OFFESE AL MINISTRO KYENGE. GIUNTI: "MODI IGNOBILI E BASSI. IL CASO NON E' CHIUSO. CALDEROLI NE TRAGGA LE CONSEGUENZE"
Il Presidente del Consiglio provinciale di Firenze sul Vice Presidente del Senato: "Parole inaccettabili, incivili e indegne delle Istituzioni" . L'Assemblea di Palazzo Medici Riccardi approva una mozione di Pd, Sel, Rifondazione, Radicali e Progetto Toscana. Respinto documento di Pdl, Udc, Lega Nord e Gruppo Misto (Barillari)
"Le esternazioni di Calderoli nei riguardi del ministro Kyenge sono inaccettabili, incivili e indegne delle Istituzioni". Il Presidente del Consiglio provinciale di Firenze ha stigmatizzato il comportamento del Vice Presidente del Senato ed esponente della Lega Nord. "Le sue - ha continuato Giunti - sono parole che mettono in imbarazzo e indicative dell'imbarbarimento della vita civile. Mentre respingiamo con fermezza quanto da lui espresso in modo così ignobile e basso, invitiamo Calderoli ad assumersi le proprie responsabilità. Già in passato aveva inscenato comportamenti inaccettabili, sul terreno destinato alla costruzione di una moschea come anche contro la Libia".
Nella sua comunicazione al Consiglio provinciale Giunti ha inteso ricordare anche il massacro di Srebrenica nella ex Jugoslavia, "tragedia che ha mostrato come l'homo sapiens possa diventare il più feroce animale sulla terra".
Sulla vicenda Calderoli-Kyenge, il Consiglio provinciale di Firenze ha approvato una mozione dei consiglieri Pd, Sel, Rifondazione, Radicali nel Gruppo Misto, Progetto Toscana -Idv per le dimissioni da Vice Presidente del Senato dell'On. Roberto Calderoli "a seguito delle gravi offese razziste rivolte al ministro Cecile Kyenge", parole che "mettono fuori del contesto civile ciunque le pronunci o anche solo le pensi", in un contesto "caratterizzato da continui pesanti attacchi a sfondo razzista nei confronti del ministro". Pdl, Udc, Lega e Salvatore Barillari nel Gruppo Misto hanno bocciato senza scusanti le parole di Calderoli ma, considerata "strumentale" la mozione, non hanno partecipato al voto, proponendo un altro documento, che è stato respinto, di "condanna e censura di qualsiasi forma di linguaggio offensivo ed intimidazione utilizzato nel mondo politico".