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MAGGIO MUSICALE, IL CONSIGLIO PROVINCIALE SU CRISI E RESPONSABILITA'
Gli interventi delle forze politiche dopo la comunicazione del Presidente Andrea Barducci

Dopo la comunicazione del Presidente della Provincia Andrea Barducci sulla Maggio Musicale, in Consiglio gli interventi delle forse politiche. Da parte del Presidente della Commissione Lavoro della Provincia Maurizio Cei una ricostruzione dell'attività svolta sul Maggio come anche l'esposizione della necessità di un Consiglio congiunto tra Provincia e Comune, "da noi richiesto ma senza la cortesia di una risposta".
Marco Cordone (Lega Nord) ha ricostruito alcuni aspetti della storia del Maggio, sottolineando come "la musica classica è arte e non politica. A noi sembra che si sia rischiato troppo con l'allestimento di nuove opere che, in una stagione drammaticamente percorsa dalla crisi, non aiutano una ripresa. Ci vuole un programma più nobilmente popolare che richiami molte più persone".
Per Andrea Calò (Rifondazione comunista) la cosa che fa più male è "che sono spariti nel nulla gli artefici di questa situazione. Sono d'accordo quando il Presidente sostiene che gli enti pubblici - Comune, Provincia e Regione - devono trovare modalità comuni di rapporto. L'assenza di questo aspetto certamente non ha giovato. Ci hanno rimesso i lavoratori".
Massimo Lensi (radicale, nel Gruppo Misto) ha inteso mettere l'accento su una visione d'insieme della città in cui collocare la vicenda e la prospettiva del Maggio Musicale: "Questo mi pare il nodo da risolvere".
Andrea Cantini (Idv) rileva che "anno dopo anno sono state date elargizioni pubbliche a pioggia e oggi bisogna tagliare. E' un massacro: bisogna risalire alle colpe di chi, quando mancava un elettricista, ne ha assunti cinque".
Per il capogruppo del Pdl Erica Franchi "è troppo facile abbracciare la tesi della colpevolezza della gestione Renzi: ci sono responsabilità in chi, negli anni, ha voluto trasformare il Maggio in una sorta di ammortizzatore e tutto questo col sostegno del sindacato. Questo non vuol dire non difendere il posto dei lavoratori, ma il punto è che ora i nodi vengono al pettine".
Caterina Conti (Pd) nota che a fronte della separatezza tra gli enti locali, che ha inciso non poco sulla gestione della vicenda Maggio, il Commissario compie una scelta che, eliminando corpo di ballo e scenografia, di fatto svuota la produzione culturale di questa importante istituzione. In prospettiva anche il nuovo teatro "non sarà più luogo della produzione culturale ma contenitore dove chi passa si ferma, fa il concerto e se ne va. Questo Paese deve decidere se fare della cultura un volano o impoverire le nostre città".

21/05/2013 15.06
Ufficio Stampa Consiglio provinciale di Firenze