LA PROVINCIA SI GEMELLA CON BESLAN
Approvate mozioni di solidarietà ai bimbi di Beslan, sulla Strage in ossezia e sulla situazione in Iraq
Il Consiglio provinciale ha approvato all’unanimità la mozione del consigliere Lensi (FI), emendata dai gruppi della maggioranza, sulla proposta di gemellaggio della Provincia con la città di Beslan, Ossezia del Nord. Nell’emendamento si prevede la possibilità di effettuare un gemellaggio, compatibilmente con la difficile situazione esistente, con una città della Cecenia con particolare riferimento alla popolazione infantile. Il Consiglio ha approvato a maggioranza anche una mozione presentata da Targetti, Calò e Verdi (Prc) ed emendata dai gruppi della maggioranza, sempre sulla strage in Ossezia e sui rapimenti in Iraq e che chiede al Presidente del Consiglio di inviare la mozione al Governo italiano ed all’Unione Europea ed al Presidente della giunta di esporre sulla facciata di Palazzo Medici-Riccardi uno striscione con le foto degli ostaggi e la scritta “Liberate la Pace”. Approvata anche la mozione di Nascosti (An) di solidarietà ai bambini di Beslan. Per Nascosti la Provincia potrebbe promuovere un progetto di coordinamento per il turismo: “Si può fare un protocollo di intesa – ha spiegato Nascosti – per ospitare, come fanno le misericordie in vari comuni della Provincia, i bambini del Beslam nel periodo delle ferie estive come viene già fatto per i bambini di Cernobyl. La Provincia dovrebbe farsi promotrice di una rete di contatti che possa portare a compimento il progetto”. Per Lensi non basta esprimere solidarietà in un documento “dobbiamo essere più concreti. Più volte, anche il Presidente Renzi, ha sostenuto l’importanza dei gemellaggi ed ecco perché mi è sembrato giusto tracciare un percorso istituzionale che ho cercato di definire. Questa mozione – ha ribadito Lensi – è un piccolo impegno che ritengo, però, molto importante”. Per Targetti è importante rinnovare la netta condanna al barbarismo. “Le guerre non estirpano ma alimentano il terrorismo – ha detto Targetti – e nessuna causa può giustificare l’uccisione di bambini e persone innocenti, gli sgozzamenti, le autobomba. Rinnoviamo la solidarietà ai bambini di Beslan e a tutti i popoli della regione caucasica e proponiamo patti di amicizia o gemellaggi perché la nostra provincia deve essere un ponte di dialogo con queste terre”. Anche per Biagini (Ds) “Il terrorismo non è un’alternativa alla guerra ma non è nemmeno una risposta alle lotte di liberazione, è uno strumento impazzito e sarebbe giusto chiedere al Consiglio di sicurezza dell’O.N.U., come una mozione del parlamento italiano ha fatto, che dichiari crimine il terrorismo. Occorre – ha aggiunto Biagini – ribadire la condanna al terrorismo e alla guerra”. Grazzini (FI) ha ribadito che “il nostro no alla guerra lo teniamo sempre collegato al sì all’America che è il sì a quell’insieme che nel mondo occidentale è riuscito a far sì che non ci siano state dittature nella nostra storia recente”. Giunti (La Margherita) ha, invece, sottolineato che “è vero, gli americani ci hanno aiutato ad uscire dal tunnel della dittatura ma non abbiamo il dovere referenziale per dire: qualsiasi cosa che voi fate ci va bene. Questo sarebbe un errore proprio perché noi, inteso come Comunità Europea, abbiamo un rapporto privilegiato. Abbiamo il dovere di essere non solo amici ma anche critici ed abbiamo il compito di dire con forza che questa strada non è corretta. Non è giusto il discorso della guerra preventiva: è un progetto sbagliato che ha portato a conseguenze drammatiche”. Lazzerini (PdCI) ha chiesto di non ricordare solo i bambini dell’Ossezia: “Ci sono anche i bambini della Cecenia”. Per Marconcini (PdCI) è giusto domandarsi: “la guerra o il terrore sono aumentati o diminuiti dopo gli interventi in ex Jugoslavia, in Iraq ed in alte parti del mondo? Dopo questi interventi la libertà e la sicurezza dei popoli è aumentata o diminuita? Ci rendiamo conto che l’intervento americano è vario e variegato ma non ha portato alla tranquillità che c’era un tempo”. Tondi (Udc) polemizzando sul fatto che il dibattito non ha reso un servizio importante agli abitanti del territorio provinciale ha ribadito lo scopo umanitario della missione italiana in Iraq: “Noi non abbiamo dichiarato guerra a nessuno. Dove è la dichiarazione di guerra dell’Italia, dove è – ha chiesto Tondi – è comunque imbarazzante sottolineare che, se il centro sinistra fosse stato al governo, avrebbe comunque dovuto sostenere o appoggiare queste iniziative? Il precedente del Kossovo parla chiarissimo”. Per Sottani (Ds) “Niente può giustificare il terrorismo. Sul gemellaggio stiamo attenti perché può portarci ad un gemellaggio con tutta l’area e, per me, se facciamo un gemellaggio dobbiamo poi saper parlare con i popoli con i quali stipuliamo questo atto”. Per Ragazzo (Verdi) “il nostro governo è ormai convinto che per estirpare il male del secolo occorrono guerre preventive senza conoscere le motivazioni più profonde che hanno spinto l’America a muovere guerra all’Iraq”. Per Massai (An) basterà aspettare novembre e le elezioni americane, per capire se veramente il popolo americano è contrario a quanto fatto da Bush.
29/09/2004 17.52