CHIUDE LA BERTOCCI, INTERROGAZIONE DEI CONSIGLIERI PROVINCIALI ANDREA CALÒ E LORENZO VERDI
Rifondazione Comunista esprime solidarietà ai lavoratori e alle famiglie dei 39 lavoratori della Bertocci e chiedono al Presidente della Provincia di Firenze di riferire sugli esiti del tavolo previsto per settembre
Al Presidente della Provincia di Firenze
Andrea BARDUCCI
Al Presidente del Consiglio Provinciale Piero GIUNTI
Oggetto: La Bertocci storica fabbrica di via Petrosa che produce accessori per il bagno di altissima gamma, chiuderà i battenti a settembre; 39 i lavoratori che perdono il posto. Dal venerdì 12 luglio si era tenuto un presidio dei lavoratori della Bertocci di Sesto Fiorentino, hanno protestato per le mancate retribuzioni e per la scelta dell'azienda di andare verso la liquidazione. Concordata al tavolo della Provincia di Firenze la cassa integrazione accolta fino al giugno 2014.
Rifondazione Comunista esprime solidarietà ai lavoratori e alle famiglie dei 39 lavoratori della Bertocci e chiedono al Presidente della Provincia di Firenze di riferire gli esiti del tavolo previsto per settembre e quali sono gli impegni assunti dalla proprietà in merito al pagamento degli stipendi arretrati versamenti contributivi, ecc. Cosa intende fare la Provincia di Firenze unitamente al Comune di Sesto Fiorentino al fine di salvare il sito produttivo della storica fabbrica.
Interrogazione a risposta scritta dei consiglieri Calò e Verdi (gruppo PRC – PdCI – SpC).
Venerdì 12 luglio si è tenuto un presidio dei lavoratori della Bertocci di Sesto Fiorentino. Oggi 1° agosto 2013 La Bertocci storica fabbrica di via Petrosa, chiuderà a settembre.
L’ azienda che produce accessori per il bagno di altissima gamma, in protesta per le mancate retribuzioni e per la scelta dell'azienda di andare verso la liquidazione. Nel marzo scorso l’azienda aveva fatto sapere che, a causa degli scarsi ordini e della crisi del settore, aveva presentato domanda di concordato liquidatorio: richiesta accolta il 25 giugno scorso al tavolo procedurale della Provincia e confermata la cassa integrazione fino al giugno 2014.
La notizia della chiusura della dismissione aveva colto di sorpresa sindacati e lavoratori i quali attraverso la Fiom Cgil avevano espresso disappunti e criticità: “…. l’azienda ci aveva diversamente annunciato l’intenzione di andare avanti il più possibile per cercare un compratore. Non possiamo che esprimere rammarico per questa decisione forzata. Riteniamo inaccettabile che la direzione abbia tirato i remi in barca nonostante un volume di affari estero importante in paesi emergenti del Medio Oriente, Russia e Emirati Arabi…” avviando una forte mobilitazione. Siamo davanti ad un concordato anomalo dal quale emerge la volontà di chiudere, senza cercare altre soluzioni e questo non è mai stato ritenuto accettabile.
Inoltre i sindacati avevano chiesto l’attivazione di un tavolo di crisi per fare il punto con il commissario e coinvolgere le istituzioni, al fine di attivare gli strumenti di tutela e sostegno ai lavoratori e ricercare al più presto, un compratore serio e autorevole che sia in grado di “…salvaguardare un pezzo importante della manifattura fiorentina….”.
Inoltre la Fiom precisa che “…in passato erano stati presi contatti anche con Ginori ma, chiaramente, viste le vicende della manifattura di porcellane tutto era sfumato. Speriamo che ora possa magari essere ripreso un dialogo con la nuova proprietà del gruppo Gucci e con altri imprenditori, anche esteri, eventualmente interessati a rilevare l'azienda…”.
Nella sede di Confindustria a Firenze si è svolto un incontro riguardo alla possibilità per l’azienda di essere rilevata da nuovi imprenditori ma: “ Per il momento, comunque, non ci sarebbero concrete manifestazioni di interesse.”
A settembre tornerà a riunirsi il tavolo dalla Provincia di Firenze il tavolo procedurale di crisi nel quale dovrebbero essere affrontati i punti più delicati della vertenza e soprattutto individuare una soluzione che tuteli in primis i lavoratori.
Gli scriventi Consiglieri Provinciali di Rifondazione Comunista nell’esprimere solidarietà ai 39 lavoratori della Bertocci di Sesto Fiorentino e alle loro famiglie, in lotta per impedire la chiusura della fabbrica e per difendere occupazione e diritti, nel dichiarare il pieno sostegno politico e istituzionale alla vertenza chiedono al Presidente della Provincia di Firenze e all’Assessore competente di riferire sulla chiusura della storica fabbrica di accessori per bagno e sugli esiti del prossimo tavolo Provinciale annunciato per settembre.
Chiediamo di sapere inoltre gli impegni assunti dalla proprietà in merito al pagamento degli stipendi, i versamenti contributivi, gli ammortizzatori sociali individuati e le prospettive occupazionali riguardo alla possibilità di nuovi imprenditori interessati allo storico marchio.
Altresì chiediamo di sapere se e quali iniziative di sostegno ai lavoratori della Bertocci, la Provincia di Firenze unitamente al Comune di Sesto Fiorentino ha intenzione di attivare.
Andrea Calò Lorenzo Verdi