IL TRIBUNALE DI FIRENZE SEZIONE LAVORO CONDANNA LA LUXURY GOODS OUTLET GUCCI
Comunicato di Andrea Calò capogruppo PRC Provincia di Firenze
Il Tribunale di Firenze sezione lavoro condanna la Luxury Goods Outlet Gucci - Leccio Reggello - annullando un licenziamento ai danni di una propria lavoratrice, sanzionandola duramente e obbligandola al suo reintegro. La Luxury nonostante l'ordinanza del giudice sceglie di esonerarla, continuando a corrispondergli lo stipendio fino a quando non sarà concluso il ricorso. Un atto grave, arrogante e illegittimo che trova i suoi precedenti negli stabilimenti della Fiat a Melfi dove la multinazionale dell'auto si era rifiutata di accogliere la sentenza del giudice del lavoro che aveva disposto il reintegro dei tre lavoratori. La tracotanza della Fiat fa scuola e sbarca nel Valdarno fiorentino reclutando la Gucci che in salsa Marchionne continua a perpetrare violazioni, sul piano dei diritti del lavoro.
Il Tribunale di Firenze sezione lavoro condanna la Luxury Goods Outlet Gucci - Leccio Reggello - annullando un licenziamento ai danni di una propria lavoratrice. Oltre alla reintegrazione al posto di lavoro, sansiona l'azienda al pagamento a titolo di risarcimento danni di una indennità omnicomprensiva di 24 mensilità dell'ultima retribuzione percepita prima del licenziamento, nonché al versamento dei contributi previdenziali e assistenziali e al pagamento di tutte le spese di lite.
Si tratta di una sentenza importante, dal verdetto inequivocabile nei confronti di una impresa che pensava di far diventare carta straccia i diritti sul lavoro, calpestando la dignità e l'onorabilità della persona . Una sentenza che viene a seguito della nuova disciplina che aveva modificato l'art. 18 dello Statuto dei Lavoratori (Legge 300/70come modificato dalla legge 92/2012 :Art. 18 Tutela del lavoratore in caso di licenziamento illegittimo).
L'aspetto ancora inquietante è comunque rappresentato dal fatto che la Luxury nonostante l'ordinanza del giudice del Tribunale di Firenze sezione Lavoro che riordinava il reintegro della lavoratrice ha scelto di esonerarla, continuando a corrispondergli lo stipendio fino a quando non sarà concluso il ricorso.
Un atto grave, arrogante e illegittimo che trova i suoi precedenti negli stabilimenti della Fiat a Melfi dove la multinazionale dell'auto si era rifiutata di accogliere la sentenza del giudice del lavoro che aveva disposto il reintegro dei tre lavoratori.
La tracotanza della Fiat fa scuola e sbarca nel Valdarno fiorentino reclutando la Gucci che in salsa Marchionne continua a perpetrare violazioni, sul piano dei diritti del lavoro.
Lo strappo di Gucci nel rispetto dei diritti dei lavoratori, nella grande distribuzione e negli outlet non è una novità. Da tempo in virtù del processo di liberalizzazione degli orari nel commercio messo in atto dal governo Monti, si è assistito ad un ulteriore precarizzazione dei rapporti di lavoro nel settore, sugli orari, sui turni, sulle festività e contribuzioni. Qualcuno pensava che dopo la riforma Fornero fosse possibile mettere in essere licenziamenti a go-go. Ma così non è stato.
Da tempo abbiamo richiesto alle istituzioni del Valdarno fiorentino di monitorare quello che succede quotidianamente negli outlet e nella grande distribuzione , verificando il corretto comportamento delle imprese sul rispetto delle norme contrattuali, dei diritti e del lavoro.
Come Rifondazione Comunista chiediamo che la legge sia rispettata, che la Luxury Goods Outlet Gucci reintegri a pieno titolo e in osservanza della sentenza del Giudice la lavoratrice, che il sindacato attivi una tempestiva azione di tutela e rappresentanza e che le istituzioni intervengono a rimuovere comportamenti illegittimi e scorretti.
Come Rifondazione Comunista esprimiamo solidarietà alla lavoratrice e il pieno sostegno alla sua iniziativa che insegna a tutti che i diritti e la dignità non sono in vendita.
Firenze 18 luglio 2013
Andrea Calò capogruppo PRC Provincia di Firenze