PENA DI MORTE, PARLANO DUE EX CONDANNATI
Incontro in Palazzo Medici Riccardi con Nick Yarris e Ray Krone: abolire la pena di morte, una questione capitale. Renzi agli studenti: “Accendere la testa e il cuore a un progetto comune di crescita umana”
La grande campagna mondiale contro la pena di morte continua a far breccia anche in contesti che sembrano impermeabili: mentre in Cina si comincia a valutare la possibilità di eliminarla per fare aderire il proprio ordinamento ai grandi trattati internazionali in materia di diritti umani, crescono i Paesi abolizionisti e matura il ripensamento anche negli Stati mantenitori degli Stati Uniti ai quali la Pennsylvania Abolitionists United Against the Death Penalty ha lanciato da Firenze la richiesta di effettuare sempre i test del dna per scongiurare la condanna di innocenti; innocenti come Ray Krone e Nick Yarris che stamani, su invito del Presidente della Provincia Matteo Renzi e della Comunità di Sant’Egidio, hanno incontrato in Palazzo Medici Riccardi oltre duecento studenti, in un’affollato confronto nella Sala Luca Giordano e nella Sala Quattro Stagioni, cui ha fatto seguito la proiezione del video del Teatro di Rifredi ‘Non vale la pena’. “Abbiamo voluto rivolgerci particolarmente ai giovani – spiega Renzi – aiutarli ad accendere la testa, il cuore, le passioni verso un progetto di crescita umana, non contro qualcuno, non contro uno o più Stati, ma a favore del vivere comune. Oggi tutto riguarda tutti”. “È difficile descrivere cosa significa essere nel braccio della morte quando sai di essere innocente – racconta Krone - Sai solo che ciò che sembra un incubo orribile è invece la realtà, una realtà al di là di ogni comprensione”. Krone, ex condannato a morte, è stato rilasciato l’8 aprile 2002, mentre Nick Yarris ha riacquistato la libertà dopo circa vent’anni nel braccio della morte, nel gennaio di quest’anno. Yarris e Krone, insieme a Kurt Rosenberg, responsabile dell’associazione Pennsylvania Abolitionists United Against the Death Penalty, si sono confrontati a lungo con gli studenti con la sola forza della testimonianza e con la consapevolezza che ovunque “non si risolvono i problemi uccidendo la gente: in ogni caso noi non nutriamo sentimenti di vendetta, ma solo speranza”.