori, secondo i quali il forno non avrebbe dovuto essere spento, ma semplicemente messo in sosta. La messa in sosta del forno, avrebbe permesso di fare fronte alle richieste che i lavoratori avevano “previsto” e che si sono puntualmente verificate.
Sindacati e lavoratori hanno la sensazione che “…ormai la direzione sia quella di ridurre la Seves ad uno scheletro vuoto…”. Ecco perché hanno reso pubblica una nuova lettera aperta che inizia così “Quando il made in Italy è `ceco'”, nella quale ripercorrono le ultime tappe della vertenza, le continue provocazioni aziendali, gli impegni dichiarati ai tavoli istituzionali e non mantenuti e il dramma di una insostenibile e inaccettabile precarietà. Con la lettera aperta, approvata dopo l’ultima assemblea, i lavoratori dichiarano di essere stufi di essere presi in giro e di volersi battere fino all’ultimo contrastando la delocalizzazione, il progressivo depauperamento dello stabilimento e il conseguente massacro sociale.
Gli scriventi Consiglieri Provinciali di Rifondazione Comunista nell’esprimere solidarietà ai lavoratori della Seves da anni in lotta per difendere lavoro,occupazione e diritti, in relazione all’annuncio che la direzione ha fatto pochi giorni fa di voler spostare la produzione fiorentina di mattoni in vetro nella Repubblica Ceca dopo aver cercato di svuotare la fabbrica, a fronte della lettera aperta che sindacati e lavoratori rivolgono alla proprietà e alle istituzioni chiedono al Presidente della Provincia di Firenze e all’Assessore competente di riferire sulla situazione alla Seves e sulla annunciata delocalizzazione, sullo stato degli ammortizzatori sociali e sugli strumenti di sostegno in essere ai lavoratori.
Altresì chiediamo di sapere cosa intende fare la Provincia di Firenze unitamente alla Regione Toscana, e Comune di Firenze per contrastare la chiusura e il conseguente licenziamento di massa e se è previsto un nuovo incontro con le parti".